Quando ogni anno si presenta una festa che ti pone, più degli altri giorni, al centro della mia attenzione vorrei scriverti mille parole affettuose che riescano a farti capire il bene che ti voglio (che ti vogliamo tutti qui in casa) e magari, perché no, strapparti anche una lacrima dolce. Anche solo per dirti quello che tutti i giorni non si dice ad alta voce per imbarazzo magari, o forse per paura. Ma puntualmente non scrivo nemmeno una parola. Essenzialmente perché non so farlo - il che è ironico se pensi a tutte le volte che mi sono atteggiata a "scrittrice" davanti a te per dimostrarti che qualche cosa di buono so farla anche io.
Ci ho provato spesso a molti compleanni, alle feste della mamma passate e persino agli onomastici ma non riuscivo a trovare le parole giuste. Questo continuavo a ripetermi quando alla fine posavo la penna e mi arrendevo.
E non è cambiato molto anche questa volta, in realtà. Finisco sempre per sfociare nel classico e banale "ti voglio bene", ripetuto fino alla nausea nelle letterine che ti scrivevo quando ero piccola.
Però sai in questo ultimo anno ci ho pensato un po' su e ho capito che non esiste una parola che possa avvicinarsi a quell'amore che si prova per una mamma e che forse quel "ti voglio bene" o, ancora meglio, quel "ti amo" è la cosa che ci si avvicina di più, anche se magari "banale".
Banale un po' come quegli abbracci che ti vengo a chiedere perché ho bisogno del tuo calore quando mi sento sola, o del tuo conforto per quei drammi che mi prendono tutti i giorni ma che non ti racconto, o perché voglio solo dirti che ti voglio bene senza dirtelo, o ancora per chiederti scusa quando ti rispondo male perché ancora non so come ci si comporta e mi nascondo dietro l'idea che sono in piena adolescenza - e per questo sono giustificata - ma poi mi rendo conto che non riesco ad essere serena sapendo di aver litigato con te.
Quando quest'anno mi sono ritrovata in momenti non del tutto floridi, ignorata da quelle che credevo essere le persone più vicine a me, quelle che avrebbero dovuto capirmi meglio degli altri e a cui sarebbe dovuto importare quello che mi passava per la testa, ho capito che in realtà l'unica a cui interessa la vera risposta alla domanda "sei felice?" sei tu. A volte rimpiango di non averlo afferrato prima. Di averti mentito, credendo che non mi avresti compresa appieno. Di averti fatto pensare che le altre mamme erano meglio perché le loro figlie ci erano arrivate mentre io non ancora. Ma sai come si dice: meglio tardi che mai, no? Ebbene finalmente l'ho capito. Ho capito che non serve scriverti parole ardite per convincerti che ti voglio bene finché posso venirti ad abbracciare, che non serve circondarsi di amici finché posso venire a stendermi accanto a te per parlare e che non servono gesti eclatanti perché sia tu a voler bene a me. E questo è il motivo per cui concluderò nel modo più banale che esista questa "lettera".
Perché tanto che ti amo lo sai già.Buona festa della mamma.
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Closed eyes
Short StoryQuesta è una raccolta di one-shot vari dove esprimo i miei pensieri, le mie paure, i miei sogni, i miei desideri o semplicemente dove metto quelle storie troppo brevi per essere pubblicate sa sole. Quindi è proprio come fosse un'enorme scatolone dov...