Capitolo 13 ⁓ Rivelazioni

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Daichi's POV

Ce l'ho fatta!!! L'ho invitato ad uscire!!! Beh, a lui ho detto che dovevo studiare ed è vero ma no, oggi no. Oggi devo dirgli quello che provo e lo farò. Da quando ho realizzato i miei sentimenti ho sentito il bisogno impellente di dichiararmi, anche se non ne so il motivo, è l'istinto che mi guida (almeno credo) e mi assicura che è la scelta giusta da fare.

Parlare con Suga è estremamente rilassante perché riesce ad ascoltare con interesse dando agli altri la possibilità di liberarsi dei propri pesi; inoltre il tempo vola quando sono in sua compagnia e ne vorrei passare ancora insieme per percepire questo benessere. Dopo quelli che a me sembrano solo pochi minuti, ci sediamo in classe continuando a chiacchierare amabilmente degli argomenti più disparati ma veniamo interrotti dall'arrivo dell'insegnante che ci invita a rimandare i nostri discorsi a più tardi. Se con il ragazzo dai capelli grigi il tempo scorre in fretta, durante le ore di lezione sembra fermarsi, soprattutto se si tratta di fisica, quindi sposto il mio sguardo e i miei pensieri verso un soggetto molto più gradito, lasciando che la mia mente si diverta a creare una sequenza di sogni ad occhi aperti su una possibile relazione con il ragazzo dai capelli argentei.

Quando finalmente usciamo, ci avviamo in direzione opposta a casa mia verso il parco dove ho pensato di confessargli quello che provo per lui.

«Daichi, casa tua è dall'altra parte» osserva dopo poco il ragazzo al mio migliore amico.

«È vero, ma abbiamo tutto il pomeriggio ed è una bella giornata, andiamo a fare un giro in centro e poi torniamo»

«Scappiamo dai nostri doveri, capitano» ridacchia il ragazzo accanto a me facendomi arrossire per l'imbarazzo.

«N-no, credevo che sarebbe stato meglio rilassarsi un po' prima di studiare» balbetto mentre Suga mi stuzzica toccandomi ripetutamente la spalla e sussurrando «Certo, certo»

Quando arriviamo vicino al parco lo porto al bar Il corvo bianco, che si trova lì di fronte, dove ordiniamo due cioccolate calde da sporto fumanti e, tenendole tra le mani, usciamo. Il giardino pubblico è piuttosto grande, pieno di aiuole, fontane e panchine; su una di queste ci sediamo noi per gustarci la bevanda, talmente bollente da scottarci la lingua, ed osservare lo scorrere dell'acqua sulle pietre della fonte che crea improbabili giochi di luce.

«Era tantissimo che non passavano del tempo insieme, non è vero?» domando all'altro ragazzo che si risveglia dalla contemplazione dell'ambiente circostante.

«Si, è vero. Siamo stati entrambi molto impegnati con la scuola, la pallavolo, altre faccende personali...»

«Non ti è mancato?»

«Cosa?» dice guardandomi negli occhi curioso.

«Tutto questo: io, te e nessun'altro»

«Si, mi è mancato» mormora tornando a fissare il vuoto.

«Sai, è da un po' che me lo chiedo; Suga, di notte dormi?»

«Ma che domanda è! Certo che dormo, cosa credi che faccia?» risponde lui con una risata che lascia trasparire il suo nervosismo «Non c'è niente di cui essere turbati, studio solo per gli esami che ci attendono dopo il torneo di primavera. E dovresti farlo anche tu.»

«Ti preoccupi sempre troppo per gli altri e mai per te stesso» affermo con sicurezza «Non dovresti trascurati in questo modo o ne andrà della tua salute»

«Ormai questo non è più importante tanto m-» si interrompe tappandosi la bocca con le mani, ormai libere dal bicchiere di carta, come se si fosse accorto di essere sul punto di rivelare qualcosa di proibito.

«Non è più importante perché» che suona più come una constatazione che come una richiesta, ma il vice capitano non proferisce alcuno suono «Perché? Perché non me lo vuoi far sapere, perché? Perché, Suga, dimmelo» lo supplico stringendogli le mani.

«Arrivati a questo punto non posso nascondertelo più. Ti chiedo solo di non interrompermi»

«D'accordo»

«Hai mai sentito parlare della Sindrome di Hanahaki?»

«Non credo»

«Bene, ai tratta di una rara malattia degenerativa e io ce l'ho. In pratica, se sei vittima di un amore non corrisposto nasce nei tuoi polmoni una pianta che fa tossire petali e gocce di sangue e cresce fino a bloccare la respirazione facendo morire soffocato colui che l'ha contratta»

Sono senza parole, o meglio, ho fin troppi pensieri ed emozioni che non riesco ad esprimere. Paura, dispiacere, sorpresa, frustrazione, rabbia, incertezza.

«Da quanto ne sei a conoscenza?» chiedo timoroso.

«Otto mesi»

Mi faccio coraggio e pongo la domanda fatale:«Chi è?»

«Sei tu»

Mi crolla il mondo addosso.

Tutte le questioni evitate, le risate nervose, i falsi sorrisi, gli sguardi distolti, le risposte mancate; tutto era per nascondere il dolore. Un dolore tale da far venire le occhiaie dall'insonnia, il fiato corto, l'aspetto emaciato, l'espressione spenta, i sospiri pesanti di una lenta morte interiore.

E io ne sono la causa.

Il silenzio calato dopo la terribile rivelazione viene rotto da un mio lungo respiro per, poi, dire:«In realtà ti ho portato qui per confessarti un segreto» non ricevendo alcun segnale continuo:«È successo molto tempo fa ma ho impiegato tre anni per realizzarlo...»

«Suga ti amo»

Riesco appena a pronunciare queste poche sillabe che mi ritrovo le labbra del grigio sulle mie, le sue braccia strette al collo e le mie intorno alla sua vita dando origine al miglior bacio che mi abbiano mai dato. Le labbra calde dal sapore di cioccolato si muovono sulle mie risvegliando le farfalle nel mio stomaco e un brivido mi percorre la schiena.

«Ti amo anch'io Daichi» mi sussurra nell'orecchio il mio migliore amico, cioè fidanzato.


Angolo autrice

Eccomi!!! Per chi stava aspettando il capitolo, scusate sono in ritardo ma volevo impegnarmi particolarmente questa volta. Spero di aver dato una degna conclusione a questa storia e vi saluto.

Baci Blu 💙

Il fiore più bello {Diasuga}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora