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Ma perché è tutto un casino?
A volte per me ci divertiamo quasi a rendere tutto più complicato di quello che è, altre volte invece è la vita che si prende gioco di noi e si diverte a vederci impazzire. Nel mio caso mi trovo nella seconda ipotesi.
Osservo Tony sedersi sul divano, mentre io mi accomodo sul dondolo stile Western. Non mi va di stare vicino a lui, già solo averlo nella stessa stanza, nella stessa casa, mi mette pressione.
I suoi occhi si posano su di me, e accenna un piccolo quasi invisibile sorriso diverso dai suoi soliti. Non è strafottente, è quasi cordiale, gentile e rassicurante.
Rimaniamo in silenzio qualche minuto. Un silenzio rotto solo dal rumore delle lancette dell'orologio a muro. Sembra uno di quei momenti di suspense nei film di cowboy, quando al posto dell'orologio, però, c'è un cespuglio di rovi che rotola sulla sabbia calda.
Inquietante...
Distolgo lo sguardo per poi depositarlo sul fascicolo sopra le mie ginocchia. Mi mette in soggezione, come se mi stesse urlando di leggerlo, di smetterla di pensarci troppo e di togliermi subito il pensiero. Fosse così semplice. L'ultima volta che l'ho fatto ho scoperto di essere una manipolatorice di menti, probabile assassina e di essere stata rapita da chissà chi, sicuramente non dele informazioniche una normale ragazza vorrebbe leggere. Ma tanto io non sono una di quelle, giusto?
Lentamente lo apro mentre sento che Tony mi sta guardando con attenzione, come se anche lui stesse aspettando di scoprire quello che c'è scritto.
Le prime informazioni sono le stesse, per un attimo avevo sperato che ci fosse scritto qualcosa di più bello, tipo che in realtà ero una persona normale e che era tutto uno scherzo, ma forse non ci avrei creduto.
Noto che il pezzo di pagina che era stato strappato è stato riattaccato in maniera molto infantile con tanti piccoli pezzetti di scotch, e si combina alla perfezione.
stata fatta prigioniera dallo S.H.I.E.L.D dopo che lo stesso Loki ha tentato di ucciderla. Nel suo corpo, grazie all'aiuto di TonyStark e del dottor Banner è stata impiantata un'intelligenza artificiale di nome Friday, creata dal signor Stark, che le ha salvato la vita con avidenti effetti collaterali, tra cui la perdita di memoria."
Tutti noi abbiamo provato almeno una volta nella vita quel momento in cui una cosa sembra così assurda, incredibile, che facciamo fatica a crederci. Ecco, questo è uno di quei momenti.
Poso lo sguardo su Tony. Uno sguardo sconvolto, incredulo.
Mi ha salvato la vita dopo che io ho provato a conquistare il mondo, e probabilmente dopo che ho provato ad uccidere lui o qualche altro membro degli Avengers. Loro mi hanno accolta, mi hanno detto che mi avrebbero protetta da Loki, ma la verità è che dovevano proteggermi da me stessa.
-Va tutto bene?- chiede premuroso.
Li ho mandati a quel paese e considerati dei mostri, ma non lo sono, per niente.
-Sì. Io...- non so nemmeno cosa dire. Vorrei scusarmi, scusarmi per come l'ho trattato, per come mi sono comportata e per essere scappata, ma nè io nè loro ne abbiamo la colpa.
-Non ti preoccupare- si alza e viene verso di me a passo sicuro ma leggero.
Mi porge una mano. Una delle sue grandi mani dalla stretta decisa e calda.
-Torniamo alla torre- sorride dolcemente, lo stesso sorriso di quando ci siamo abbracciati nel mio letto. Sembrano passati mesi da allora, invece si tratta solo di due settimane o poco più. Il tempo è assurdo.
Faccio per afferrarla, ma un click sonoro ci fa voltare entrambi verso la porta.
Phil è sull'uscio e punta una pistola verso la testa di Tony. Ha un'aria diversa dal solito, quasi malvagia, arrabbiata.
Non sapevo nemmeno avesse una pistola, ma in America tutto è concesso, diversamente dall'Europa.
-Stark allontanati- ringhia a denti stretti tenendo il dito in prossimità del grilletto, pronto a sparare in ogni istante.
Sta diventando sempre tutto così strano, sembra che ovunque io metta piede succedano casini su casini.
Sento ogni mia cellula, ogni angolo della mia pelle, tremare. Non mi era mai capitato di trovarmi in una situazione del genere, ma probabilmente dovrò farci l'abitudine.
Tony fa qualche passo indietro, lontano da me, alzando le mani in segno di arresa.
-Ora prendi le manette che ci sono nel cassetto e dalle a Nicole- gli indica con un movimento dell'arma il comodino vicino al bracciolo del divano.
Obbedisce senza nemmeno battere ciglio. Non sembra per niente spaventato, o anche solo preoccupato, si limita a fare tutto quello che dice con tranquillità, come se fosse tutto nella norma.
Me le porge e io non posso che afferrarle con le dita tremanti.
-Ammanettalo al divano- mi ordina. Guardo prima Phil e poi Tony, sperando in quest'ultimo una qualche, anche minima, rassicurazione, che ovviamente non arriva. Si limita a mimare con le labbra un flebile 'fallo' che non ammette negazioni.
Stringo una delle manette attorno al suo polso, stando attenta a non esagerare per paura che gli possa fermare il sangue. Ancora una volta cerco un suo incoraggiamento, ma lui è troppo occupato a guardare in cagnesco quello che dovrebbe essere un mio amico.
Sono stata in casa con un ragazzo del genere?
L'altra la allaccio al bracciolo del divano.
-Bene ora allontanati- mi ordina ancora una volta.
Se fosse stata una situazione normale mi sarei incazzata, odio quando mi danno gli ordini. Ma siccome ho a che fare con un pazzo armato direi di lasciar stare.
Mi allontano di qualche passo.
-Ragazzo, Loki ti sta fottendo il cervello-
Con tutta la calma di questo mondo Tony si mette a gambe incrociate per stare più comodo.
Phil ghigna malvagio, agitando la pistola senza il timore che possa partire un colpo.
-Oh signor Stark, il mio cervello non è mai stato più sano di adesso-
Noto, purtroppo, che si avvicina pericolosamente a me. Non riesco nemmeno a muovere un muscolo dalla paura.
Fa per afferrarmi un polso con tutta la cattiveria che ha in corpo, ma è costretto a bloccarsi quando Zeus gli salta addosso facendolo cadere a terra.
La pistola scivola sotto la poltrona mentre il mio cane gli tiene la mano stretta tra le fauci ringhiando.
Non lo avevo mai visto così aggressivo, mentirei se dicessi che non sono sorpresa.
-Stupida bestiaccia- cerca di colpirlo più volte, ma con un'assurda agilità riesce a schivare ogni pugno o calcio.
Sobbalzo quando sento la porta venire letteralmente buttata giù con un calcio.
Due agenti dello S.H.I.E.L.D armati di giubbotto antiproiettile e pistole fanno il loro ingresso seguiti da Steve in tenuta da Capitan America.
Entrambi gli puntano addosso le canne, e finalmente Zeus si decide a mollare la presa facendosi da parte.
-Che bello, è arrivato l'uomo in calzamaglia blu a strisce rosse- borbotta Tony roteando gli occhi annoiato.
Steve si leva il caschetto blu mettendo in mostra un bel livido viola attorno all'occhio sinistro.
-Come sono le manette Stark?- chiede sarcastico.
Devo ammetterlo, hanno uno strano modo di relazionarsi, soprattutto dopo che ci ha salvato la vita.
Gli occhi azzurri del capitano si posano su di me, e quando sorride finalmente riesco a tirare un sospiro di  sollievo.
-Come stai Nicole?- domanda premuroso vedendomi incontro.
Appoggia una mano sulla mia spalla e la massaggia dolcemente, riuscendo a farmi distendere i nervi.
Annuisco sorridendo. Non riesco ancora a parlare, ma sono veramente felice che sia qui.
-Don Giovanni, mi liberi?- sbuffa Tony agitando il polso ancora ammanettato.
Steve tira fuori da dietro la schiena il suo scudo, e con un movimento forte e deciso spezza la stretta delle manette.
Lasciandoli ai loro battibecchi mi volto alla ricerca di Zeus, e lo vedo scodinzolare seduto ai piedi di uno degli agenti che gli sta infilando una pettorina a giubbotto. Sulla tasca destra posso scorgere il simbolo dello S.H.I.E.L.D, che mi lascia a bocca aperta.
-Ottimo lavoro agente Zeus- si congratula mettendosi in posizione militare. Il mio cane abbaia due volte e poi torna a scodinzolare.
Agente?
Troppe cose. La mia testa sta assorbendo troppe cose in una sola giornata. Probabilmente non sopravviverò quest'anno.

spazio autrice
ehiii sono tornata💕
scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare, personalmente non sono neanche tanto soddisfatta del capitolo, ma ho avuto davvero poco tempo

Tutta colpa del caso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora