- A QUALUNQUE COSTO -

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Volmir è più freddo di quanto mi aspettassi. Stiamo camminando cercando di arrivare in cima alla montagna dove ci ha indicato Nebula ma è una faticaccia.

«Benvenuti»

la voce dietro di noi ci fa girare di scatto. Nat tira fuori la pistola, Clint la catana e i miei occhi si fanno di un viola acceso. Uno spirito nero fluttua davanti a noi, non sembra voglia farci niente e non sembra neanche spaventato anzi pare ci stesse aspettando.

«Natasha, figlia di Ivan. Clint, figlio di Edith. Nora, figlia di Raziel»

ci guardiamo tra di noi. Come cazzo fa a sapere i nostri nomi io non lo so, poi il mio primo nome non lo sa nessuno a parte Nat. Ci avviciniamo con prudenza e con ancora tutte le armi puntate contro di lui.

«Chi sei tu?»

chiede Nat

«Consideratemi una guida, per voi e tutti quelli che cercano la gemma dell'Anima»

risponde con voce profonda e vuota lo spirito

«Bene allora dicci dov'è e noi andremo per i fatti nostri»

dico cercando di convincerlo

«Se solo fosse così facile. Seguitemi»

dice girandosi e andando verso la fine della montagna. Anche se un po' incerti lo seguiamo. Ad un certo punto si blocca davanti al precipizio della montagna.

«Quello che cercate è davanti a voi...»

dice la figura indicando con un braccio il vuoto

«La gemma è laggiù...»

dice Nat guardando in basso

«Per solo due di voi... per prendere la gemma bisogna perdere ciò che più si ama»

a quelle parole il mio cuore perde un battito. Qualcuno dovrà sacrificarsi.

«Un'anima per un'anima...»

ragiono ad alta voce.

***

È da un po' che Clint fa avanti e indietro

«Forse questa se l'è inventata»

«No, non credo»

«Perché conosce il nome di tuo padre?»

«Io non lo conoscevo...»

a quelle parole alzo lo sguardo. Nat non ha mai conosciuto i suoi veri genitori e non ne ha mai voluto parlare.

«A qualunque costo...»

penso ad alta voce mentre guardo il precipizio da cui uno di noi si sarebbe dovuto buttare. Un'idea mi passa per la mente e si blocca. Qui mio padre non può arrivare, posso finalmente liberarmi del peso dei suoi occhi sulle mie spalle, sempre pronti a giudicarmi. Posso essere libera.

«Sappiamo tutti e tre a chi spetta morire»

«Non se ne parla neanche Clint»

«Sì Calli. Ho fatto cose orribili in questi quattro anni... e poi voi due meritate di essere felici...»

mi risponde Clint alternando lo sguardo su me e Natasha

«Non voglio dover dire a Laura che non tornerai a casa»

si intromette Nat poi si gira verso di me e caccia qualcosa dalla tasca

«Questa tienila tu»

mi dice prendendomi la mano e mettendoci dentro un oggetto, apro il pugno e vedo che è la collana che gli ho regalato quattro anni prima

«L'hai tenuta...»

«Non l'ho mai tolta...»

mi dice sorridendomi, forse per rassicurarmi ma io so il suo intento. Sento i miei occhi farsi umidi

«Questo non vuol dire che debba saltare tu»

le dico con la voce che mi trema, non riesco a nasconderla. Lei mi mette una mano sulla guancia e mi asciuga la lacrima che mi è scesa mentre parlavo

«Natasha ti prego... ho 10mila anni. Ho vissuto abbastanza. Fammene andare ora che posso fare anche qualcosa di utile»

«Ho sempre saputo che sei una brava persona, al contrario di quello che ti ripetevi sempre»

mi dice abbracciandomi. Sento altre lacrime bagnarmi le guance.

«Ecco perché non posso lasciarlo fare ne a te ne a lui»

dice prima di spingermi per terra e sparare a me e a Clint una scossa elettrica e correre verso il precipizio. Clint si libera prima di me e spara una freccia a fianco a Nat che poi esplode buttandola per terra dolorante. Conosco entrambi e so che finiranno per buttarsi tutti e due. Ho una sola possibilità *Drac ti va di presentarti?* le chiedo *Prometto di fare la brava* mi risponde con tono scherzoso *Lo spero*, indietreggio per prendere un po' di spazio e mi trasformo, per la prima volta dopo anni, nel mio drago con le squame nere con i riflessi rossi. Sono forse 15 volte più grande di una persona normale e ho delle ali un po' fuori allenamento ma pur sempre potenti.

Mi guardo intorno e vedo Clint che salta nel vuoto e Nat che lo segue. Con un colpo deciso di ali salgo in cielo e poi torno in picchiata sulla sporgenza della montagna, prendo al volo i due con le mie zampe

«Wow»

sento esclamare Clint

*Lo prenderò come un complimento*

gli rispondo per via mentale mentre salgo verso l'alto per poi virare e tornare in dietro

*Clint salutami Laura e Nat... ho sbagliato ad andarmene e mi dispiace *

«Calli no...»

arrivata alla sporgenza li lascio più indietro e come vedo che Nat fa per avvicinarsi al dirupo dal mio muso esce una fiamma che brucia tutto davanti a lei bloccandola. Da quella fiamma si innalza un muro di fuoco abbastanza alto da non permetterle di saltarlo. Atterro davanti a lei ma dall'altra parte del fuoco e mi ritrasformo. Mi avvicino al muro di fiamme per guardarla ancora un'ultima volta. I capelli, che prima erano raccolti in una treccia di lato, adesso sono raccolti presso che tutti in una treccia mezza sciolta tranne per alcuni ciuffi che le cadono sul viso

«Ti prego non farlo»

mi implora piangendo mentre Clint la regge a finché non si butti tra le fiamme

«Tienilo tu... per ricordarti di me»

dico aprendo un varco minuscolo sotto il muro di fiamme e passargli il ciondolo che poco prima mi aveva dato lei. Mi giro e cammino verso la sporgenza cercando di non sentire Natasha che mi implora di tornare indietro. Quando finalmente riesco a vedere in basso mi giro verso il mio amico e la donna che amo

«Calliope!»

mi continua ad urlare Natasha e il mio cuore si spezza più di quanto non sia già

*Finalmente riesco a dirlo senza avere paura di farmi del male... Ti amo Natasha... Always and forever*

le dico con il nostro collegamento mentale perché eravamo troppo distanti. È l'ultima cosa che le dico prima di buttarmi all'indietro.

«NO!»

l'urlo di Nat è straziante ma chiudo gli occhi e cerco di concentrarmi su altro, i miei ricordi migliori. Anche se mi fa male, in fondo so che ho fatto la cosa giusta.

La sensazione di cadere nel vuoto. Credo sia la stessa di quando sei sulle montagne russe. Quel vuoto allo stomaco, il vento, l'adrenalina. È quasi piacevole. Improvvisamente non si sente più niente. Né un suono, né un odore, neanche una sensazione, solo il buio. Il buio dell'abisso.

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Non so con quale forza ho scritto questo capitolo. . .

Una Nuova Vita || Natasha RomanoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora