15 marzo 2015
In anticipo di dieci minuti, forse per miracolo, Erika si trova grande l'immensa villa Anderson, in anticipo e con ottanta dollari in meno in tasca.
Se avesse saputo quanto era distante la villa da casa sua, avrebbe accettato l'autista del procuratore, messo da parte l'orgoglio e risparmiato la lunga corsa in taxi che le ha dimezzato i soldi nel portafoglio.
A parte ciò, si ricorda di ringraziare mentalmente il procuratore per la scelta dell'orario, lontano dal suo turno al pub e "libero" dato che le figlie sono impegnate all'asilo.
Ma è quasi convinta che la scelta dell'orario non sia stato casuale.
Quell'uomo non lascia mai nulla al caso.Comunque, ancor prima che suoni al citofono sul piccolo cancello, al fianco dell'ingresso principale per auto chiuso, la piccola porta si apre.
E prima che Erika possa pensare a una coincidenza, nota sull'angolo in alto una piccola telecamera a cui sorride e saluta con la mano.Dall'altra parte dello schermo, Devid la osserva, incuriosito da questa donna e dai suoi modi quasi infantile.
Con il costante pensiero a chiedersi se sta facendo la cosa giusta, se questa donna sarà davvero all'altezza del suo compito."La signorina Miller è qui, signor Anderson."
Lo avvisa la governante della casa, dopo aver bussato sulla porta, nonostante aperta.
Tutti in questa casa mantengono un comportamento professionale e informale.
Con il sospetto che la signorina Miller non si adeguerà al personale della villa."Buongiorno signor procuratore."
Ed eccola Erika Miller, vestita con un jeans e una maglietta a mezza manica azzurra, elegante e composta ma sempre così diversa da lui in giacca e cravatta.
"Buongiorno a lei signorina Miller.
Posso offrirle qualcosa prima di iniziare."Come da abitudine quando ha un ospote in casa, indica il piccolo piano bar nell'ufficio, che offre bevande alcoliche ma anche analcoliche o caffe.
Ma comunque, Erika vuole stuzzicarlo, più che altro perché le piace punzecchiarlo con la sua ironia.
Nonostante sappia di star parlando con il suo probabile futuro datore di lavoro."Magari un caffe, il primo che ho preso questa mattina lo dovuto correggere con molta sambuca, per l'emozione di venir qui."
E sorride, guardando l'espressione del procuratore confondersi, mentre sa che la sua mente sta valutando se farle un palloncino per il test alcolico.
Si, quest'uomo è una bella cavia su cui sfogare la propria ironia.
Ma è meglio calmarlo, prima che la cacci di già."Dovremmo lavorare sul suo senso dell'ironia signor procuratore.
Altrimenti potrebbe diventare il mio hobby preferito."Lo sguardo di Anderson si rasserena, capendo che la donna la preso in giro, come fa ad ogni loro incontro.
E la osserva avvicinarsi al bancone e servirsi da sola un semplice aperitivo poco alcolico corrompendolo con molto succo d'arancia.
Per poi osservarla ancora preparare un'altro drink, un semplice whisky con ghiaccio."Ecco a lei."
Sorride porgendogli il suo drink, lasciando incuriosito Devid su come la donna abbia capito che è il suo drink preferito o è solo fortuna?
Comunque lo accetta volentieri, invitandola a sedersi davanti a lui, separati dalla costosissima scrivania in mogano."Ora, parliamo di affari."
Lo sguardo di Erika diventa subito serio, come anche la sua postura dritta e ordinata sulla poltrona.
Mostrando quanto in realtà sia capace di essere professionale quando la situazione lo richiede.Dal cassetto sotto la scrivania, tira fuori una pila di cinque fogli circa, passandoli a Erika, senza dare spiegazioni.
Solo perché non c'è ne bisogno, ha tra le mani la proposta di lavoro, il contratto già pronto per essere firmato.
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le spine di una rosa
Romanceun amore tossico, malato, di quelli che ti consumano senza pietà. diventare succube di lui, vittima dei suoi sbalzi d'umore e della sua violenza. e tante rose regalate per chiedere scusa, puggersi con le spine e sanguinare ogni volta che si perdona...