Capitolo 32

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Poi Filippo disse:
"Mamma, papà, potete spiegare perché lo avete mandato in quell'ospedale?"
Sara guardò suo marito, che prese la parola:
"Allora, come qualche mese fa vi abbiamo raccontato che un po' meno di quindici anni fa, Riccardo aveva solo undici anni e adorava andare in bicicletta. Un giorno un'auto gli venne addosso facendolo cadere e facendogli sbattere la testa. Noi lo portammo subito in ospedale, dove gli diedero le cure necessarie, ma quando si svegliò eravamo con lui e non riconobbe nessuno di noi. Pensavamo che fosse solo per la botta e che poi si sarebbe ripreso e, dopo una settimana in ospedale, lo portammo a casa con noi, ma Riccardo non migliorava, e la sua memoria non tornava, per di più di notte scappava di casa e più volte lo trovammo sul bordo di qualche ponte o sul tetto di un palazzo, pronto a buttarsi. Così, a malincuore, decidemmo di scrivere a diverse case di cura in cerca di aiuto, ma senza successo.

Una notte lo cercammo ovunque senza trovarlo, ci spaventammo moltissimo e guardammo dappertutto con l'aiuto dei nostri vicini, fino a che non lo trovammo sulla riva di un fiume poco lontano da casa, vivo ma svenuto. A quel punto chiamammo l'ultima casa rimasta: Eichen hause. Eichen hause non è solo un semplice istituto. Ci vivono persone molto pericolose per se stessi e per gli altri. Riccardo era pericoloso per se stesso dato che più volte ha tentato il suicidio. Volevamo evitare di mandarlo lì, perché avrebbe significato non vederlo per molto tempo, forse per sempre. Tuttavia in quel momento non vedemmo altre vie possibili per salvargli la vita, così decidemmo di chiedere se c'era posto per lui.

In queste lettere chiedevamo a questa casa di prendersi cura di Riccardo fino a quando non sarebbe migliorato, e, data la risposta positiva, ce lo portammo subito.

Per quanto riguarda te" disse guardandomi "stiamo cercando di capire come tu faccia ad essere vivo, e come mai ti fai chiamare Michele, e per questo pensavamo di contattare quelli che fino ad ora sono stati i tuoi genitori."
Dentro di me sapevo che i miei genitori non avrebbero mai voluto parlare con loro. Non erano mai stati interessati alla mia vita e dubitai che lo avrebbero fatto in quelle circostanze. Non volevo però distruggere la speranza di quella famiglia, così acconsentii a parlare con i miei genitori (o quelli che credevo fossero le persone che mi avevano cresciuto) e ad organizzare un incontro con Sara e Lorenzo.

Spazio autrice

Hey, come state?
Secondo voi chi sono i veri genitori di Miky?
Vi ricordo di lasciare una stellina e/o un commento per sapere cosa ne pensate.
A venerdì con il prossimo capitolo
Bye💕
Sara

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