- 𝘤𝘩𝘢𝘱𝘵𝘦𝘳 𝘵𝘸𝘦𝘯𝘵𝘺 𝘵𝘩𝘳𝘦𝘦 𝘱𝘵. 2

1.3K 61 63
                                        

„𝙽𝚘𝚗 𝚝𝚒 𝚜𝚌𝚘𝚛𝚍𝚊𝚛 𝚍𝚒 𝚖𝚎" 𝚙𝚝

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

„𝙽𝚘𝚗 𝚝𝚒 𝚜𝚌𝚘𝚛𝚍𝚊𝚛 𝚍𝚒 𝚖𝚎"
𝚙𝚝.𝟸

Un altro anno era passato più veloce di una macchina sportiva durante una gara.
Io avevo finalmente aperto il negozio di dischi e Steve andava alla grande con il suo gruppo di supporto per le persone che avevano perso qualcuno nel Blip.
Entrambi ci sentivamo sbagliati a cominciare una vita dove là, per alcuni, era finita. Ma così dovevano andare le cose per farle funzionare ancora.

Ogni volta che andavo a trovare Natasha era una tortura per me vederla cercare così disperatamente un uomo che chiaramente non voleva essere trovato. Mi ripeteva che tutti hanno bisogno di una seconda possibilità, ed era vero. Io lo avevo fatto sempre e con tutti, ma quando la situazione si prolunga, si tende a voler afferrare qualcosa che ormai non c'è più.

Entrare nel complesso mi faceva rivenire in mente tutti gli anni passati nello S.H.I.E.L.D.. A come mi avevano cresciuta e, soprattutto, come mi avevano trattata. Era stata la mia prima famiglia. Poi arrivarono gli Avengers, stravolgendomi completamente la vita, donandomi prospettive a cui non avevo mai pensato.
Mi mancava quella vita. Missioni, combattimenti, sentirsi di nuovo parte di qualcosa di grande, sentirsi come qualcosa di grande.

Con Steve la vita era più tranquilla che mai, e non mi lamentavo affatto. Lui non la rendeva noiosa, anzi. Il fatto che mi fece rendere conto che quella non era la mia strada fu il susseguirsi di giorni sempre più simili e mi stava stancando. Non c'erano sfide lungo il mio cammino. Mancava sempre quel tocco in più.

Ne parlai con Natasha di quella cosa, e fu qualche giorno più tardi che ricevetti una sua chiamata inaspettata.

«Ho una missione per te» aveva annunciato senza salutare. «Sei pronta ad aiutare una squadra speciale a recuperare delle ragazze scomparse?»

All'inizio ne fui sorpresa, l'occasione mi si era presentata davanti così all'improvviso che non riuscii a capire nemmeno una parola.

Me lo feci ripetere ancora, prima di rispondere semplicemente: «Si, ci sono»


«Piacere Amelia» salutai la ragazza davanti a me, che era a capo della missione.

Possedeva lunghi capelli biondi, raccolti in un miscuglio di piccole trecce che le adornavano il viso completamente angelico. Sembrava davvero innocente.

«Io sono Yelena, il piacere è tutto mio. Natasha mi racconta tante cose su di te» il suo forte accento rendeva le parole più chiare e la sua voce più adatta a lei.

«Spero solo cose brutte» scherzai.

Ero partita per Budapest una settimana dopo la chiamata. Avevo subito raccontato tutto a Steve, che prese la notizia piuttosto bene, e non come mi aspettavo. Anche se sotto sotto credevo ci fosse rimasto male, non lo dava a vedere. Questo era ciò che mi spaventava di più. Stare via così a lungo, per ben dodici mesi, era una grandissima sfida. Ma se davvero mi amava, mi doveva lasciare andare. Per fare ciò che più mi faceva sentire viva.

Age Of Caos » Steve RogersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora