Lingua universale

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Musica. Ah beh. Potrei mettermi e parlare per ore di questo argomento. Musica. L'arte che studia una sinfonia fatta da una serie di suoni. Arte. Che parola deliziosa. L'arte è la sinfonia universale se ci pensate. L'unica lingua uguale in tutti gli stati. Non ci vuole un interprete per capire che la quinta sinfonia di Beethoven trasmette ansia, insomma... parla della sordità del musicista che ogni mattina bussa alla sua vita e gli ricorda che non sarà tra i migliori musicisti poichè un musicista senza udito è come un attore senza memoria, un fioraio senza fiori, "un gelataio senza gelato, un ginecologo senza... l'ambulatorio" (Cit. Una persona che stimo).
Non ci vuole un interprete per dire che il genere musicale depression metal trasmette angoscia e depressione. Insomma, "Il cielo è sempre più blu" trasmette allegria in tutti gli stati del mondo! "My immortal" degli Evanescence trasmette tristezza sia ad un nero che ad un bianco, che ad un giallo, che ad un mulatto, che ad un rosso, un blu, un nocciola, un europeo, asiatico, americano, terrestre, marziano... Insomma, universale. La musica, l'arte è la lingua universale. Tutti la capiscono e a tutti piace. La musica entra dentro di noi e ci cambia, ognuno di noi diventa ciò che, la musica che ascoltiamo, vuole che diventiamo. La musica ci cambia e ci rende diversi, speciali. La musica ci salva, ci porta via dal buio e ci solleva. Ci riporta alla testa ricordi... Dio ragazzi... Sapete quante volte mi è successo di ascoltare una canzone e di ricordarmi di un periodo della mia vita che mi ha completamente cambiato? Nel mio caso è stata "Counting stars", se volete fatemi sapere la vostra.

C'era una volta un bambino. Non aveva niente di diverso da un normale bambino se non la fortuna di avere un padre musicista. Questo cantante dedicò molte canzoni al piccolo, infatti minimo una canzone a CD era dedicata al bimbo. Il piccolo amava la musica del padre, una delle tante canzoni amate si chiamava "Mio piccolo", le sue risate erano la prima ispirazione per l'artista. All'etá di circa 6 anni il bimbo si ammalò e dopo qualche mese di sofferenza morì. Il padre cadde in un dolore profondo. Si fece stampare dal dottore una foto delle onde sonore degli ultimi battiti del cuore del figlio e appese il foglio nel suo studio di registrazione. Dopo circa un mese, il musicista decise di fare una raccolta delle canzoni dedicate al figlio e di pubblicarla in un CD chiamato "Mio piccolo" come la canzone amata dal figlio. Mentre si trovava nello studio di registrazione si rese conto che le onde sonore delle ultime note de "Mio piccolo" avevano lo stesso ritmo degli ultimi battiti del figlio.

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