〆14.

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Jungkook canticchiava e subito dopo entrò nel negozio di tatuaggi, avvicinandosi verso quello che sapeva già essere il bancone. C'era sempre qualcuno lì. "Hey, Jungkook...!" venne accolto da una voce familiare e che apparteneva al socio di Taehyung, Yoongi.

"Ciao...!" Rispose lui con lo stesso tono. "Come stai?"

"Bene, e tu?"

"Bene, bene." Jungkook annuì. "Vado nello studio di Tae."

"Lo so, vai pure." Yoongi ridacchiò e si limitò ad osservarlo mentre si dirigeva nella stanza in cui Taehyung tatuava. Poi tornò a controllare il programma di ogni tatuatore e cercò di inserirsi per farsi tatuare qualcosa da uno di loro.

Non si accorse però, che il più piccolo si era fermato davanti alla porta perchè aveva sentito una seconda voce sconosciuta e trovò strano il fatto che ci fosse qualcun altro dato che Taehyung gli aveva riferito di non star lavorando. Jungkook fece un passo indietro, sperando di poter andare via senza essere notato, ma l'altro lo vide in tempo.

"Piccolo vieni qui, entra." Gli ordinò Taehyung.

"Oh io—dovrei andare...sei impegnato e...torno dopo." Era estremamente a disagio con gli sconosciuti e sicuramente non voleva conoscere qualcun altro proprio lì e in quel momento. Sentì una risata e si strinse su se stesso, insicuro di quale fosse la ragione dietro a quel divertimento.

Stavano ridendo di lui?

Ciò che percepì subito dopo furono un paio di labbra dolci premute sulla sua fronte e una mano, poggiata sulla parte bassa della schiena a guidarlo cautamente dentro. Le risate non si erano placate e il minore avrebbe solamente voluto correre via dalla stanza o maledirli, tuttavia poteva essere un cliente e Jungkook non voleva combinare qualche casino.

"Jimin, per un minuto smettila di guardare quella roba."

"Ma Tae, cazzo è divertente—Oh mio dio, c'è Jungkook." La risata morì e si sentì più leggero. Jimin - adesso che sapeva il suo nome - non stava ridendo di lui e prestò percepì una mano raggiungere la sua per stringerla. "Ciao! Ho sentito parlare molto di te!" Disse Jimin in maniera rumorosa e fin troppo contento.

"Davvero?" Chiese, molto più tranquillo.

Jimin gli stava ancora stringendo la mano. "Sì! Dice sempre Jungkook di qua, Jungkook di là." Ridacchiò entusiasta, mentre Jungkook si sentiva a disagio. Stavano succedendo troppe cose, c'era troppo rumore, una persona nuova, quella mano ancora stretta alla sua e non si rese nemmeno conto di essersi avvicinato a Taehyung per ricevere del conforto.

Era tutto troppo inaspettato.

"Tae, non penso di piacergli..." Disse Jimin, mentre Taehyung lo allontanava.

"Vacci piano..." Aggrottò le sopracciglia, per poi voltarsi in direzione del più piccolo all'interno di quella stanza. "Piccolo, è solo Jimin...il mio migliore amico, ti ho parlato di lui, non c'è bisogno di essere nervoso." Finalmente il minore capì e sussultò, sentendosi in colpa.

"Merda, mi dispiace...Tae mi aveva detto che i tuoi sensi erano più sviluppati." Si scusò e Jungkook ne ebbe la prova grazie al suo tono di voce, iniziando così a rilassarsi.

"Park Jimin? Con—con i capelli arancioni?"

"Sì, sono io!" Jungkook accennò un piccolo sorriso. "Sono felice di poterti conoscere finalmente." Jimin gli diede un colpetto sulla spalla e poi ritrasse immediatamente la mano.

"Sono felice anche io." Taehyung sorrise e scambiò alcune occhiate contente con il suo migliore amico. Poi Jimin osservò il più piccolo e pensò a qualcosa da fargli notare, qualcosa con cui poter iniziare una conversazione.

"Mi piacciono le tue scarpe." Sottolineò, sincero.

"Non so come siano." Silenzio. Jimin sussultò e Jungkook ridacchiò. "Sono belle, lo so, grazie."

"Ti vesti davvero bene, in realtà." Si complimentò l'arancione. "Come fai...?"

"Non dubitare di un cieco." Pronunciò Jungkook, in maniera tanto seria che Jimin si ritrovò a coprirsi il viso, imbarazzato e colpevole.

"Ti sta solo prendendo in giro." Taehyung fece schioccare la lingua al palato. "Lo fa sempre, con l'intenzione di farti sentire a disagio. Sta solo scherzando." Spiegò. All'inizio aveva fatto sentire imbarazzato anche lui e spesso lo lasciava senza parole, ma ormai si era abituato a scherzi del genere.

Jungkook sghignazzò. "Adoro mettere in imbarazzo la gente."

"Perchè?" Strillò Jimin.

"Se devo essere sincero non mi importa di nessuno. Le persone non mi piacciono." Rispose Jungkook, facendo spallucce e sentendosi molto più a suo agio di pochi minuti prima.

"Già, non so se a parte menzionare il fatto di quanto sia davvero carino e divertente, ti abbia detto che è uno stronzo." Aggiunse Taehyung.

"Io—Sì. Però...sì, non ho niente da dire. Va bene." Ammise Jungkook sconfitto. "Jimin, ci sei? Riesco a sentirti respirare."

"Sto cercando di assimilare, mi ero preparato tutto un discorso per quando ti avrei incontrato e in realtà pensavo che tu fossi...silenzioso e tipo, non lo so, devo stare attento a non menzionare il fatto che tu non—non ci vedi...però mi prendi in giro e mi sono confuso!" Spiegò tutto d'un fiato, sedendosi. "E' un complimento però."

Anche Taehyung si mise seduto, tirò Jungkook per una mano e lo fece accomodare sulle sue gambe e l'altro avvolse un braccio attorno alle spalle del maggiore. Jimin si limitò a osservarli.

"Quindi...voi due state uscendo?" Chiese.

"No." Taehyung negò immediatamente. "Siamo amici."

"Amici con...benefici?" Jungkook scosse la testa e si mise più comodo, così da stare maggiormente vicino al più grande.

"No, siamo amici."

"Mhh." Jimin annuì. "Lo vedo."

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𝐆𝐔𝐈𝐃𝐄 𝐌𝐄 𝐓𝐇𝐑𝐎𝐔𝐆𝐇 𝐓𝐇𝐄 𝐃𝐀𝐑𝐊 | TAEKOOK (Traduzione Italiana) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora