Il continuo non sentire paura di cadere_ Bruxelles-Roma

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"I ricordi ti trapanano la mente. Così dolorosi. Ti restano in testa per tanto tempo. Non riesci a controllarli. Si liberano da soli, ti danzano in testa e ti ricordano di quel vuoto. Così dolorosi. Così senza scrupoli. Non guardano in faccia a nessuno. Ti cercano. Ti trovano. Ti uccidono. Vivono nelle piccole cose. Una parola, una canzone, un regalo. Puoi solo aspettare di dimenticarli. Luridi ricordi. Illusi di poter essere utili, di poter essere desiderati, di poter essere dimenticati. Ti fanno perdere. Dio i ricordi. Ti fanno perdere perte di te. La tua anima si screpola al loro venire. Cos'hanno contro di noi?! Perchè ci distruggono fino questo punto?! Non saranno mai dimenticati. Un miglior amico che se ne va, un amore che finisce, un umiliazione soggiunta dal meno aspettato. Non li sopporto. Mi viaggiano in testa. Non si stanno fermi un attimo. La fine delle cose è l'inizio dei ricordi. Ti ricordano di quanto sei stato bene, di quanto sei stato felice, di quanto sei stato stupido. "È FINITO. È TUTTO FINITO!" Ti urlano senza vergogna, senza scrupoli. Così dolorosi. Vivono nel tuo dolore. Solo quando smetterai di soffrire starai meglio. Come?! Come smettere di soffrire se loro ti rigirano il coltello nella piaga della tua anima?! Come smettere se neanche liberarti di tutte le cose che te li fanno risvegliare basta per farli andare via? "Come liberarti di qualcosa che è nella tua testa?" Prendo la penna e scrivo per vomitarli. Per gridare aiuto. Ma qui nessuno può sentirmi. Solo loro possono sentirmi. Ed é li che loro ricominciano a tormentarmi. Così dolorosi. Non li importa come stai. Se non soffri, non vivono. È la regola. Non li vedo cattivi, tuttavia. Li vedo dannati. In continua ricerca di una fuga. Ma non vogliono morire. Sono condannati a farti soffrire fino ad ucciderti solo per continuare a vivere.
Cosa mi avete fatto? In cosa mi avete trasformato? Non sono io. Questo non sono io. Dannato me. Dannati loro. Liberatemi, basta torturarmi, avete già crepato abbastanza il mio corpo, avete già frammentato a sufficienza la mia anima. Avete già ucciso quella parte buona di me. Per favore, ora basta. Voglio andare avanti. *Non puoi andare avanti se non apri le porte a loro per uscire. Solo la comprensione puó aiutarti- Ma i miei ricordi sono incastonati al mio cervello con la forza dei diamanti. L'odore della loro putrefazione inebria i miei occhi e li fanno piangere* Lasciatemi andare avanti. Il mio corpo è impassibile ormai a quello che la mia penna scrive. Non ne ha più le forze. Solo con lei posso urlare silenziosamente. Sono stanco. Sono stanco di continuare a tenere il pugnale ricoperto di diamanti nel mio petto solo perchè i miei occhi dicono che è bellissimo. Sono stanco del fatto che levando il coltello rimanga una cicatrice dolorosa e lenta da richiudere. Perchè?! Perchè ti hanno pugnalato? Parti col dare la colpa agli altri, finisci per dare la colpa a te stesso per esserci cascato, per esserci finito. *Eppure credevo di essere così forte*
Ho vissuto tutta la mia vita sotto un'armatura, con un grande elmo, un'affilata spada. Una spada per combattere, un'armatura per proteggermi, gli sputi e i pugni non sono mai stato un danno con essa addosso, un elmo per non far vedere agli altri le lacrime tagliarmi il viso in più parti. Sono sempre stato un guerriero, amo combattere per gli altri. Il trucco sta nel non aspettarsi niente in cambio. Non pretendere niente è sempre stato il mio punto di forza perchè diventi indistruttibile, inscheggiabile. Il punto debole perchè tutti inizieranno a non darti niente più. E quando tu, guerriero, inizierai a fidarti di loro e davanti a loro inizierai a toglierti l'armatura e la spada, guardandoti in quei tuoi occhi bagnati coperti dal duro elmo, ti trafiggeranno sotto la spalla sinistra, prendendoti in pieno il cuore, spezzandotelo. E li la colpa è stata tua. Tu ti sei fidato. Tu gli hai messo in mano l'arma. A quel punto non farai altro che ricordare di quanto tu sia stato stupido. E i ricordi ti faranno portare un armatura sempre più spessa, una spada sempre più affilata. Ti renderanno quel guerriero che non sei e che non volevi essere. Più forte, più aggressivo, più combattente. Non penserai a curare le ferite, ma ad andare avanti. Come guarire da ferite aperte ed strabondanti di sangue in poco tempo? Curarle? E come? Il mio errore è sempre stato quello di nasconderle. "Occhio non vede, cuore non duole" mi ripetono. Ma come fa a non dolere un cuore spezzato semplicemente nascondendolo? Dannati ricordi. Così dolorosi. Mi avete reso un altro guerriero. Un guerriero silenzioso ancor più di prima. Un guerriero che ama mascherarsi. Un guerriero sulla difensiva. Un guerriero arrogante, cattivo, solitario. Un guerriero nero. Non guarda più in faccia a nessuno pur di farsi vedere meno ingenuo. Meno buono. Ma sono un guerriero. Un guerriero nero è pur sempre un guerriero. E il suo scopo sarà sempre quello di proteggere tutti. Anche silenziosamente. Anche se sotto l'elmo e le maschere continua a piangere."

Parole buttate su un foglio in aereo.

Leggete anche il pensiero XXIII dell'opera "Pensieri" di LaviJx . È, finora, di quel che ho letto, l'autrice che merita di più qui.

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