- COLPE -

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Sono passati una ventina di giorni da quando siamo tornati dal Wakanda. Siamo tutti abbattuti; Pepper in particolare, quella donna che ha chiamato Fury, Carol Danvers, ha dei poteri assurdi e sta cercando Tony per la galassia. Non deve essere una cosa tanto facile. Mentre mi sto lavando i denti e i pensieri mi affollano la mente, noto che il bicchiere con lo spazzolino di Nat sta tremando e subito dopo quest'ultima irrompe nel bagno dicendomi di mettermi qualcosa addosso e di uscire con lei perché Carol ha portato una navicella. In poco tempo afferro i pantaloni della tuta e una giacca e mi infilo tutto sopra il pigiama per fare presto e seguo Nat sul prato fuori la base. Carol sta effettivamente portando una navicella gigantesca, un po' malandata. Sembra non fare alcuno sforzo mentre la pioggia al suolo. Davanti a noi ci sono Steve, Banner, Rhodey e davanti a tutti c'è Pepper. Non riesco a vedere la sua espressione ma posso immaginare che sia speranzosa, d'altronde lei e Tony si erano sposati poco prima che succedesse tutto il casino e il suo battito cardiaco me lo conferma. Siamo un po' tutti di questo stato d'animo. Appena il portello si apre vedo una donna dalla pelle blu con delle cose sulla faccia che sembrano metallo che porta sotto braccio Tony, che è dimagrito di molto e quasi non si regge in piedi. Steve corre verso di loro per aiutare la donna a portare giù Tony e dietro di lui va Pepper che, appena suo marito ha sceso tutte le scale, lo abbraccia e lui abbraccia lei. Sento qualcosa stringermi la mano, abbasso lo sguardo e vedo che è la mano di Nat mi tiene stretta, credo sia emozionata. Io la tiro piano a me e le appoggio il braccio sulla spalla, lei intreccia le sue dita con le mie e appoggia la testa sulla mia spalla. Sento il suo profumo, il suo battito rallenta e il respiro si fa regolare.

Non pensavo che la sola vicinanza potesse dare questi effetti alla persona che ami...

***

«Ha fatto ciò che aveva minacciato: ha sterminato metà delle creature viventi...»

mentre Nat parlava scorrevano le immagini orografiche delle persone scomparse... Fury, Sam, Bucky, Wanda, Peter Parker... Questi sono solo alcuni dei pochi volti che riconosco ma ne sono davvero tanti... Troppi. Mi guardo intorno, nella stanza abbiamo praticamente tutti lo sguardo basso. Riesco a sentire la tristezza, la rabbia.

«Dove si trova ora?»

chiede Tony con aria minacciosa. Sono sinceramente inquietata dall'uomo che è uscito da quella navicella. È cambiato, può essere anche comprensibile, è irrequieto e inquietante. Quasi mi mette paura.

«Non lo sappiamo... Ha aperto un portale ed è sparito»

risponde Steve

«È da quando se n'è andato che lo stiamo cercando: scansioni dello spazio, tracciamenti. Niente.»

intervengo io, me ne sono occupata personalmente insieme alla Danvers mi sembrava giusto.

«Lo avevo previsto qualche anno fa. Avevo avuto una visione che VOI non avete ascoltato. E mi avete dato contro per questo. Come se fossi un pazzo. Ma la verità è che: io ve l'avevo detto e voi NON mi avete ascoltato!»

dice Tony alzandosi dalla sedia e Rhodey va subito a reggerlo per un braccio dato che barcollava

«Tony perdonami ma nel provare a creare ciò che doveva proteggerci hai creato un robot pluriomicida...»

dico istintivamente con tono pacato, le parole mi sono uscite da sole dalla bocca e Tony non ha preso bene la mia puntualizzazione

«Non sapremo mai Calliope se sarei riuscito a realizzare la mia idea perché ora è tardi. Abbiamo perso»

mi dice con cattiveria e insensibilità. Quelle parole sono un pugno nello stomaco. Abbasso lo sguardo e sento una mano sulla spalla, probabilmente non Natasha, per farmi sentire che lei è con me.

« È solo stanco e arrabbiato»

mi sussurra lei per confortarmi. Poi Tony si gira verso Steve

«Hai sentito Cap? Abbiamo perso. Ma noi non preveniamo. Noi Vendichiamo. Io ho detto che avremmo perso e tu hai risposto "Faremo anche questo insieme". Beh... Abbiamo perso.»

continua a ripetere. Poi però Tony cade sulle ginocchia e Steve tenta di prenderlo ma Tony lo respinge dicendo che stava bene. Cosa che non era vera dato che poi si accascia al suolo svenuto.

***

La donna metà robot ci ha detto dove si è rifugiato Thanos, lei lo ha chiamato " Il Giardino" è un pianeta in un altro sistema solare. Carol è scesa in ricognizione, mentre noi aspettiamo nella navicella che ha riportato Tony a casa che abbiamo aggiustato.

«Riporteremo tutti indietro»

sento dietro di me. Mi giro e c'è Steve che mi guarda mentre mi sto mettendo le fasce da combattimento che mi ha regalato una mia vecchia amica, con le rune che sono cucite e poi incantate la mia forza è amplificata. Come se non fossi già forte di mio

«Dobbiamo...»

dico convinta poi però abbasso lo sguardo

«Lo spero...»

sussurro un po' incerta, quasi per convincere me stessa, poi il procione che è venuto con Thor dallo spazio ci dice che dobbiamo sederci perché saremmo atterrati. Mentre Bruce con l'armatura dell'ultima battaglia, Rhodey con la sua armatura e Carol bloccano Thanos in modo che non possa muoversi, Thor gli taglia la mano con il guanto. Quando io, Steve e Nat entriamo nella baracca dove si è rifugiato il bastardo noto che ha delle ustioni sul braccio e il collo, causate probabilmente dalla potenza delle Gemme. Thanos non fa parola. È immobile e non sembra voglia combatterci. Come se ci aspettasse.

«Dove sono?»

chiede Steve incazzato. Non avevo notato che nel guanto non c'erano più le gemme, si vedeva solo il metallo consumato.

«L'universo richiedeva un correttivo. Dopodiché, le gemme non avevano più uno scopo. Oltre alla tentazione.»

risponde il titano a Steve con voce soddisfatta. Un'idea su cosa volesse dire me la sono fatta, ma è troppo pesante da digerire. Troppo brutta da accettare.

«Dove sono le gemme?»

Ripete Nat affianco a me. La voce le trema e credo abbia le lacrime agli occhi.

«Distrutte... ho usato le gemme per distruggere le gemme. Stava per costarmi la vita. Io sono ineluttabile.»

il mio respiro si fa pesante e il mio cuore manca un battito. Avevo intuito bene: le gemme non ci sono più. I miei pensieri si interrompono quando sento dell'aria calda muoversi nella capanna. L'ascia di Thor, muovendosi, aveva spostato l'aria creando una folata di vento caldo. Guardando in basso vedo il corpo senza testa di Thanos accasciato per terra.

«Thor... cos'hai fatto?»

chiedo anche se sapevo già la risposta

«Ho mirato alla testa...»

mi risponde il dio un po' imbambolato. Forse non si è neanche reso conto di ciò che aveva fatto. 

Una Nuova Vita || Natasha RomanoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora