Capitolo 9

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Il giorno seguente, dopo la scuola tornai subito a casa. Volevo sapere di più su Riccardo.
Appena entrai, andai a posare lo zaino e mi fiondai sul divano.
Mia mamma era in cucina, mio padre era appena tornato dal lavoro.
Mio fratello entrò poco dopo di me e andò in camera sua, mentre Carlotta stava facendo i compiti.
Andai da mia madre e le feci notare che stavo aspettando che mi dicessero qualcosa. Lei guardò mio padre con uno sguardo indecifrabile misto a preoccupazione. Poi chiamò Filippo e Carlotta in salotto.
Ci sedemmo sul divano e mio padre prese la parola:
"Sapete chi è Riccardo?"
"Si" risposimo noi tre in coro.
"Ok, allora, tutto cominciò un po' meno di quindici anni fa, vostro fratello aveva solo undici anni ed aveva un sacco di hobby, tra cui andare in bicicletta. Un giorno però fece un incidente, un auto gli venne addosso facendolo cadere e facendogli sbattere la testa. Io e vostra madre lo portammo subito in ospedale, dove gli diedero le cure necessarie" disse nostro padre "quando si svegliò eravamo con lui ma non riconobbe nessuno di noi" continuò nostra madre con voce flievole e lo sguardo perso nel vuoto "pensavamo che fosse solo per la botta e che poi si sarebbe ripreso. Così, dopo una settimana in ospedale, lo portammo a casa con noi, tentammo di riportare la nostra vita alla normalità, ma Riccardo non migliorava, la sua memoria non tornava e..." la voce di mia madre si incrinò e mi accorsi delle lacrime che stava trattenendo, mio padre le appoggiò una mano sulla spalla e continuò "di notte scappava di casa e lo trovammo più volte sul bordo di qualche ponte pronto a buttarsi. Così decidemmo di scrivere a svariate case di cura in cerca di aiuto, ma senza successo. Una notte lo cercammo ovunque senza trovarlo, andammo in panico mentre guardavamo dappertutto con l'aiuto dei nostri vicini, lo trovammo poi sulla riva di un fiume poco lontanto da casa, vivo ma svenuto. A quel punto chiamammo l'ultima casa rimasta: Eichen hause." "Lucia tu ieri hai trovato delle lettere tra noi e Eichen hause, giusto?" Annuii con le lacrime agli occhi, consapevole che se avessi provato a parlare sarei scoppiata a piangere "Ecco, in quelle lettere chiedevamo a questa casa di prendersi cura di Riccardo fino a quando non sarebbe migliorato. E così lo portammo là." Mio padre fece una lunga pausa, e mio fratello lo incitò a continuare.
"Lucia ha trovato anche le risposte di Eichen hause, speravamo di non doverne mai parlare, ma..." disse passando le lettere a Filippo e Carlotta, che le lessero velocemente e poi alzarono lo sguardo sconvolti "ci dispiace davvero tanto di non avervene mai parlato..." disse mia madre con un viso triste "Mamma stai tranquilla, lo capiamo solo che, ecco..." "Dovevate parlarcene! Siete i primi a dire che non dobbiamo nascondere niente, che siamo una famiglia! E voi cosa fate?! Non ci parlate di una cosa così importante?" Esplosi io interrompendo Filippo, sapevo che la mia reazione era esagerata ed ingiusta però mi sentivo così arrabbiata, triste e sconvolta, non sapevo più a cosa pensare e tutti quei pensieri mi frullavano in testa. Mi alzai e corsi in camera mia sbattendo la porta, per poi buttarmi sul letto piangendo.

***

Quando mi svegliai mi trovavo sul letto ancora vesita, dovevo essermi addormentata, presi il telefono e guardai l'orario, erano le 22:36. Samuele mi aveva scritto quindi gli risposi che ero riuscita a farmi dire qualcosa, dopodiché tornai a dormire.

***

Il giorno seguente dopo la scuola Samuele organizzò un'uscita con Nathan e Nicola in modo da "farmi pensare ad altro".
Passai una serata bellissima con i miei amici, anche se una parte di me sperava sempre di poter chiarire con Matilde e Filippo.

***

Quando arrivai a casa, mio fratello venne in camera mia:
"Cosa vuoi?" Gli chiesi
"Parlare" disse lui semplicemente
"Oh e di cosa vorrebbe parlare Filippo con sua sorella dopo settimane?"
"Di noi" noi chi? Rimasi perplessa e arrabbiata allo stesso tempo.
"Noi chi?"
"Noi"
"Ti vuoi spiegare meglio?"
"Mi spiace di averti trascurata tanto"
"Ah si? E a Matilde dispiace?"
"Si, domani vorremmo parlare con te a proposito di questo"
"Se me ne volete parlare domani cosa sei venuto a fare stasera?"
"Sono venuto a scusarmi con te"
"Le uniche scuse che accetterei sarebbero quelle che sono accompagnate da una spiegazione"
"Domani saprai tutto"
"E allora vieni a scusarti domani." Risposi secca.
Lui mi guardò triste e se ne andò chiudendo la porta dietro di sé.

Spazio autrice
Hey, come state?
Ve la aspettavate la storia di Riccardo?
Secondo voi di cosa vogliono parlare Filippo e Matilde con Lucia?
Lasciate una stellina e/o un commento se vi va💕
A venerdì con il prossimo capitolo.
Bye😘
Sara

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