18

151 15 1
                                    

Sono passati tre giorni da quella fatidica sera.
Da quel giorno tra me e Tony si creò come una specie di muro. Un muro di vetro. Io potevo vederlo, e lui poteva vedere me, ma nessuno dei due diceva una sola parola. Niente parole, niente baci e niente abbracci. Eravamo diventati come due sconosciuti.
Ma cosa mi aspettavo dal grande Anthony Edward Stark. Già lo sapevo che sarebbe successo questo, lo avevo capito da ben prima di aver visto le sue due nude conquiste a scuola.
Già sapevo che sarebbe arrivato il momento in cui sarei cascata nella sua trappola come una stolta, come una delle sue tante sgualdrine, per poi essere abbandonata e illusa come tale.
Ho provato il giorno dopo a parlargli, più volte, anche per delle cavolate, ma ogni volta mi beccavo un grugnito di risposta, manco fosse un orso. Così mi sono arresa, se lui non vuole avere nulla a che fare con me ho deciso di rendergli le cose più semplici e di non avere io nulla a che fare con lui.

Tiro un pugno contro il sacco da boxe facendolo leggermente traballare. Ho iniziato il giorno stesso in in cui ho deciso di evitare Tony come lui voleva. Cap ha detto che se dovevo essere un'Avenger allora dovevo allenarmi ed essere pronta a ogni pericolo, così mi sta allenando nella palestra della torre.
Non sono così male come pensavo, anzi, sono abbastanza forte. Forse la rabbia che provo nei confronti di Stark mi sta anche aiutando.
-Bene. Però prova a fare così-
Fermo il sacco e guardo Steve che mi mostra sul suo la posizione giusta che dovrei assumere.
Sto attenta a non perdere alcun dettaglio. Dalla collocazione delle gambe, al movimento delle braccia e dei pugni, fino al sedere ben fasciato dai pantaloni della tuta beige.
Stando qui ho appurato ben presto che non c'è un solo individuo tra gli Avnegers che può essere definito brutto. Sono tutti belli, dal primo all'ultimo.
Se dovessi dirlo a qualche mia coetanea rosicherebbe di brutto.
Provo a imitarlo beccandomi un suo risolino a cui non posso non rispondere con un leggero sorriso imbarazzato.
-Ti aiuto- viene verso di me stringendosi le fasce bianche attorno alle nocche.
Mi aiuta a posizionare per terra i piedi e poi si mette dietro di me prendendo tra le mani i miei avambracci.
Posso sentire il suo petto muscoloso contro la mia schiena e il calore del suo corpo sudato contro il mio nella stessa condizione.
Un brivido mi percorre la spina dorsale, e spero vivamente che non lo abbia sentito.
Con un lentamente  e in modo preciso mi sposta le braccia avanti e indietro facendomi vedere il giusto movimento da mettere in pratica.
- Così il pugno è più forte e puoi spaccare il setto nasale a qualcuno- ridacchia poco lontano dal mio collo.
Un altro brivido mi scorre lungo la schiena.
Adoro la sua risata, anche quando è sottile, è così sincera e calda, sembra quasi di essere avvolti da un abbraccio amorevole.
Finalmente mi lascia provare da sola.
Ancora una volta il sacco traballa, questa volta però più pericolosamente.
-Perfetto- si congratula levandosi le bende con cautela. Non so perché, forse per i muscoli contratti che mettono in mostra le vene, o per il fatto che a ogni giro della fasciatura si morde il labbro per il dolore, ma devi dire che vorrei vedere tanto questa scena a rallentatore per godermela al meglio.
-Per oggi abbiamo finito, bambolina- annuncia riponendo tutto dentro al suo borsone.
Appena sento quella parola, quelle fottutissme nove lettere messe insieme, il mio corpo si blocca come congelato. Spalanco gli occhi per poi ridurli a due fessure.
Bambolina, quello stupido soprannome che solo quel cretino di Stark poteva darmi. Sentirlo uscire dalla bocca di qualcun altro mi fa rabbrividire oltre che pulsare il sangue nelle vene per la rabbia.
Nessuno deve chiamarmi così, nessuno. Tranne lui.
Ma lui non lo fa più. No, lui ha preferito ignorarmi, gettarmi in un angolo della sua vita come fossi un foglietto di carta appallottolato. Come se fossi spazzatura.
Tiro con tutta la mia forza un pugno contro il sacco. Seguito da un altro, un altro ancora e un susseguirsi di colpi forti e precisi, finché non cade a terra con un rumore tonfo.
Gli tiro un calcio facendolo rotolare velocemente contro il muro.
-VAFFANCULO- urlo.
Dei passi provengono dalle scale che portano al piano della torre dove ci sono le camere. L'unico piano che io abbia mai visto.
Con gli occhi lucidi e la vista offuscata riesco a vedere solo delle sagome, ma posso distinguerle: Nat, Thor, Bruce e Tony, i fantastici quattro.
-Che succede?- chiede quest'ultimo.
Che succede? Brutto stronzo, mi hai ignorata per giorni interi senza un apparente motivo. Non puoi baciarmi, farmi sentire bene, a casa, e poi abbandonarmi come se fossi una delle tue armature venute male.
-Non lo so- borbotta Steve confuso.
Non è colpa sua, solo che quel soprannome è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ero incazzata da troppo tempo, prima o poi sarei esplosa come una bomba. È brutto trattenere i sentimenti per troppo tempo, ti divorano dall'interno come un parassita.
La sua mano si posa sulla mia spalla e finalmente sento i muscoli rilassarsi.
Il mio petto si alza e abbassa sempre più lentamente, fino a raggiungere il solito movimento regolare.
-È tutto ok Nicole?- chiede premuroso.
Sarà perché è uno dei primi a preoccuparsi davvero ed esplicitamente di me dopo giorni che sono sembrati mesi. O forse è solo perché mi sento debole mentalmente, e in questo momento vorrei solo tornare la Nicole di una volta, quella che stava bene e che non aveva problemi se non quello di studiare per diplomarsi. Ma mi giro di scatto e lo abbraccio scoppiando in lacrime.
Ho sempre odiato piangere davanti ad altre persone, anche quando guardo i film tristi di solito faccio finta di dover andare in bagno e piango. L'ho sempre definito un modo per farsi notare, per far vedere che anche tu hai un lato debole, e puntualmente quando lo metti in mostra le persone lo usano per pugnalarti alle spalle.
Però non sono riuscita a trattenermi, è stato più forte di me.
Con un braccio mi fascia i fianchi stringendomi a lui, mentre con la mano libera mi accarezza dolcemente la schiena.
Mi sussurra parole di rassicurazione, per farmi tranquillizzare.
Non mi importa se ci stanno guardando, se tutti stanno pensando che tra noi ci possa essere qualcosa. Io sto bene, e finalmente non con lui.


spazio autrice
ehiiii, sono viva e sono riuscita ad aggiornare, yeeeeeeeee💫
questo capitolo mi piace particolarmente tanto perché Steve non è uno dei miei personaggi preferiti (quelli sono Loki e ovviamente Tony) però l'idea che Nicole abbia questo rapporto con lui mi piace assai, perché è dolce e gentile.
Ditemi che cosa ne pensate voi

Tutta colpa del caso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora