- IO SONO NESSUNO -

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Riesco a sentire intorno a me cosa succede. Non tanto. Solo delle voci confuse. Continuo a sentire la voce che veniva dall'auricolare, probabilmente è la stessa persona; insieme a lui c'è un uomo abbastanza vecchio, credo, ha una voce bassa e rauca.

Dopo circa 30 secondi riesco di nuovo ad aprire gli occhi, sto ancora cercando di mettere a fuoco le cose che mi circondano mentre mi rendo conto che sono legata ad una sedia, le mani ai braccioli di metallo e i piedi alle gambe della sedia; in più mi hanno legato il petto allo schienale con una fascia in cuoio.

Cerco di capire se ho una possibilità di liberarmi ma non ho la forza di staccarmi da quella fottuta sedia. Mentre esamino la situazione la porta si apre ed entra un uomo: ha circa 60/70 anni, ha la pelle olivastra, calvo, vestito completamente di nero e ha una benda sull'occhio destro che ricorda un po' quella di un pirata.

L'uomo tiene le braccia dietro la schiena, mi scruta da capo a piedi e poi si rivolge a me

«Ci hai fatto penare per portarti qua»

io non rispondo resto in silenzio ad osservarlo senza alcuna espressione. Ho imparato a nascondere le mie sensazioni.

«Dato che credo tu sia ancora abbastanza stordita dalla miscela di strozzalupo e sedativo che abbiamo dovuto usare per stenderti ti farò una semplice domanda... Come ti chiami?»

mi chiede con tono calmo; io continuo ad ignorarlo allora lui me lo richiede. Non rispondo

«Lo capisci vero che io non posso aiutarti molto se non collabori?»

quell'affermazione suonava come una minaccia; giro la testa per guardarlo e alzo un sopracciglio, sospiro. Non voglio dirgli il mio nome. Magari posso girarci intorno e vedere se lo capisce da solo *Sembra una buona idea, almeno ci divertiamo un po'* mi conferma Dracarys

«Io sono Nessuno»

gli dico in modo abbastanza convinto

«Non fare giochetti voglio solo sapere il tuo nome»

mi ripete seccato

«Io sono Nessuno»

continuo a dire; l'uomo mi gira intorno come uno squalo che aspetta il momento giusto per divorare la preda, si ferma quando è davanti a me e sospira

«Ok dato che non vuoi collaborare ora magari un alto po' rinchiusa qui dentro ti farà cambiare idea, torno più tardi»

mi dice uscendo dalla porta che si apre e si richiude da sola al suo passaggio.

Sono di nuovo da sola, in quella stanza per interrogatori senza una finestra o un vetro, riesco a sentire solo un miscuglio di voci ma non riesco a comprendere ciò che dicono.

***

Non so quanto tempo sia passato ma di sicuro non poco. Vedo di nuovo la porta in metallo aprirsi. Entra lo stesso uomo che è venuto l'ultima volta, ha un bicchiere d'acqua in mano

«Sei qui da tanto avrai sete»

mi dice guardando il bicchiere pieno

«Dimmi il tuo nome e te la do» 

«Questo potrebbe essere chiamato ricatto»

rispondo in maniera sarcastica 

«Forse, ma io a contrario delle persone che sono sopra di me, ti voglio aiutare»

*Non dirglielo* mi dice Lunaris *Vediamo se ha studiato un po' di mitologia* mi asseconda invece Dracarys

«Io non sono Nessuno»

mi guarda stranito

«Allora chi sei?»

dice mettendosi davanti a me con le braccia incrociate

«Sono l'ispirazione per narrare di Nessuno e le sue gesta»

«Dirmi solo il tuo nome era troppo facile eh?»

mi dice, io lo guardo divertita scrollando le spalle

«Dimmi di più»

appena finisce la domanda la porta dietro di lui si apre ed entra la ragazza dai capelli rossi che era presente alla mia cattura

«Calliope»

esclama compiaciuta, la guardo sorridendo mentre l'uomo la guarda stranito

«In che senso?»

«Calliope è la musa ispiratrice di Omero che la invoca per narrare le vicende sia della guerra di Troia che dell'Odissea»

si ferma per riprendere fiato e, vedendo che lui la guarda ancora stranito, continua

«Odisseo si presenta al ciclope Polifemo come Nessuno»

«Finalmente qualcuno che studia mitologia!»

esclamo

«Quindi il tuo nome è Calliope?»

annuisco, lui guarda il bicchiere d'acqua, si avvicina a me e me lo appoggia sulle labbra per farmi bere; quando mi sono scolata tutta l'acqua ritira a se il bicchiere e esce dalla stanza seguito dalla ragazza dai capelli rossi, poco dopo entrano due uomini in divisa che mi slacciano le mani e mi mettono delle manette, poi mi liberano le caviglie e alla fine è la volta del torace. Mi prendono per le braccia, uno per lato, sento che quello di destra mi preme conto il fianco qualcosa

«Fai un passo falso e ti arriva una scossa»

gentile a puntarmi un taser. Annuisco e mi conducono in una cella composta da pareti in vetro, un lettino e un bagno aperto. Mi lasciano li. Di nuovo da sola.

Una Nuova Vita || Natasha RomanoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora