𝑇𝑅𝐴𝐺𝐸𝐷𝐼𝐴 𝑆𝐻𝐴𝐾𝐸𝑆𝑃𝐼𝑅𝐼𝐴𝑁𝐴

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Da brava abitudinaria al finire delle lezioni mi incammino verso la libreria della scuola, comunemente conosciuta come la mia aula preferita dell'intero edificio nonché la più fresca per via del condizionatore. Vuota, silenziosa e stracolma di libri. Ho familiarità con la lettura da sempre per via della passione che nutro ma il mio primo approccio con la poesia è avvenuto proprio qui. Era un afoso martedì pomeriggio mentre aspettavo l'inizio delle lezioni pomeridiane che venni qui per rinfrescarmi e con la speranza di trovare qualcosa di non molto impegnativo su cui proiettarmi durante la pausa. Alla fine tra tanti testi scelsi proprio quello di poesie che cadde dalla mensola. Le singole parole scelte così accuratamente disposte una accanto all'altra formando un'armonia di significati mi diedero la forza di esprimere tutte le emozioni che sigillavo dentro prendendo spunto e facendo talvolta. Rabbia, dolore, rifiuto, gioia, spensieratezza, tutto racchiuso in una singola scelta di vita.
Oggi è stato un inizio piuttosto rilassante, gli insegnanti sono stati comprensivi e non ci hanno riempito di test, per ora. Fortunatamente oltre a me e Cassie la bibliotecaria qui la solitudine regna sovrana tanto da evitare i miei compagni di classe, loro non mi sono mancati per niente o almeno una gran parte di essi. Già frenetici di organizzare feste per dar vita a gossip facendo a gara a chi si aggiudica il podio. Se interagissero al fine di essere amici al posto di sminuire gli altri e mettersi in mostra forse farei parte di quel gruppo. Il mio che include anche Eve ad esempio, non ha spazio per queste cose. Preferiamo goderci tutto da una prospettiva diversa con dei popcorn in mano dall'angolo dei nostri armadietti.
Con una scelta così vasta dovrei fare a sorteggio perché si sa che la maggior parte delle volte sempre è il mio subconscio ad avere la meglio scegliendo le cose che mi impongo di non scegliere per buttarmi su altri generi. O potrei dare un'occhiata a questo qui con una rilegatura così fine e particolare.
<<a quelle parole il lupo si avvicinò furtivamente a cappuccetto rosso per divorarla in men che non si dica>>

Addirittura? quante sciocchezze! Perché mai scrivere di un lupo che mangia una ragazzina in una favola per bambini? Probabilmente volevano disfarsene altrimenti non capisco cosa ci faccia qui questa storia. Anche se non faccio a meno di ridere al pensiero di un lupo che mangia una ragazzina, come se mi divorassi da sola, il che è patetico ma allo stesso tempo mi diverte avere le occhiate curiose di Cassie che, povera, non fa altro che lavorare e avere soggetti del genere intorno. La compatisco.
Percorro tutto lo scaffale fino ad un libro grande e doppio il triplo, un mattone verde antico con intarsiate lettere dorate su quella che è la copertina di "Romeo & Giulietta" un classico della letteratura, di William Shakespeare. Mi meraviglio del fatto che non lo abbia ancora mai letto seppur conoscendo l'accaduto a memoria. In vista della relazione che ci ha assegnato la leader del club di teatro credo sia arrivato il momento di farlo. Mi immedesimerò nella splendida Giulietta, una spavalda fanciulla in una città insanguinata d'odio, combattuta tra ciò che ha di più a cuore: famiglia e amore. Colei che si spegnerà in una cruenta morte nel fiore della sua giovinezza per aver intrapreso la scelta che più riteneva giusta, nonostante tutte le sofferenze e gli ostacoli che la vita terrena ha avuto in serbo sperando che l'amore riuscisse a placare la faida tra le due nobili famiglie. Dev'essere valsa parecchio la pena di aver conosciuto Romeo per arrivare ad un atto così tragicamente melenso. Ah, l'amore! Dopotutto il dramma è il genere dell'opera, egoisticamente originale per ottenere il massimo dei voti, e con un'analisi pronta sulla tragedia: amore proibito e sacrificio non resta che mettersi all'opera. Paradossalmente tutto questo mi riporta alla mente la situazione non molto distante che siamo tenuti a rispettare. I segreti di cui siamo circondati fanno da barriera ai nostri desideri proibiti innalzando pesanti diversità, entità che sovrastano idee colossali che in confronto il mio pensiero utopistico di voler vivere un'adolescenza priva di inquietudini e terrore è un qualcosa di egoisticamente effimero. E mi fa sentire ancora peggio.

"Grace" la voce stridula di Cassie mi riporta con i piedi per terra, stordita a sentirla pronunciare il mio nome. Dopo 4 anni di conoscenza garantisco che è la prima volta. Mi volto, scuote la testa indicando l'orologio senza proferire parola. Segnale recepito, devo andarmene. All'uscita ricordo di avvisarla per sicurezza.

"Ho preso in prestito questo, ne farò buon uso promesso" mi lascia passare indisturbata.

"Ne sono sicura. Ora perdonami ma devo chiudere, soltanto regole e lavoro lavoro lavoro" è un bene che si fidi tanto da lasciarmi prendere in prestito senza dover avvertire, ho sempre restituito tutto e in ottime condizioni che a volte si fa dare una mano persino nell'annotare ufficialmente la lista di tutti coloro che hanno accesso ai volumi. È una mansione parecchio privata e non dovrei così come lei non dovrebbe additarmi un incarico del genere ma con quel che mi concede aiutarla è il minimo che io possa fare.

"Ti occorre una mano?" prima di incalzare l'uscita.

"Oggi..." esordisce abbattuta "sei stata l'unica ancora di salvezza per questo posto Giulietta, ora vai" mi fa un cenno accondiscendente con la testa che ricambio con un sorriso genuino.

L'altra metà della mezzalunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora