- 𝘤𝘩𝘢𝘱𝘵𝘦𝘳 𝘦𝘭𝘦𝘷𝘦𝘯

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„𝙻𝚊 𝙲𝚊𝚕𝚖𝚊 𝙿𝚛𝚒𝚖𝚊 𝙳𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚃𝚎𝚖𝚙𝚎𝚜𝚝𝚊"

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„𝙻𝚊 𝙲𝚊𝚕𝚖𝚊 𝙿𝚛𝚒𝚖𝚊 𝙳𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚃𝚎𝚖𝚙𝚎𝚜𝚝𝚊"

Tanto tempo fa pensavo che scappare dai problemi fosse l'unica soluzione per risolverli.
Pensavo che abbandonare tutto e tutti mi avvicinasse sempre di più alla felicità.
Non era quello ciò che ci rende felici, però.
Dai sentimenti non bisogna nascondersi, lo avevo finalmente imparato. Ero cresciuta molto, mentalmente parlando, tanto che riuscii a mettere da parte la mia sognatrice adolescenziale, lasciando spazio alla realtà.

E quella realtà era Steve Rogers.

La metà della mela che disperatamente cercavo di allontanare da me.
Amare era forse esagerato, ma ogni tanto pensavo che noi potevamo essere paragonati a due calamite che cercano di unirsi ma non riescono mai nell'intento. Per questo decisi di cambiare, metaforicamente, le leggi della fisica per finalmente congiungermi a lui.

Ero egoista, si. Lo avrei consumato, straziato, indebolito, lo avrei fatto soffrire e tutto senza averne l'intenzione.

Non pensai al futuro, per godermi meglio il presente.

__

Un anno era passato dalle vicende con Ultron. Tutti eravamo cambiati, il problema era capire se in meglio o in peggio.
Wanda, Visione, Sam e Rhodey erano i nuovi membri degli Avengers, mentre io ancora mi rifiutavo di farne parte.
Pietro nella mente della ragazza era un costante dolore, perciò cercavo di andarla a trovare il più possibile. Ciò era anche una scusa per vedere Steve, lo ammetto. A proposito dell'uomo dalle stelle e strisce, dopo la mia breve gita a Bucharest da Bucky, cercò in tutti i modi di invitarmi ad uscire insieme ad un vero e proprio appuntamento, ma non ne fu mai capace. Alla fine, dopo un lungo periodo di tempo, si fece coraggio e finalmente me lo chiese.
Accettai, nonostante la mia perenne paura dell'amore. Avevo timore di innamorarmi, e chi non ce l'ha?
Ma Steve era la mia magnifica eccezione.

«Pronta?» domandò, fermando la sua nuova macchina vecchio stile accanto alla mia figura.

«Si, Signor Capitano!» esclamai portando la mia mano destra rigidamente sulla fronte, ricreando il saluto militare.

«Ho capito quel riferimento» disse aprendomi la portiera.

«Non ne avevo dubbi» risposi sedendomi finalmente e odorando i sedili di pelle color panna.
«Dove mi porti, bel biondino?»

«Su una stella» e con quest'ultima frase, riaccese i motori e sfrecciammo per le strade affollate di New York.

«Vedo che qualcuno si sta facendo una vera cultura di film» risi aggiustando i capelli sgualciti dal vento.

Age Of Caos » Steve RogersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora