ventisette

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jay mi riportò al dormitorio, e dopo aver cenato mi diede la buonanotte.

mi stesi sul letto, ero felice di aver chiarito con jay, sembrava essere tutto tornato alla normalità, avrei finalmente vissuto quest'anno al meglio.

proprio in quel momento mi arrivò una chiamata da mia madre. lei non chiamava mai, ma dopotutto doveva sentirsi così sola senza nessuno, sopratutto dopo il divorzio con mio padre.

lui aveva letteralmente cambiato nazione, ne avevamo perso le tracce, fu proprio da quel momento che avemmo problemi economici.

«mamma?» risposi.

«c'è qualcuno con te? devo dirti una cosa importantissima» disse, con la voce tremolante.

«sono da sola, è successo qualcosa?»

«hai presente quando hai vinto la borsa di studio? beh ecco, non l'hai mai vinta» disse, lasciandomi interdetta.

«ma come? quindi non dovrei essere qui?»

«aeri, lui mi ha chiesto di sposarlo» disse e scoppiò a piangere.

«PUOI SPIEGARE» parlai ad alta voce.

«te l'ho nascosto per mesi, ma ero l'amante di un uomo, è lui che ti ha fatto entrare alla dwight. ora stiamo per sposarci»

quanto doveva essere ricco quest'uomo?

«mamma ma è una cosa bellissima. se ti fa stare bene dovresti provare a ricominciare con lui» dissi, cercando di tranquillizzarla.

«sono così contenta di te, pensavo non mi avresti mai perdonata per questo» singhiozzava ancora.

«lui di dove è?»

«di busan, ma ha casa a seoul. ti prometto che il nostro matrimonio sarà indimenticabile. ci rivedremo presto lì!» disse, con gioia.

bussarono alla porta.

«mamma non vedo l'ora di rivederti, ora però vado a dormire» mentii.

«buonanotte aeri»

«buonanotte mamma».

andai ad aprire alla porta, ancora impressionata dal fatto che avrei avuto di nuovo un "padre". ma non sapevo nemmeno se era simpatico, l'abito non fa il monaco.

mi ritrovai davanti jay, in tuta e con un cuscino e un borsone in mano.

«ma?»

«lasciamo perdere, fammi entrare» disse scansandomi ad un lato e buttandosi sul mio letto.

«non ho capito, vuoi dormire qui?» dissi.

«non è che voglio, è che ho litigato di nuovo con sunghoon. mi ha detto di sparire» spiegò con la faccia affondata nel cuscino.

«vai nell'altra stanza, non credo proprio che anche loro ti lascino dormire fuori» gli consigliai vivamente. non è che non lo volevo in camera mia, ma sinceramente volevo il letto tutto per me.

«non c'è spazio per me, stanno già stretti in quattro, non posso aggiungermi anche io»

«ah quindi ti stai trasferendo in camera mia» osservai, ma guardando la mia stanza era troppo piccola per due.

«dai lasciami stare qui e basta»

«jay, non ci entriamo. c'è una sola scrivania ed una sola doccia. e il letto non è grande tanto quanto un matrimoniale» cercai di spiegare.

«e secondo te non ci avevo pensato? domani ci daranno un'altra stanza, grande per entrambi» disse alzandosi lentamente e levandosi la felpa.

quindi era il mio nuovo compagno di stanza? poteva benissimo prendersi una camera solo per lui, oppure fare cambio stanza con heeseung per esempio. aveva fatto tutto lui.

«allora io dormo» disse e si mise sotto le coperte.

io ero in piedi a braccia conserte, allibita.

«ok me ne vado».

uscii dalla stanza, mentre ignoravo le sue domande. sarei andata a parlare con qualcuno.

bussai alla porta di sunoo e mi aprì dopo pochi secondi.

«che è successo?»

«jay ha litigato con sunghoon e ora è nel mio letto. non è che uno di voi potrebbe fare cambio stanza con lui?» spiegai senza troppi fronzoli.

«sì, bastava chiedere» disse sunoo.

«scusateci. domani si fa dare un'altra stanza per me e lui. però se si può fare questa cosa dello scambio non ce bisogno di fare tutti questi spostamenti. quindi, venitevelo a prendere»

«aeri tu sei scema»

«scusa?»

«è palese» disse.

«mi sto incazzando, voi siete strani» dissi e feci per andarmene.

«lo sta facendo apposta. vuole avvicinarsi a te» disse sunoo e mi fermai.

mi girai e lo guardai, e se avesse ragione?

«te l'ho detto, ha bisogno di te e ora vuole stare con te. spetta a te decidere se stare anche tu con lui o meno. buonanotte» e chiuse la porta.

mentre tornavo in camera pensavo a queste sue parole. volevo stare con lui? non lo sapevo, ma lui aveva bisogno di me e non potevo abbandonarlo.

quando tornai in camera lui dormiva già.

ed era così carino mentre dormiva.

fui felice nel vedere che si era spostato tutto da un lato, lasciando spazio anche per me.

senza fare troppo rumore e movimenti, spensi la luce e mi accostai vicino a lui.

e fui ancora più felice nel sentire le sue braccia avvolgermi e riscaldarmi.
non si era addormentato, mi stava aspettando.

«sapevo che non te ne saresti andata»

𝒅𝒓𝒊𝒑 ;; jay enhypenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora