𝐶𝐴𝑆𝐴☾

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Prendo la scorciatoia che porta alla foresta per arrivare prima, oggi sono più stanca del solito. Mia madre dice che è un avvertimento, un promemoria per la stagione della luna piena ma questa volta credo sia per il ritorno dopo un'estate di assoluto ozio. Nonostante la scarsa voglia di trascorrere il mio ultimo anno con la testa sui libri, ho dei buoni propositi e non permetterò a nessuno, umano, lupo o chiunque altro o qualsiasi altra circostanza di distrarmi dai miei obiettivi. Devo impegnarmi ora più che mai. Sai che noia. Nell'ultimo periodo non me la sono cavata affatto bene, vorrei poter attribuire questa mancanza alle liti familiari e ai problemi personali che ne ho riscontrato ma avrei dovuto pensarci prima di avere ripercussioni sullo studio così a metà anno mi sono dovuta fare in quattro per rimettermi alla pari il più in fretta possibile. Da ora concentrazione e non transigo.

Faccio una sosta alle cascate. Ventilato a sufficienza per evitare uno svenimento. Suggerisco a me stessa di inspirare ed espirare ma i flashback si ripetono come una scena di un film in un nastro malfunzionante: inizio a sudare e ad affannarmi dimenticando come mettere in circolo quel poco di aria che basta per non andare in iperventilazione, in panico, in agitazione. Non hai nulla di cui preoccuparti Grace, va tutto bene, non sei così affannata come quella volta. L'ultima volta. Un anno fa. Il clima in casa non era dei migliori, i soliti discorsi mi frastornavano e si addentravano nelle mie ossa da farmi perdere la lucidità e non c'è cosa peggiore che si possa fare in momenti così delicati. Ma mantenere la calma suonava come un concetto assai astratto e in preda alla rabbia sono scappata correndo molto e velocemente per allentare il nodo alla gola, alleggerire quell'incessante peso che mi premeva sul petto come un macigno. Quando il mio aspetto muta non so ancora controllarmi, la sfera sensoriale la mia emotività sovrastano. Sono stata così incosciente da non pensare neanche al resto, al fatto che i miei genitori potessero preoccuparsi a non vedere più la loro unica figlia nella sua stanza e a lasciarmi l'amaro in bocca è stata l'indifferenza. Sono tornata viva e vegeta dopo ore incurante di tutto, mi importava soltanto che mi fossi tranquillizzata per evadere da quell'oppressione a cui il mio stesso corpo mi sottoponeva ma l'equilibrio si è spezzato come una corda sottile che cede all'estremità ed è durato il tempo di riprendere fiato prima che tornassero a tempestarmi di domande. Tendo sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno, a tratte una speranza laddove vorrei arrendermi ma non lo faccio e in questo caso ringrazio di aver trovato questo posto. Accanto al lago ci sono delle rocce con un incavo poco visibile, ottimo nascondiglio per il diario. Se mia madre rovistasse in qualche cassetto frugherebbe sicuramente, ultima cosa che vorrei che facesse, perciò qui è più che al sicuro insieme a Romeo & Giulietta.

"SONO ARRIVATA" chiudendomi il portone alle spalle.

"Tesoro" freme dalla voglia di vedermi, appoggiata sullo stipite dell'entrata del salone.

"Com'è andata? Tutto bene?" chiede sorpresa e fin troppo curiosa.

"Certo, mamma" rispondo secca demolendo i castelli in aria che si era creata con le sue aspettative verso qualcosa in particolare.

"Mi fa molto piacere"-"Dove sei stata finora?" ecco il perché.

"Ho allungato il tragitto verso casa" non è vero, ho preso la strada più corta ma con i miei tempi ho impiegato lo stesso più del dovuto. "Passeggiatina" a mia discolpa posso tirare in ballo il caldo e la fame come giustificazione a fin di bene, oggi veramente non si respira.

"Hai incontrato Evelyn per caso?" freme con occhi pieni di entusiasmo.

"È cambiata parecchio rispetto all'ultima volta che l'hai vista quest'estate sai?!" sorrido addentando una mela presa dal cesto di frutta sul tavolo.

"Quanto mi manca quella ragazza" sa che averla accanto mi fa stare tranquilla.

"Dai" incito "qualche giorno la invito per pranzo se è okay" per rassicurarla.
Ha sempre nutrito affetto verso Evelyn, è una persona molto in gamba ed è facile per lei farsi volere bene ma soprattutto le è grata per essere stata un appiglio per me, una costante. Non ho mai negato il suo aiuto quando è stata l'unica ad essersi interessata a me al di fuori del liceo, al di fuori di tutto. Farei lo stesso per Eve come ho già fatto in passato senza dubitare nemmeno, e ancora e ancora. La mia prima migliore amica e desidererei averla come ultima.

"Per il resto?" apre il cassetto pronta a cacciare le stoviglie.

"Nulla" faccio spallucce.

"Va' a cambiarti che pranziamo, ok?" mai parole più allettanti.
Il sole che penetra dalle finestre proiettandosi ad inondare la stanza avvolge di una rassicurazione che mi fa sentire a casa, il che ricorda mia madre, un punto di riferimento. Come la luna, ovunque tu vada basta alzare lo sguardo per cercarla con la sicurezza che anche non vedendola è lì. Non so cosa farei senza di lei.

"Grace ho fame, MUOVITI" -e senza le sue urla!

L'altra metà della mezzalunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora