Capitolo 13.

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Vi consiglio di ascoltare Skinny love di Birdy :)

-Erik è tuo figlio, Louis.-

Annuncia lei, e il mio cuore perde un battito, sperando che sia tutto falso.

-Co-come?-

Balbetta lui, incredulo, come me del resto.

-Hai capito bene.-

Afferma lei, sicura mentre sento le mie pareti crollare. Vuoto. Buio. Non sento niente tranne i battiti accelerati del mio cuore. Mi serve aria, sento i polmoni andare a fuoco, boccheggio senza riuscire a respirare. É forte, è doloroso. Le gambe cedono, la testa gira, porto una mano sul petto. Mi sento morta, ma il mio cuore batte ancora. Non respiro, sento la testa girare. Tremo, sono in preda alle convulsioni. Le sue parole, l'unico eco che sbatte con forza contro le pareti della mia testa. Riesco ad esalare un respiro strozzato prima di sentire le lacrime cadere dai miei occhi. Calde, lente, amare. Stringo i pugni, sentendo le unghie lunghe penetrare dolorosamente nel mio palmo e sento il leggero calore del sangue sfiorarmi le dita. Non è dolore quello, penso sbattendo i pugni sul pavimento e incapace di paragonarlo a ciò che il petto sta subendo. Vorrei che Louis fosse dietro questa parete con me, a stringermi la mano, a darmi quel poco di coraggio che mi servirebbe per andare avanti ora come ora, ma non è qui. È lì, con la madre di suo figlio. E il dolore riparte, più forte di prima. Schegge di cuore distrutto mi lacerano dentro, apro  la bocca, ma non ne esce alcun suono. Porto la testa tra le mani, scuotendola, lasciandomi andare a singhiozzi di sfogo, singhiozzi disperati, spezzati.

-Oh Cristo. Madison, Madison sta calma.-

Le mani di Liam mi stringono tra le sue braccia.

-Ho freddo.-

Mormoro solo, senza ricambiare l'abbraccio che dovrebbe essere confortante.

-Mad, sta calma, andrà tutto bene.-

Continua lui.

-Andrà tutto bene, andrà tutto bene, andrà tut... No! Non andrà tutto bene!-

Urlo letteralmente dopo aver pronunciato quelle menzogne come un mantra, sento la gola bruciare. Ogni mia speranza, ogni mio sogno con lui, tutto il mio castello di carte è crollato al suolo con una folata di vento. Mi immobilizzo nello stesso momento in cui scorgo un fascio azzurro girare l'angolo del corridoio di corsa. Louis allarga gli occhi alla mia vista e io allungo le braccia verso di lui, come un bambino in cerca della madre.

-Louis.-

Singhiozzo mentre Louis mi stringe al suo petto, stringendomi come non aveva mai fatto. Non lo sopporto, fa male anche avendolo tra le mie braccia. Lui non risponde, il respiro irregolare. Sento le mie gambe lasciare il terreno, vedo solo lui adesso. Sono in camera sua poco dopo, stesa sul suo letto mentre premurosamente mi tampona con un fazzoletto i palmi delle mani un po' insanguinati.

-Sta ferma.-

Sussurra dolcemente cercando di stare calmo. Ma lo sento, lo sento il dolore dietro le sue parole. Sento il rammarico, la sconfitta, la disperazione, il cuore infranto. Gli do ascolto mentre il mio petto è scosso ancora da singhiozzi, l'unico conforto è la sua pelle contro la mia. Chiudo gli occhi quando mi bacia la fronte.

-Resteremo insieme, Mad. Non preoccuparti.-

Mormora baciandomi il viso in ogni punto, con dolcezza.

-Noi non resteremo insieme, Louis. Non mentirmi, lui è tuo figlio, mi scaricherai più velocemente di quanto tu possa immaginare.-

Dico e porto le ginocchia contro il mio petto, dondolandomi. Sento le lacrime di Louis bagnarmi le guance, mischiandosi alle mie. Si alza e sento già il cuore spezzarsi di più, ma quando chiude la porta a chiave non posso fare a meno di sospirare.

Wherever you are (Sequel 92 days)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora