Downpour

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For you, DINOsauro2302

Il ragazzo rientrò in camera sua e sbatté la porta alle sue spalle. Era l'ennesima giornata che passava fuori di casa, totalmente isolato da tutti gli altri. I avevano provato a parlare con lui, ma nessuno era riuscito a capire il motivo del suo comportamento, questo perché Sooyoung non aveva rivolto a parola a nessuno se non per lo stretto necessario e ciò che riguardasse il lavoro.

Ricoprì a passi lunghi la distanza che lo separava dal letto e ci si lanciò sopra. Chiuse gli occhi, si portò le mani sul viso e sbatte i piedi con un lamento.

Quanto era passato? Una settimana. Una settimana in cui non aveva né visto né parlato con Jihoon.

Da quella discussione avuta con il più piccolo, quando dopo avergli urlato contro tutta la sua frustrazione, le sue incertezze sul loro rapporto lo aveva lasciato lì, sulla panchina di quel parco, sotto la pioggia.

Jihoon era sempre stato il più silenzioso dei due. Non aveva mai compiuto un gesto fuori posto, nulla che avesse mai potuto metterli in pericolo davanti a coloro che non erano i loro compagni di gruppo. Il ragazzo però tendeva a trattenersi anche quando erano da soli. Non perchè non provasse nulla per lui, ma perché non era mai stato bravo ad esprimersi a parole, a gesti. Dietro quel carattere apparentemente così forte e deciso vi era una persona estremamente timida e insicura. Quante volte aveva temuto che il più semplice gesto potesse essere indesiderato?

Sooyoung lo sapeva, L'aveva sempre saputo.

Ricorda ancora il giorno in cui gli aveva promesso che avrebbe atteso, pazientemente, il momento in cui l'altro si sarebbe sentito sempre più libero con lui fino a poter essere sé stesso senza alcun freno. E così il ragazzo aveva iniziato a fare. Giorno dopo giorno Jihoon aveva iniziato ad aprirsi e lasciarsi andare nella loro relazione. Gli stava lentamente permettendo di insinuarsi non solo nella sua completa vita, ma anche nel suo cuore.

Sooyoung lo aveva capito. Ma aveva rovinato tutto.

Aveva lasciato che lo stress e le sue insicurezze avessero la meglio su di lui, e quella notte di pioggia aveva sfogato tutto sul ragazzo. Gli aveva urlato contro di non amarlo veramente, di sentirsi l'unico ad impegnarsi per quella relazione. Gli aveva urlato contro di essere l'unico alla quale importasse dell'altro. Aveva lasciato che le parole fredde, taglienti come lame affilate, si scagliassero contro Jihoon mentre questo non aveva avuto opportunità di ribattere. I suoi occhi spalancati, sorpresi, feriti e le labbra aperte come se qualcosa volesse uscire da loro, ma vuote, furono l'ultima cosa che Sooyoung vide prima di voltarsi e lasciarlo solo.

Si era sentito così arrabbiato con l'altro che ogni briciola di razionalità lo avevano abbandonato. Era rientrato in casa e si era chiuso in camera sua senza guardare nessuno in viso.

Non aveva visto l'altro rientrare, ma lo aveva sentito. Aveva sentito le urla oltraggiate degli altri che correvano per la casa in cerca di asciugamani puliti con cui asciugarlo. Aveva chiuso gli occhi nel momento in cui aveva sentito dei colpi alla sua porta e delle imprecazioni rivolte contro di lui, ma si era limitato a filtrare quelle voci nel profondo finché non fossero divenute altro che flebili sussurri prima di svanire totalmente.

Quanto veramente era stato stupido ed egoista lo aveva capito solo due giorni dopo, quando aveva visto le profonde occhiaie scure che circondavano gli occhi dell'altro e come questo, non appena i loro sguardi si incrociarono, si voltò dal lato opposto.

Sooyoung aveva sentito il cuore mancargli un battito. Quegli occhi che lo avevano sempre guardato, seppur timidi e curiosi, lo evitavano.

Era stato un idiota. Aveva aspettato tanto perché l'altro gli aprisse il suo mondo e sapeva che in quel momento ne era stato buttato fuori.

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