quattro

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stavo pensando male.
ma chi diavolo avevo conosciuto.

«scusa?» dissi un po' scettica.

«heeseung, ci sono modi e modi per chiedere le cose» disse sunghoon per metterlo in una situazione difficile con me.

«hyung, cosa ho detto di male?» rispose lui alzando le mani.

sunghoon sbuffò e poi si rivolse a me.

«lascia stare. quello che intendeva chiederti era se volevi passare un po' di tempo, anche per conoscerci meglio, nel nostro dormitorio» disse mantenendo il contatto visivo.

mi sentii a disagio a parlare con lui, mi stava facendo un certo effetto. per questo staccai gli occhi da lui, ma quando li spostai vidi l'espressione infastida di heeseung, sembrava stufo e scocciato.

«se posso venire senza problemi, verrò. ma voi avete parlato di "giocare" e vorrei spiegazioni» dissi con un sorriso finto.

«ci facciamo domande scomode per sentirci più a nostro agio. non ho idea di cosa tu abbia pensato però sì era fraintendibile» disse jay.

sembrava stesse parando il culo ai due, però sembrava molto convincente, quindi annuii e tornai a mangiare.

quando alzai lo sguardo, heeseung e sunghoon si stavano guardando male. ma sono così competitivi sti due?

dopo non molto l'intera cena finì e ci fu permesso di tornare alle nostre camere.

da quel che ho capito la mia stanza era al primo piano, mentre la loro all'ultimo. entrammo insieme nell'ascensore, non c'eravamo solo noi ovviamente, ma tanti altri studenti che stavano facendo lo stesso.

qualcuno schiacciò il tasto del primo piano e aspettai stretta stretta in quell'ammasso di persone.

il campanellino dell'ascensore suonò, ed io come altre persone avanzammo per uscire.

venni bloccata dal polso e qualcuno mi tirò a sè, facendomi sbattere la schiena contro il suo petto.

«ma dove vai, siamo ancora al primo piano» mi sussurrò all'orecchio divertito.

mi girai verso la persona che mi stava parlando e alzai gli occhi. era jay, e mi stava sorridendo.
le nostri mani erano ancora unite e la vicinanza con lui mi avrebbe fatto svenire all'istante.

iniziai a riflettere sulla mia possibile espressione in quel momento. sarei diventata sicuramente rossa, quindi mi girai dall'altra parte.

«non devi sentirti a disagio con me, sono probabilmente il più normale qua in mezzo» sussurrò di nuovo da dietro, potevo percepire il suo sorriso ancora stampato nella mia mente.

arrivò ahimè il momento in cui l'ascensore si aprì alla porta del nono piano. ero l'unica ragazza rimasta tra quel gruppo di persone e ci fu addirittura qualcuno che mi guardò con disprezzo.

lasciai perdere e seguii i ragazzi verso la loro suite. mi avevano spiegato che possedevano in sette le due camerate più grandi del dormitorio.

erano ricchi sfondati in breve.

con una carta magnetica heeseung aprì la porta e trovammo un ragazzo, sdraiato sul divano intento a sentire musica con le airpods.

«niki, sei già qui?» disse heeseung, a voce alta, in modo che lo sentisse.

niki ci guardò un po' stranito, annuì leggermente con la testa e tornò allo schermo del telefono.

«è sempre un po' scazzato, ci farai l'abitudine» mi disse heeseung mentre chiudeva la porta.

proprio mentre andavo a sedermi sul letto, che nemmeno a casa mia, un ragazzo entrò da un'altra parte della stanza. realizzò la nostra presenza e fece un'espressione stupita ma felice.

«ma tu devi essere l'amica di sangmi!» esclamò mentre si affrettava a venire da me per, credo, stringermi la mano.

«ahah sì, la conosc-

venni bloccata da lui che mi abbracciò improvvisamente. erano normali queste sue confidenze? se sì beato a lui.

«certo che la conosco, è nell'altra stanza con jungwon!»

cosa.

«ah grande» dissi un po' sorpresa.

ecco perché ad un certo punto è sparita.
vorrei proprio sapere che cosa ha fatto.

«vabbè lasciamo stare. che si fa?» disse sunghoon per cambiare discorso.

«obbligo o verità» rispose jay, che non parlava da un po'. aveva preso una bottiglia vuota di alcool, veniva probabilmente dal bar del piano terra.  chissà come se la spassavano ogni sera.

sangmi entrò improvvisamente seguita da jungwon, dalla stessa porta in cui era entrato sunoo.

«amica mia, non si lasciano le persone da sole» dissi quando si sedette vicino a me senza farmi sentire dagli altri, mentre jungwon salutava i suoi amici.

«ti ho lasciato in buone mani» disse solo questo, seguito da un occhiolino.

probabilmente sapeva qualcosa.

il gioco iniziò e, con tutta la fortuna che avevo, la bottiglia capitò su di me.

«obbligo» dissi senza esitare.

«bene, stanotte dormirai con la persona che esce al prossimo giro» disse heeseung.

stavo per bestemmiare in pubblico. non lo feci.

girai la bottiglia e speravo vivamente uscisse sangmi, non me la sentivo di stare con persone appena conosciute.

la bottiglia si fermò.

su jay.

𝒅𝒓𝒊𝒑 ;; jay enhypenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora