Capitolo 4 ⁓ Sindrome di Hanahaki

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Suga's POV

I petali sono di fiore di ciliegio, piccoli e rosa, così delicati e fragili, proprio come me adesso. Ne prendo uno tra le mani e lo accarezzo leggermente osservandone le venature più scure che ne rigano la superficie. Mi perdo nell'ammirarlo mentre viaggio con la mente verso un momento lontano. Eccomi a rivivere un caldo pomeriggio di metà primavera, dove un vento tiepido soffia sul prato verde sul quale siamo sdraiati io e Daichi. I sakura planano dolcemente, trasportati dalla brezza, sopra di noi; ad un certo punto il castano ne afferra uno e lo posa tra i miei capelli, sorridendomi con quel sorriso che mi ha sempre reso felice ma che ora mi rammenta che non sono io il motivo di quella gioia.

Improvvisamente torna a farsi sentire la fitta al petto e una seconda ondata di petali finisce nell'acquaio. Dopo aver ripulito accendo il computer, digito vomitare fiori su Google e scorro i risultati della ricerca fino a quando vedo una pagina di Wikipedia. È intitolata Sindrome di Hanahaki e le prime righe recitano così:

La Sindrome di Hanahaki è una rara malattia causata da un amore non corrisposto. La persona che contrae la malattia vomita o tossisce sangue e petali di una pianta che cresce nei suoi polmoni; con l'avanzare della sindrome si tossiranno fiori completi e la pianta diventerà abbastanza grande da render impossibile la respirazione, se non trattata.

Un moto di orrore mi coglie facendomi scattare in piedi e allontanare dal monitor, ma la curiosità mi spinge a continuare a leggere.

Non esiste un tempo prestabilito per la durata di questa malattia, ma può durare da 2 settimane a 3 mesi, in rari casi fino a 18 mesi, fino alla morte della vittima, a meno che i sentimenti non vengano restituiti o le piante vengano rimosse chirurgicamente. Non c'è nemmeno un fiore fisso che sbocci nei polmoni, ma potrebbe essere il fiore preferito o il colore preferito dell'innamorato. Il morbo può essere curato attraverso la rimozione chirurgica delle radici delle piante, ma questa escissione ha anche l'effetto di cancellare i sentimenti del paziente e i ricordi dell'innamorato. Può anche essere curata dalla reciprocità dei sentimenti della vittima, questi però non possono essere sentimenti di amicizia, ma devono essere di amore genuino.

Quindi, o mi sottopongo all'intervento o morirò soffocato dal fiore che si trova nel mio sistema respiratorio, visto che Daichi non mi ama, e con questa consapevolezza torno a dormire.

Dopo una notte terribile mi risveglio per la quinta volta nelle ultime ore, vado in cucina, dove trovo mia mamma che sta facendo colazione e lei mi sorride salutandomi. «Ciao Kōshi, hai dormito bene, tesoro?» Mia mamma è molto gentile e comprensiva, anche severa all'occorrenza, ma è come se fosse la mia migliore amica, con cui posso confidarmi in qualunque occasione. È stata la prima con cui feci coming-out, lei mi rispose «Credi che non lo sappia già, sono tua madre Kōshi, ti conosco da prima che nascessi» e si mise a ridere per l'espressione che feci nel sentire quelle parole.

«No, mamma»

«Oh, come mai? È successo qualcosa?»

«Si, Daichi esce con Michimiya Yui, il capitano della squadra femminile di pallavolo. Ieri li ho visti baciarsi e lui mi ha dato la conferma»

«E poi?» mi chiede osservandomi con un sorriso triste, come se, ancora una volta, sapesse già cosa so per dire.

«Stanotte mi sono svegliato, il petto ha cominciato a farmi male e sentivo di dover vomitare. Perciò sono andato in bagno ma ho sputato dei petali: ho la Sindrome di Hanahaki»

«Oh, Kōshi» sussurra mentre mi stringe in un forte abbraccio, ha la voce di chi sta per scoppiare a piangere.

«È incurabile, mamma, a meno che Daichi non ricambi i miei sentimenti o che io mi sottoponga ad un intervento per rimuovere la pianta»

«Lo sai, non navighiamo nell'oro, ma per saperti in salute farei questo e altro»

«Mamma»

«Dimmi»

«Ho deciso di non farlo...»

«Perché?»

«Non voglio dimenticarmi di lui, di tutto quello che è stato, io non posso»

«Come, non puoi? Non ti rendi conto che si tratta della tua vita?!» si sente la disperazione nella sua voce. «Non puoi buttare via la tua vita in questo modo per un ragazzo» mi ha preso il viso tra le mani e mi fissa con i suoi occhi verdi, come se tentasse di memorizzare i miei lineamenti nella propria mente.

«Non posso dimenticarmi di quello che ho vissuto, di quei bei momenti, sono parte di me e liberarmene sarebbe come strappare una parte del mio essere. Non ci riesco»

«Potremmo crearne di nuovi, potrai conoscere, amare altre persone che ti renderanno felice. Non lasciarmi, ti prego» le lacrime rigano le guance di entrambi, facendoci arrossare gli occhi e spezzandoci la voce.

«Mamma, sto per morire e gli ultimi mesi che mi restano da vivere voglio passarli insieme alle persone che amo: te, Keisuke, Daichi, Oikawa, Asahi, Kiyoko e tutti gli altri. Anche se questo significa soffrire»

«Ma tu sei mio figlio, come posso io lasciarti morire senza fare nulla?!»

«Stai vicino a me, come hai sempre fatto, mamma»

«Va bene, oggi staremo insieme, lasciami avvertire la scuola e il lavoro»

«Grazie mamma, ti voglio bene»

«Anche io, tesoro. Anche io.» E mi lascia un bacio tra i capelli.

Angolo Autrice 

Hey!!!! Come state? Io bene anche se devo studiare tantissimo. Scusate per il ritardo, ma sono riuscita a pubblicarlo. Spero che vi sia piaciuto. Ammetto che scrivendolo mi è scesa qualche lacrimuccia. Ci vediamo mercoledì con il quinto capitolo😁

Baci, Blu 💙💙💙

Il fiore più bello {Diasuga}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora