Questa storia è ambientata ad Hogwarts e parla della storia tra Angelica e Cedric. In questo racconto, Cedric Diggory non morirà e le migliori amiche di Angelica, la protagonista, sono Chiara, Giada ed Hermione. In questa storia, Voldemort non esist...
Il giorno prima della mia partenza per andare da Cedric preparai le valigie compreso il baule per Hogwarts. Mi addormentai pensando che il giorno dopo sarei finalmente stata tra le braccia della persona che amo più di tutte. Mi svegliai molto presto ed iniziai subito a preparami. Indossai un jeans ed un top:
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Scesi subito prendendo le valigie, salutai i miei familiari e mia madre mi accompagnò alla stazione. Presi il treno per andare nella cittadina, vicino Londra, in cui abitava Cedric, "Ci vediamo mamma" dissi abbracciandola, "Fai attenzione mi raccomando" disse. Una volta salita sul treno mi misi le cuffiette nelle orecchie e aspettai fin quando non arrivai. Scesa dal treno presi un taxi, "Buongiorno" dissi salendo, "Buongiorno, dove và signorina?" mi chiese ed io gli diedi l'indirizzo che avevo trovato nella busta di Cedric. Arrivai di fronte la porta della casa indicata nel bigliettino, ringraziai l'autista e scesi dalla macchina. Mi avvicinai alla porta e suonai il campanello, la porta si aprì da sola, quella di Cedric era una famiglia di maghi quindi anche la loro casa era magica. Entrai, "Eilà" dissi un pó incerta, era una casa molto carina ed ospitevole, dalle scale apparve l'ombra di qualcuno, tutti i dubbi scomparvero quando vidi che quel qualcuno era Cedric. "Angelica..." disse vedendomi, scese subito le scale e gli venni incontro vedendolo sorridere. Mi abbracciò forte prendendomi in braccio e facendo un giro, "Sei arrivata" disse prima di baciarmi, gli misi le mani sul volto, "Non riesci ad immaginare quanto tu mi sia mancato, Cedric" dissi e mi stampò un bacio sulla fronte. Tenendomi la mano andò a chiudere la porta, "Ma sei da solo?" chiesi, "Si, mio padre non c'è, come ti ho detto nella lettera", "E tua madre?" domandai curiosa, "Lei lavora lontano, sempre per affari magici" disse (Cedric ha la mamma ma non capisco perché la gente crede che abbia solo il papà). "Vieni ti faccio vedere la casa" disse camminando con la mano nella mia, notai subito una foto nell'ingresso, era di un bambino piccolo "Sei tu questo?" dissi sorridendo, lui annuì dolcemente. La foto :
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(la foto è di Robert Pattinson da bambino)
"Eri così carinoo" dissi sorridendo, "Adesso non lo sono?" chiese, "No" dissi ironica ovviamente, fece roteare la lingua all'interno della guancia e alzo gli occhi al cielo con un mezzo sorrisetto. Dopo avermi fatto fare un giro della casa salimmo di sopra, "È questa è la mia camera - disse aprendo la porta - anzi ora nostra", era una bella camera, proprio per un tipo come Cedric. Si sedette sul letto ma io rimasi vicino alla porta, "Che fai lì impalata, vieni" disse sorridendo, mi sedetti vicino a lui, "Non fare la 'ragazza educata', sai che puoi fare come se stessi a casa tua... e poi siamo solo io e te... possiamo fare quel che vogliamo..." disse avvicinando il suo volto al mio mettendo una mano sulla mia guancia. Nel momento in cui le nostre labbra si sfiorarono mi squillò il cellulare e sobbalzammo entrambi, lo presi dalla mia tasca e risposi, "Pronto?" dissi alzandomi dal letto, era mia madre che mi chiese se fossi arrivata, "Si mamma, sono con Cedric" dissi e dopo un pó che mi raccomandò di stare attenta e tutto la salutai e staccai. "Era mia madre" dissi guardando Cedric, "Ma quello che cos'è? Una specie di telefono innovativo?" disse parlando del mio cellulare, "Si, se si può definire così" dissi ridendo. Alcune famiglie di maghi come quella di Cedric avevano altri mezzi per comunicare, conoscevano solo il classico telefono di casa. Per tutta la giornata parlammo di quel che avevamo fatto durante l'estate finquando arrivò il momento di farsi la doccia anche se non volevo creare casini, "Prima gli ospiti" disse indicandomi il suo bagno personale, "Se hai più bisogno tu, vai" risposi, "Entra in quel bagno prima che ci venga anch'io e non ne esca più" disse e allora presi le mie cose ed entrai.