25

143 14 0
                                    

Avete in mente quel momento in cui una cosa o una certa situazione sembra così assurda, impossibile, che non sai se hai voglia di ridere come uno psicopatico o piangere?
Ecco, è proprio così che mi sento mentre con le manette ai polsi osservo la cella di isolamento in cui Nick mi ha rinchiusa.
Mi tratta come fossi un'assassina, come se avessi fatto davvero quelle cose a Madrid.
Siamo dentro a un jet dello S.H.I.E.L.D diretto da qualche parte qui vicino. Al comando c'è Clint mentre tutti gli altri Avengers, avvolti dai loro costumi, sono immersi nei loro pensieri.
Tony non ci ha ancora detto perché stiamo andando da questo Lang, ma una volta che lui ha detto di fidarsi nessuno ha più fatto domande.
Sarebbero capaci di uccidersi a vicenda senza troppi problemi, ma allo stesso tempo si fidano ciecamente l'uno dell'altro, come una vera squadra.
-Nick, era davvero necessario?- domanda Steve indicandomi con un cenno del capo.
Già, me lo sono chiesta anche io.
-È per proteggerla- mi lancia uno sguardo, con il suo unico occhio buono, che lascia poco da intendere. Non si fida per niente, e pensare che è stato lui ad arruolarmi tra gli Avengers.
Non posso evitare di ricambiare con uno strafottente. Di solito sono sempre ben educata con tutti, ma quando prendo confidenza con le persone mi trasformo in una ragazza completamente diversa, o anche quando mi rinchiudono senza una prova della mia colpevolezza.
-Stark, non dirmi che hai contagiato la ragazzina con la tua sfacciataggine-
Tony, nella sua armatura rosso fiammeggiante, si fa avanti nella mia direzione con passo pesante e metallico.
Non riesco a vederelo in viso, ma so per certo che sta ghignando soddisfatto di questo mio atteggiamento.
Come quella volta che mi ha salvata nel vicolo di Miami, fa sparire con un bottone il casco mostrando quel sorrisetto che tanto sospettavo.
-Mi spiace che tu sia qui dentro-
Fa percorrere il suo sguardo lungo tutta la mia figura, facendomi sentire sotto osservazione stretta.
Ha l'assurdo potere di riuscire a leggermi l'anima, ancora non mi spiego come ma ci riesce.
-Però devo ammettere che con le manette mi piaci assai- ammicca e poi lascia che il suo viso venga coperto di nuovo.
Le mie guance si scaldano a una velocità impressionante. Il solo pensiero di un paio di manette attorno ai miei polsi, in un contesto totalmente diverso da questo e molto più...intimo, mi fa sentire una scossa in mezzo alle cosce.
Si allontana dalla cella e senza rendermene conto lascio che il mio sguardo scivoli sui suoi glutei, letteralmente, d'acciaio.
So bene che è solo una copertura, e che quello che c'è sotto è molto meglio.
Scuoto la testa liberandomi di certi pensieri poco casti.

