Alla fine è sempre così: combatti sempre per la causa sbagliata. E alla fine del percorso ti ritrovi in piedi ma ricoperto da cicatrici. E la gente ti getta addosso sale sperando che possa servire a qualcosa, a disinfettare. E bestemmi in turco. Tutto rispetto ai turchi eh, amo i turchi. Hanno inventato il kebab. Bestemmi perchè in quel momento non sai davvero con chi prendertela e te la prendi con quei poveracci che ci osservano da la su. Dai la colpa a loro e urli "mi hanno creato solo per farmi soffrire dio****". Perchè dare la colpa a te stesso è troppo auto distruttivo e dare la colpa agli altri è troppo irritante. E continui ad andare avanti per dimostrare ad altri e a te stesso di essere forte. Forte di una forza che non hai. E allora continui a camminare senza quella forza che ti spinge a farlo. Ti senti come se stessi viaggiando su un autobus senza biglietto. Vai e vai. Sperando di arrivare prima che il controllore passi. E in questo viaggio incontri persone. Persone che ti danno una forza. Una forza inutile quanto essenziale. Inutile perché non è quella di cui hai bisogno. Essenziale perchè almeno ti ferma dal ricadere. Perchè esistono diversi tipi di forza. Quella che hai e quella che ti serve. Sono rari i casi quando questi due tipi coincidono. E cammini. E cammini. Sei stanco. Ma lo fai. Perchè? Per dimostrare di essere forte. Okay. Okay. E non ti rendi conto che cambi. O forse te ne rendi conto. E non puoi fare niente. Perchè cambiare, indurirti lo fai solo per auto difesa. Perchè non riesci a fare altrimenti. E gli altri continuano a darti una forza. Una forza che non ti serve. Perchè quando sei giù puoi avere tutti gli amici che vuoi vicino. Tutti. Ma se li in mezzo non c'è quella persona di cui DAVVERO hai bisogno, mi dispiace, ma questi non servono a niente. E la solitudine per questa generazione è essere senza una persona, non essere solo. È così. Ci sentiamo soli solo perchè affianco non abbiamo chi vorremmo. E iniziamo a pensare a pensieri tristi. Iniziamo a sfreggiarci la faccia con ipocriti sorrisi pur di non cadere. Ma io non capisco. Sul serio non lo capisco. Sapete cosa vi dico? Io ho cercato per tanto tempo di non cadere in tante circostanze. E solo ora ho capito che è sbagliato. Perchè vivere è come quando cammini sul bordo del marciapiede mantenendo l'equilibrio. Se lo perdi alzi una gamba tesa e inizi ad agitare le mani cercando di riacquistarlo. Ma difficilmente lo riacquisti. La miglior cosa è cadere. Scendere dal marciapiede. Incazzarsi. Ma poi risalirci, e continuare a camminare più velocemente e più abilmente di prima. Provare a non cadere se si perde l'equilibrio è parecchio insano, non impossibile. Dio benedica chi ci riesce. E nel frattempo ci sono gli amici. Gli amici sono... come le mattonelle del marciapiede. Ti danno più spazio per non farti perdere l'equilibrio. Ma alcune sono sbagliate, un po' più rialzate, o storte, o bucate. E queste spesso ti fanno inciampare, cadere. Perchè alla fine la vita per chi si sforza di camminare da solo è come un marciapiede se ci pensate. Cammini sul bordo perchè lo trovi divertente, ma quando ti prendi un po' più spazio, sta a te capire dove mettere i piedi.
Scusate i pensieri confusi e un po' difficili da collegare. Ma questo è esattamente quello che mi passa in testa in questo momento.
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Brevi di mente
RandomIl mondo non va cambiato, il mondo va capito. Il mio obbiettivo è impararne le regole. Con quest'opera voglio solo farvi leggere le mie scoperte e magari trovare questa "legge delle dodici tavole"