A Captain America Fanfiction ⍟
Amelia Miller vive per il pericolo, adottata dallo S.H.I.E.L.D. appena nata, è stata addestrata per diventare l'arma segreta che tutti vorrebbero avere. Nonostante l'impeccabile arte spacca culi, Amelia ha delle abili...
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„𝙻'𝚒𝚗𝚒𝚣𝚒𝚘 𝙳𝚎𝚕𝚕𝚊 𝙵𝚒𝚗𝚎"
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— ☛ Attenzione! ☚ Questo capitolo contiene scene leggermente mature. —
Vi siete mai ritrovati in una situazione di impotenza? Stare a guardare qualcosa succedere, ma non potete fare nulla al riguardo? Quel sentimento di rimpianto istantaneo che lacera ogni nervo del cervello fino a farlo collassare.
Io mi sentivo proprio in quel modo.
Più i giorni passavano, più la mia mente cercava un appoggio su cui stendersi, altrimenti sarei finita nel vuoto. Restavo sveglia fino a tardi, poiché se solo mi azzardavo a chiudere occhio gli incubi avrebbero posseduto il mio sonno. Non era vita quella, era l'inferno venuto a bussare direttamente alla mia porta.
Avevo messo in scena una farsa. Trattenevo le emozioni spingendole nell'abisso del mio cuore, non facendone scappare alcuna. Gli altri erano troppo preoccupati a badare alla loro di sanità mentale per notare ciò che mi accadeva.
Ventidue giorni erano passati, ma sembrava trascorso solo un minuto dal disastro che incombette sull'universo. Era questo il destino di cui l'Oracolo parlava? Non sembrava molto avvincente come lo aveva descritto. Se ero destinata a fare qualcosa di grande, perché avevo lasciato succedere tutto quello?
Chissà quante persone scomparse e chissà quante lasciate senza una famiglia. Sembrava egoistico, da parte mia, stare male. Io almeno avevo qualcuno.
Natasha ed io ci eravamo avvicinate molto. Il tempo scorreva più velocemente quando lei era con me, e ne ero così frustrata perché non volevo finisse mai. Di Thor si vedevano raramente le sue tracce, restava in camera praticamente tutto il giorno. Bruce faceva del suo meglio per prendersi cura di se stesso e fare quasi finta di nulla. Rhodey e Rocket erano le nostre rocce forti; quando sentivamo di non stare bene, loro erano pronti a tirarci uno schiaffo pur di rimetterci in riga, dovevamo trovare una soluzione.
E infine, Steve. Non interagiva molto con me, aveva paura di spingersi troppo in fretta in una indesiderata presenza nella mia vita. Così decise di aspettarmi, come aveva promesso. Sempre.
Era pomeriggio tardi quando decisi di alzarmi dal letto e andare a fare una doccia. L'aria umida entrava dalle finestre mezze aperte della mia camera nel complesso Avengers, lasciando sulla mia pelle uno strato appiccicoso di sudore che la faceva brillare sotto le luci soffuse che mi circondavano.
Mi era di grande sforzo fare una cosa del genere, anche se vi potrebbe sembrare strano. Non avevo più voglia di essere presentabile.