quarantaquattro

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potevo quindi permettermi di amare ed essere amata? entrai nella stanza e decisi di intromettermi.

«parlate di me? ho sentito tutto».

silenzio assordante.

«te lo spiega sunghoon, io non ne voglio sapere niente» disse jay dopo alcuni secondi.

sunghoon lo fulminò con lo sguardo, ma si sedette sul divano e iniziò a spiegare.

«tutti sapevamo che tua madre e il sir jeon si frequentavano e che erano prossimi al matrimonio. tu dovevi essere il nostro legame con lui,  cosicché avessimo distrutto la sua azienda» disse in parole povere, senza dare troppe informazioni.

ero un target da sempre, forse per questo sunghoon non voleva mai lasciarmi stare.

«avete parlato di una promessa» dissi, chiaramente necessitavo di più spiegazioni.

«la promessa era che dopo aver raggiunto il nostro obiettivo avremmo dovuto rompere i rapporti con te, per l'incolumità dell'azienda di nostro padre. jay ha incastrato i bangtan, ma comunque non sta rispettando la promessa» spiegò.

«precisando, non ho mai avuto intenzione di rispettarla, considerando che non ha senso» disse jay, a braccia conserte.

ero irata? no. confusa? sì.

«se la gente venisse a sapere che la figlia di jeon ha a che fare con i park, avremmo perdite su perdite» giustificò sunghoon, diciamo che aveva ragione.

«però quando eri tu nella mia situazione questo non era importante, sbaglio? parliamo di quando io sono sparito per giorni per cercare di accettare voi due insieme? non mi venire a parlare di amore, se tu, mio fratello, sei il primo ad avermi ferito.»

jay lasciò la stanza. aveva lasciato delle ferite aperte con sunghoon, non me ne aveva parlato, e nemmeno di questa promessa, che a quanto pare nessuno aveva rispettato.

«sunghoon, so che provi ancora qualcosa, ma non siamo la persona giusta l'uno per l'altro. per quanto i nostri sentimenti fossero reciprochi erano superficiali, lo abbiamo riconosciuto entrambi. jay è la persona giusta per me, ha fatto tanto sia per noi due che per vostro padre. sembra che tu abbia tirato fuori questa promessa solo perché non vuoi accettare la verità» dissi, forse ero stata aspra, ma era necessario.

lo lasciai riflettere, ma non si mosse, speravo avesse afferrato il concetto.

«io credo che il legame tra me e la vostra famiglia possa solo giovarvi. i sostenitori dei jeon investiranno su di voi, ora che la loro azienda non c'è più. ricorda che l'inimicizia che avevate era pura concorrenza, a maggior ragione ora la vostra azienda brillerà nel mercato» cercai di confortarlo con argomentazioni positive.

«con onestà non lo avevo considerato, probabilmente jay aveva già pensato a questo. scusami ne parlerò con lui più tardi» disse le sue ultime parole prima di uscire anche lui dalla stanza.

rimasi sola, a riflettere su tutto questo. probabile che sì, all'inizio ero solo un target, ma confido che ora le cose siano cambiate.
io e jay stiamo per andare a vivere insieme, l'anno nuovo è appena iniziato, ci aspetta solo il meglio.

decisi di chiamare al telefono l'unica persona che sapeva tutto di tutti: kim sunoo.

"aeri? sei tornata?" rispose subito sunoo con entusiasmo.

«sì da poco. e già sono successe delle cose di cui ti vorrei parlare»

"già lo so, non mi dire niente. sunghoon me ne aveva parlato in privato.."

bingo.

"aveva provato a dimenticarti all'inizio, ma in realtà è sempre stato geloso. puoi stare tranquilla, l'importante è avere buoni rapporti" disse di fretta, probabilmente aveva da fare dopo.

«capisco, l'avevo intuito. ne ho parlato con lui e sembra aver compreso che jay è la persona giusta per me. anche se ora ho solo dubbi, hanno parlato di quella promessa, che io ero solo un target da colpire.. non so forse dovevo restarmene a daegu, ora non so più se sono nel posto giusto» dissi, ero molto combattuta in realtà.

"sei sempre la stessa, troppe paranoie per nulla. te lo dirò sinceramente: jay mi parlava sempre di te all'inizio dell'anno. gli sei sempre piaciuta, puoi chiedere a jake, che ogni notte si subiva i suoi discorsi su di te. per lui è stato un colpo di fulmine..io ora mi chiedo, lo è anche per te? lui prova qualcosa di grande per te, non illuderlo, per favore" disse con un tono molto serio.

«assolutamente sunoo. ho preso il mio tempo, l'ho fatto aspettare, forse anche troppo, ormai credo di amarlo» mi espressi senza filtri, ma venni interrotta.

«spero tu stia parlando di me».
e chi voleva essere.

si avvicinò al mio viso con un ghigno al lato della bocca, i suoi occhi erano più scuri e profondi, guardavano le mie labbra come se fossero l'unica cosa presente nella stanza, come se ci fossi solo io.

arrossii molto perché non me lo aspettavo, mi prese per i fianchi e smise di sorridere, tornò serio. «davvero?»

«sì, perché?» chiesi sorridendo.

«voglio sentirlo dire da te»

«lo hai sentito, ti amo»

gli diedi un bacio a fior di labbra, si vedeva che aspettava solo quello. ogni volta che jay mostrava questo suo lato, sentivo le farfalle più che mai, ero sicura di volerlo.

"ho capito, riattacco" mi ero completamente dimenticata di sunoo, ma ormai aveva chiuso la chiamata, buttai il telefono in un angolo della stanza e mi concentrai solo su quello che avevo davanti.

lo aiutai a levarsi la felpa, la sua tuta grigia stava dando fastidio in quel momento. amavamo darci baci sul collo, morderci le clavicole, avevamo fame.

«non riesci proprio ad aspettare»

lui andò a chiudere la porta, e poi mi prese la mano dolcemente, per poi farmi distendere sul divano. era un po' stretto, ma era l'ultima cosa che importava.

avevo caldo, le guance rosse, man mano mi tolsi tutto. non ero ancora abituata a questa cosa ma sapevo di non sentirmi in imbarazzo con lui.

«lo sai che non dobbiamo farlo per forza, non è passato nemmeno un giorno dall'ultima volta» disse, come sempre voleva assicurarsi che stessi bene al mille per mille.

«tu lo vuoi, e io lo voglio più di te» risposi, forse sembravo impaziente, eppure mi riducevo così per il suo corpo ogni volta.

la mia risposta sembrò piacergli, mi guardò con lussuria, sapevo già quello che dovevo fare. lo feci rilassare e pensai a tutto io, sperando di ricambiare allo stesso modo tutto quello che mi provocava lui.

prese ad accarezzare il mio interno coscia, tracciava la mia spina dorsale, mi lasciava brividi ovunque.
mi stimolava dove serviva, conosceva i miei punti deboli a memoria, le sue dita mi davano così tanto piacere da fermare qualsiasi mio movimento e lasciarmi andare al suo tocco.

era inverno, fuori nevicava, e noi non avevamo freddo. spogli su un divano ad imparare ad amarci, a liberarci dalle insicurezze, a fare la guerra e la pace.
sentii quelle parole per la prima volta.

«.. anche io ti amo,
eppure mai avrei pensato di averti»

𝒅𝒓𝒊𝒑 ;; jay enhypenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora