Capitolo 31

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Michele pov's

Appena Lucia finii di suonare, io riaprii gli occhi. Mi alzai e mi misi in piedi difronte a lei. Lei mi guardava dal basso verso l'alto con un'espressione interrogativa sul volto.
Una lacrima sgorgò dal mio occhio destro e mi rigò la guancia. Lei allora senza dire una parola mi abbracciò.
Io rimasi un po' spiazzato da quel gesto ma ne fui molto commosso e ricambiai quell'abbraccio così famigliare quanto lontano nei ricordi di un bambino di otto anni che tiene in braccio una bambina ricciolina che rideva al vedere le espressioni buffe che il fratello le faceva per farla divertire.

Poi Filippo guardò la sorella con fare interrogativo. Lei sciolse quell'abbraccio e mi accompagnò in salotto dove mi fece sedere sul divano.
Sara aveva portato uno scatolone dalla soffitta e aveva cominciato a sfogliare un album fotografico.

Io mi avvicinai e subito ci sedemmo tutti sul divano a sfogliare le foto. All'inizio mi sentii a disagio in mezzo a quella che avrebbe dovuto essere la mia famiglia, ma Sara mi disse:
"Siediti Riccardo, abbiamo molte cose da raccontarci"
Riccardo? Chi era?
"Riccardo?" Chiedi incerto.
"Sì, ti avevamo chiamato così"
"Oh"
Riccardo... era il nome più bello che avessi mai sentito. Mi piaceva. E mi sarebbe piaciuto se fosse sempre stato quello.
"Ma prima delle foto..." aggiunse Sara "dobbiamo dare uno sguardo a queste" disse, prendendo dei fogli leggermente incalliti dagli anni e porgendoli a suo marito.

Lui lèsse la particolare intestazione famigliare di quelle lettere:
"Affidamento ad Eichen house
Documenti"
Eichen house, era tutto quello che ricordavo della mia infanzia: due muri bianchi, un letto con le sponde di metallo, delle infermiere vestite di blu, cibo orribile, e poi quando "finalmente" tornavo a casa. O meglio, quella che pensavo fosse la mia casa.

Lorenzo continuò a leggere:
"Gentile segretaria di Eichen hause
Dati gli ultimi e ripetuti avvenimenti accaduti con Riccardo, vi chiediamo di considerare la nostra richiesta di affidamento a breve termine.
Aspettiamo vostre notizie.
Sara e Lorenzo Ravani."
Ma questo non ero io!!! I miei genitori mi avevano sempre chiamato Michele, ma perché?
"Gentili signori Ravani,
Abbiamo accolto la vostra richiesta, provvediamo a preparare la stanza per Riccardo.
A presto
Eichen hause"

Poi proseguì con la lettera successiva.
"Gentili signori Ravasi,
Volevamo informarvi che purtroppo Vostro figlio non migliora.
Speriamo in meglio.
Eichen hause"

E poi ancora:
"Gentili signori Ravasi,
È con grande dispiacere che vi annunciamo la morte di vostro figlio.
Le più sentite condoglianze
Eichen hause"

Ahia.
Forse mi ero sognato tutto. Forse io non ero Riccardo e loro figlio era davvero morto.
Vidi una lacrima sgorgare dall'occhio destro di Lucia.
Sua madre la abbracciò e fece notare a tutti una cosa che io non avevo notato
"Nelle ultime due lettere sbagliano il cognome"
Ah.
Ecco.
Ravasi era il mio cognome.
Ravani il loro.
Non ci avevo fatto caso.
Ma allora cosa era successo veramente?
"Non sarà solo un errore di battitura" chiesi io.
Ma lei mi rispose prontamente.
"Nelle lettere in cui sbagliano il cognome non dicono il tuo nome."
Sarà stato un caso, pensai io, ma non lo dissi ad alta voce.

Spazio autrice:

Hey, come state?
Scusate il capitolo un po', come dire, letteroso😅
Eh nulla, lasciate una stellina e/o un commento se vi va.
SI ACCETTANO ANCHE CRITICHE COSTRUTTIVE
Ah poi volevo avvisarvi che settimana prossima non uscirà il capitolo, a tornerò il bene successivo con il prossimo capitolo.
Bye💕
Sara

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