Il jet atterra lentamente e con l'assoluta attenzione di Clint.
Lancio una veloce occhiata a Peter, seduto sul sedile di fianco alla mia cella. Anche lui indossa il suo costume blu e rosso con l'immagine di un grosso ragno nero sul petto.
Si accorge che lo sto guardando e ridacchia cercando di non farsi vedere dagli altri. Stiamo pensando alla stessa cosa, al ricordo del nostro primo incontro quando abbiamo rubato il jet e siamo andati alla villa di Tony. L'atterraggio non è stato dei migliori, anzi, ha proprio fatto schifo.
-Bene, siamo arrivati- annuncia Clint alzandosi dal sedile di comando.
Preme un pulsante in alto, sopra la sua testa, e il portellone si apre lentamente e facendo un rumore assurdo.
Nick mi viene incontro e finalmente apre la cella.
Mi guarda stando attento che non ne approfitti per scappare. Ho la coscienza pulita, non ho alcun motivo di darmi alla fuga.
Con la stessa delicatezza che aveva alla torre, vale a dire pari a zero, mi trascina fuori da dietro le sbarre stringendomi per un polso.
Credo di non essere mai stata maltrattata così in tutta la mia vita, ma non sono arrabbiata. Spero solo che Nick sappia che appena scoprirà che quella nel video non sono io, sarò io quella a maltrattarlo.
Il primo a scendere da bordo è Steve, seguito da tutti gli altri e con come chiudifila io e Fury.
Siamo tutti tesi come corde di violino. Non sappiamo cosa aspettarci, io non so nemmeno dove mi trovo, e il silenzio che si è venuto a creare attorno a noi non rende le cose più piacevoli.
Peter e Tony sono al mio fianco, e noto che quest'ultimo mi lancia continue veloci occhiate, come se avesse paura che mi succeda qualcosa. Come potrebbe mai, sono circondata dai supereroi più forti della terra.
Mentre loro si guardano attorno pronti a un possibile attacco nemico, io ne approfitto per curiosare, come se fossi in gita.
Alla nostra destra c'è una fitta vegetazione, forse un boschetto, mentre tutto ciò che ci circonda è un tranquillo paesino, probabilmente fuori città.
In giro non ci sono persone, il che rende tutto fin troppo tranquillo.
Sussulto quando sento qualcosa di freddo premermi contro la schiena, proprio in mezzo alle scapole. Solo quando sento un leggero click mi rendo conto che si tratta della canna di una pistola.
Il fiato di Nick si infrange contro il mio collo.
-Prova a dire una sola parola e giuro che ti sparo. L'ho già fatto, e non ho paura di ripetere la cosa- ha una voce diversa, molto meno rauca e di una profondità diversa, più inquietante.
Non ho la minima idea di chi si tratti, ma chiunque sia è stato molto bravo a fingersi un'altra persona.
Deglutisco obbediendo.
Vorrei chiamare Tony, chiedergli di salvarmi il più presto possibile, ma l'unica cosa che posso fare è fissarlo ossessivamente e con gli occhi umidi sperando che in qualche assurdo modo possa sentirmi.
Improvvisamente si gira nella mia direzione.
-Hai detto qualcosa?- chiede lasciando che il casco sparisca.
Sgrano gli occhi incredula. Non può avermi sentita, è impossibile, anche se ormai nulla dovrebbe stupirmi.
La canna della pistola spinge ancora di più contro di me, così mi limito a scuotere la testa in segno di negazione.
I suoi occhioni scuri non si staccano comunque da me, nemmeno quando si ferma.
-Biondino, tuo fratello sta puntando una pistola contro Nicole. Posso ucciderlo adesso o devo aspettare che lui uccida lei?- sospira rumorosamente puntando contro al mio assalitore il guanto luminoso dell'armatura, pronto a sparare come quella volta a Miami.
Tutti si fermano e si voltano a guardare.
-Loki, lasciala- ringhia Thor a denti stretti stringendo con forza il manico di Mijolnir, il suo martello.
Appena sento il suo nome mi pietrifico completamente spalancano gli occhi.
A quanto pare quello che pensavamo, o che meglio io pensavo, essere Nick invece è l'ultima persona che avrei voluto incontrare, anche se in effetti stiamo dando la caccia a lui, quindi era improbabile.
La presa del Dio sui miei polsi aumenta e sento il sangue bloccarsi.
-Fratello, è un piacere rivederti- di nuovo quella voce inquietante.
Sono felice di non poterlo vedere in faccia.
Mi chiedo come abbia fatto ad assumere le sembianze di Nick, e soprattutto dove sia il vero agente dello S.H.I.E.L.D.
-Ed è un piacere rivedere anche te, mia cara- le sue labbra scivolano lungo il mio collo in una mossa che potrebbe anche essere intrigante se non fosse lui a farla.
Rabbrividisco cercando di liberarmi.
-Posa di nuovo le labbra su di lei e giuro che ti faccio diventare una patatina fritta- ringhia Tony mentre il suo viso viene, ancora una volta, coperto dal casco.
Preferirei che invece di fare il geloso mi liberi al più presto possibile.
Vorrei essermi allenata di più con Steve, o almeno di ricordarmi le basi, e invece durante questa settimana mi sono scordata tutto.
Senza spostare la bocca dal mio collo ghigna, e riesco a sentire i suoi denti sfiorarmi la pelle.
-Dov'è Lang?- chiede Steve avvicinandosi di qualche passo.
-Il piccoletto? Da qualche parte nel 2012-
Indietreggia degli stessi passi fatti da lui trascinandomi con sé.
Nel 2012? Nel senso che è tornato indietro nel tempo?
Va bene tutto, ma questa cosa è totalmente impossibile, succede solo nei film.
Cerco con lo sguardo qualcuno che possa tranquillizzarmi, ma l'unico che incontro è quello di Peter che sembra confuso quanto me.
-Ora se non vi spiace ho un pianeta da conquistare e lei mi serve-
Fa passare un suo braccio attorno alla mia vita attirandomi contro il suo petto.
Mi dimeno diverse volte ma con scarsi risultati, è troppo forte per me.
Ovunque mi voglia portare, e per qualsiasi cosa io gli serva non ho alcuna intenzione di andare con lui.
-Mollami Loki- ringhio.
-Ti conviene ascoltarla- lo minaccia Clint brandendo il suo arco con una freccia gia pronta a scoccare dritta nella testa di Loki.
Tutti si preparano ad attaccare, compreso Peter che, proprio come aveva fatto prima Tony, lascia che una maschera rossa gli copra il viso. È come se la frase detta da Clint avesse motivato tutti, finalmente aggiungerei, a salvarmi.
Ancora una volta sogghigna.
Un rumore sordo sopra le nostre teste ci fa alzare lo sguardo a tutti.
Un'enorme navicella, come una di quelle che si vedono nei film, appare dal nulla sopra di noi.
Io spero vivamente di aver visto tutto dopo questo, perché non sono psicologicamente pronta ad altro.
-Rimarrei qui tutto il giorno, davvero, ma ho da fare-
Un luminoso fascio di luce bianco viene come proiettato dalla stessa navicella, e avvolge me e Loki come una tenda.
Pian piano sento il terreno sotto i miei piedi sparire, e non posso evitare di guardarlo allontanarsi. In realtà quella ad allontanarsi sono proprio io.
Caccio un urlo quando la velocità aumenta fin troppo e gli Avengers spariscono dalla mia vista.
Ancora mi chiedo perchè cavolo non sono rimasta a Londra.

spazio autrice
ehiiiii bella gente
come state?
ho scritto questo capitolo fin troppo di fretta, e infatti non è uno dei migliori, ma giuro che mi rifarò con il prossimo.

Tutta colpa del caso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora