trenta

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avevo paura, così tanto che scappai e tornai al dormitorio. ma in che guaio ero finita? assolutamente non avrei vissuto lì dentro con quel pazzo di jungkook, meglio da sola.

per non parlare delle loro regole:
segretezza e diffidenza

ovviamente le avrei seguite, non avrei mai aperto bocca su di loro. però questo implicava che non avrei più potuto frequentare jay, perché suo padre avrebbe potuto compromettere i piani dei bangtan, una sorta di propaganda contro il business dei jeon.

ebbene sì, i bangtan erano fondamentali per il signor jeon, facevano il lavoro sporco al posto suo, cosicché la sua immagine rimanesse pulita.

non mi sarei mai intromessa.

quando arrivai in camera c'erano le donne delle pulizie. la mia stanza era vuota.

«signorina la sua nuova camera è al quinto piano, dovrebbe essere già aperta»

quasi me ne ero scordata che jay avrebbe chiesto una nuova camera.
quindi salii sopra e lo trovai a sistemare tutte le valigie, indaffarato e concentrato.

«devo dirti troppe cose» dissi, facendogli notare la mia presenza.
«spara»
«mia madre e il padre di jungkook si sposano»

jay si fermò dal rovistare dentro l'armadio e mi guardò storto.

«questo vuol dire che sarai contro di noi. contro di me» disse serio.

«non lo farò»
«no. sarai costretta a farlo, da loro. ti mangeranno fino all'osso per ottenere quello che vogliono»

e aveva ragione, ma cosa potevo fare io?
probabilmente rimanere con jay sarebbe stata l'unica opzione. non potevo tornare a casa.

«almeno verresti al ricevimento di mia madre?» chiesi.

«sarei venuto lo stesso. ho paura di quello che potrebbero fare a quel matrimonio. gireranno soldi sporchi e brutta gente» disse, sedendosi sul letto e invitandomi a fare lo stesso. stava battendo la mano sul materasso.

mi avvicinai accanto a lui e decisi di non pensarci.

jay's pov

aeri si sedette accanto a me sul letto. chissà se aveva notato che eravamo su un letto matrimoniale e che era l'unico nella nostra nuova stanza.

tanto tempo sprecato per riuscire ad averlo, per poi sapere che dovrà vivere con jungkook. ovviamente non lo avrei permesso, non mi avrebbero separato da lei ancora una volta.

pensai a quella volta in cui l'avevo baciata, mi ero buttato, forse non avrei dovuto farlo, ma so che lei lo ricorda. mi era piaciuta dal primo istante, così tanto che avevo rifiutato la scommessa di sunghoon e heeseung.

non mi sarei mai messo nei casini con lei, al contrario di mio fratello, che ora era nella merda. però anche io avevo sbagliato, non gli avevo mai detto quello che provavo per aeri.

«jay, a che pensi?»

mi girai per guardarla, eravamo entrambi distesi sul letto, a guardare il soffitto.

«non mi dire che pensi a tuo fratello, ti ha fatto troppi torti, lascialo stare»

mi fece sorridere il fatto che per lei, ogni volta che mi trovava pensieroso, era perché pensavo al litigio con sunghoon.
spoiler: pensavo a lei.

«e rispondi, al posto di ridere. ti faccio ridere?» disse un tantino arrabbiata.

si arrabbiava con così poco?

«certo che sei proprio scema» dissi posizionandomi sopra di lei.

vidi la sua espressione cambiare, ora era confusa e presa alla sprovvista, intimorita?eppure non volevo farle nulla di male.

la abbracciai, e sentii il suo petto abbassarsi, aveva tirato un sospiro di sollievo.

«ora mi abbracci?»

«poi non potrò più farlo. e poi so che non ti da fastidio, quindi fammi stare» dissi diretto.

«allora baciami»

mi staccai subito, avevo perso un battito.
sollevai il mio corpo dal suo e con i gomiti mi tenevo lontano dal suo viso.
«me lo stai davvero chiedendo?»

«sì jay. fallo e basta» sussurrò.
mi stava facendo uscire di testa.

le accarezzai lentamente le guance arrossite, e le spostai i capelli da un lato, per scoprire il suo collo. iniziai da lì, volevo che quel momento durasse, almeno un po' di più dell'ultima volta.

sembrava piacerle quando le mie labbra le sfioravano la pelle. iniziò a giocherellare con i miei capelli, mentre la sua schiena si inarcava verso il mio addome.

passai alla mandibola e il suo respiro si faceva sempre più pesante. allora mi staccai, mi diede uno sguardo innocente.

ma lei era tutto tranne che innocente.

guardava da sempre le mie labbra, come in quell'istante. lo avevo notato da tempo ormai. a me di lei piacevano gli occhi invece, forse perché sembravano luccicare ogni volta che sbatteva le palpebre.

senza accorgercene eravamo arrivati al punto di non ritorno. stavo per rovinare la nostra amicizia, ma era lei ad avermelo chiesto.
e io volevo farlo da così tanto.

unii le nostre labbra, la presi per mano.
la sua lingua batteva sui miei denti, ma non avrei perso il senno.

eppure erano mesi che mi trattenevo, decisi di darle tutto quello che potevo. forse non mi sarebbe più capitata un'occasione del genere.

«jay» sussurrò tra un bacio ed un altro.

«io non voglio perderti» disse guardandomi finalmente negli occhi.

era così ingenua, non sapeva quello che sarebbe potuto succedere.

«aeri, io non posso perderti»

𝒅𝒓𝒊𝒑 ;; jay enhypenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora