Chiuso nell'ufficio della procura, Devid Anderson legge legge concentrato i documenti che riguardano la causa 103.
Una donna che denuncia il marito per maltrattamenti e violenze domestiche.Prima di prendere un caso in mano, è abituato a valutare la credibilità dell'accusato e della vittima.
In casi speciali come questi, non è mai facile trovare la verità, molto più comodi i casi di omicidio, dove il morto non può fingere di essere stato ucciso.La situazione è davvero contorta, sul marito non ha trovato nemmeno una multa per divieto di sosta, un membro immacolato della comunità.
Un lavoro rispettabile come commercialista, partecipa a piccole serate di beneficenza, è stato visto ogni domenica in chiesa e a fiere di paese con la sua famiglia.
Un uomo dalla fedina perfetta.Mentre la moglie, la presunta vittima, è tutt'altro.
Denuncia per schiamazzi notturni, spesso per aver creato problemi a causa dell'alcol.
Ha un paio di richiami a lavoro , una vecchia tavola calda, per ritardi ingiustificati.
C'è persino una nota di un litigio chiassoso con un'altra mamma a scuola.In più nei documenti non sono presenti prove di maltrattamenti, nessuna denuncia da parte dei vicini o foto che raffigurino lividi o segni di violenza.
Con lungo sospiro, chiude la cartellina posandosi due dita alla base del naso.
Questo caso non ha nessuna base per finire in tribunale.
E la logica che lo dice, il quadro generale della situazione e le prove tangibili, tutto ciò su cui Devid ha fondato la sua intera esistenza.
Il tangibile, come uno scienziato che guarda la religione come se fosse niente di più che fantascienza."Mi sa che ti serve un caffè, e il tuo caro amico è sempre pronto."
Devid alza gli occhi al cielo guardando Gian entrare nel suo studio, senza naturalmente aver bussato, come sempre.
Si mette comodo sulla poltrona davanti a lui, passandogli un caffè tenendo posando il suo vicino a se.Devid potrebbe ripetergli per l'ennesima che dovrebbe bussare prima di entrare, ma sa che sarebbe fiato sprecato e poi questo caso gli ronza in testa come un mal di testa.
"Il caso Johnson?"
Gli chiede Gian notando le carte del processo sulla scrivania.
Sono rari i casi di violenza sessuale o domestica in questa centrale, di solito se ne occupa l'unità vittime speciali.
Ma l'accusato è una persona molto conosciuta in città e il sindaco ha chiesto riservatezza e soprattutto che se occupasse il miglior procuratore, onde evitare una condanna ingiusta.Comunque, Gian Luca ne ha visti tanti di casi così, sa quanto può essere difficile.
E conosce Devid, sa quanto questi casi delicati siano difficili da affrontare con la logica, più da sensazioni."C'è poco da fare, appena vedranno lui e lei nella stessa stanza, non avranno dubbi.
Persino io dubito della vittima."Gli passa la cartella che riguarda lei, una opinione estranea alla sua può solo aiutarlo.
Intanto ne approfitta per una pausa caffè e per mandare un messaggio a Pedra per sapere la situazione a casa.
Si fida della babysitter, ma è da quando Camilla era piccola che ha l'abitudine di sapere come va appena ha due minuti liberi.In attesa alza lo sguardo di Gian, per capire a che punto è con la lettura, ma lui non ha neppure aperto la cartella.
" L'hai incontrata?
La signora Johnson?"Rimane abbastanza confuso dalla sua domanda, è tutto in quella cartella, prove e dichiarazione di chiunque sia coinvolto.
Avrà un incontro con lei se deciderà di andare in tribunale, se accetterà il caso.Gian invece sospira, quasi legge il pensiero dell'uomo che ha davanti, anche perché conosce come lavora.
Non ha nulla da ridire sul procuratore, quando ha un colpevole davanti lo disintegra, ma davanti una vittima che respira ?
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le spine di una rosa
Romanceun amore tossico, malato, di quelli che ti consumano senza pietà. diventare succube di lui, vittima dei suoi sbalzi d'umore e della sua violenza. e tante rose regalate per chiedere scusa, puggersi con le spine e sanguinare ogni volta che si perdona...