La ragazza stette lì immobile per più di un'ora, seduta con le gambe doloranti strette al petto e con la testa poggiata sulle ginocchia. Non sapeva cosa fare, dove andare, chi cercare. Aspettava forse che tutte le informazioni che le mancavano tornassero improvvisamente così come erano andate via. Quando è quasi mattina, trova finalmente il coraggio e soprattutto la forza di alzarsi ed inizia ad attraversare quel bosco che, con la luce del giorno, non le faceva più tanta paura. La ragazza, dopo circa mezz'ora di cammino, alternata a momenti in cui si fermava a causa dei dolori, raggiunge il centro abitato. Qui tutti la osservano, chi per paura e chi per curiosità, ma lei cerca di non incrociare lo sguardo di nessuno e di proseguire per la sua strada.
Mentre cammina zoppicante e a testa bassa, un passante riconoscendola la saluta, ma vedendo che lei non ricambia il saluto si avvicina e con voce preoccupata e triste le dice: "Cloe, mi dispiace per quello che è successo, sappi che ti sono vicino."Vedendo come era combinata la ragazza e notando la sua espressione smarrita le chiese: "Cloe ma ti senti bene?"
La ragazza facendosi coraggio cercò di cacciare delle parole dalla sua bocca, ma tanta era l'ansia che non riesce a dire nulla. Allora il passante a lei sconosciuto cerca di rassicurarla dicendo: "Tranquilla Cloe, ora ci sono io. Ti porto a casa o forse prima in ospedale. Ti sei fatta male?"
E così dicendo stese il braccio per toccarle una delle tante ferite che aveva in testa, ma lei con terrore si allontanò e con una voce tremante e fioca disse: "Cloe....io mi chiamo Cloe?"
Il giovane, che mostra circa trent'anni, stupito da quella domanda rispose: "Certo. Che domande fai?" Continuò poi a farle mille domande tipo: cosa ti è successo? Ma sai chi sono io? Dove sei stata? Qualcuno ti ha fatto qualcosa?Lei non sapendo rispondere a nessuna di queste domande scappò via il più velocemente possibile, lasciando da solo quel ragazzo che rimase sbalordito da ciò che aveva visto e sentito. Alla ragazza però è servita quella conversazione perché le ha permesso di sapere il suo nome, Cloe. Questo però non le dice nulla, le suona come una parola del tutto nuova, una parola per lei sconosciuta in quel momento. Dopo aver raggiunto una stradina vuota e soprattutto lontana da quel suo interrogatore, cercò di calmarsi, ma inutilmente, poiché insieme al suo affanno la sua paura aumentò. Nella sua mente ora ci sono più domande di prima. Si chiede chi è quell'uomo, come la conosce, perché ha detto di essere dispiaciuto e poi per cosa è dispiaciuto. Una voce nella sua testa quasi la spinge a tornare indietro per fare direttamente a lui queste domande, ma decide di seguire il suo istinto, che la spinge a non fidarsi di nessuno. Infatti, non c'è niente che le assicuri che quel ragazzo è davvero un bravo ragazzo. Eliminata l'ipotesi di tornare indietro, decise di trovare un ospedale in modo da potersi far medicare le ferite, ma subito dopo le viene in mente che anche in quel luogo tutti le avrebbero fatto le stesse domande fatte dal passante che aveva incontrato poco prima.
Indecisa su cosa fare, continuò a camminare per varie stradine isolate dal centro abitato per non farsi vedere da nessuno. Ad un certo punto raggiunge una strada più popolata e quindi, come un animale spaventato, si affretta subito a cambiare direzione, ma il suo sguardo e soprattutto il suo udito viene attirato da una ragazza, che cammina avanti e indietro sugli scalini di una banca del tempo e parla tra sé a voce alta. La ragazza che ora noi conosciamo con il nome di Cloe, poco distante da lì e nascosta dietro un muro, la fissa con curiosità e stupore cercando di capire quello che sta dicendo. All'improvviso però le due incrociarono lo sguardo e così Cloe si gira di scatto, sperando che quella ragazza non l'abbia notata. Ma in realtà fu proprio. Infatti, quest'ultima venne verso di lei e disse: "Eiii, bella ragazza!!" Cloe fece finta di non sentire e continuò a camminare. La ragazza però non si arrende e corre verso di lei per raggiungerla. Non appena ci riesce le tocca la spalla e dice: "Eii parlo con te... per caso ci conosciamo?"
Cloe allora, trovandosi in trappola e non riuscendo a parlare, scosse la testa per dire no. Così la ragazza vedendola agitata le dice: "Ti vedo un po' tesa...tranquilla non mordo."
Non ricevendo alcuna risposta continua dicendo: "Ho visto che mi stavi fissando prima... volevo dirti che anche se a volte parlo da sola non sono pazza." Con quest'ultima frase riesce a strappare a Cloe un piccolo e timido sorriso. Felice di ciò, la giovane si presenta: "Comunque piacere, mi chiamo Hope. E tu... sei..."
In quel momento a Cloe ritorna l'ansia che poco prima le era diminuita, infatti, non sa esattamente cosa dire. Non sa se il suo nome è veramente Cloe, ma non sapendo cos'altro rispondere, dice con voce timida: "Cloe. Io sono Cloe."
Hope allora afferma sorridendo: "Bene, piacere di conoscerti Cloe."Prima che Hope faccia altre domande alla strana ragazza, è necessario che il vostro narratore ve la presenti. Hope Foster si presenta davanti a Cloe come una ragazza abbastanza alta, magra, con i capelli capelli corti di un marrone chiaro alla radice e biondi alle punte, gli occhi verdi abbelliti con un ombretto nero che le contorna la palpebra mobile, la pelle molto chiara, un naso normale e dritto e i lineamenti abbastanza marcati. Cloe ha potuto notare l'aspetta fisico della ragazza ma ovviamente non quello caratteriale che lascia però trasparire dal suo look molto strong. Infatti, Hope porta un jeans strappato con sotto delle calze a rete nere, un top nero, una felpa nera dotata di tasche e cappuccio, degli anfibi borchiati così come il suo zainetto e infine ha delle cuffie al collo collegate al telefono che conserva in tasca. Quindi, come detto prima, il suo modo di porsi e di vestirsi lascia intendere che essa sia una ragazza molto forte e ribelle, ma quello che l'ha portata ad essere così è proprio il suo passato e quello che ha dovuto affrontare.
Hope appartiene ad una famiglia di umili origini ed è l'unica figlia di Elisabeth Foster e Michael Foster, un impiegato della banca del tempo di Del Sol Valley.
I suoi genitori, nonostante i numerosi problemi finanziari, hanno sempre cercato di non farle mancare nulla e di educarla con i valori con cui loro stessi erano cresciuti. Il loro obbiettivo di far vivere alla figlia una vita serena divenne sempre più difficile quando Michael perse il lavoro a causa della crisi. A quel tempo Hope aveva 15 anni, l'età dell'adolescenza, l'età in cui tutti iniziano a diventare sempre più pretenziosi e soprattutto capricciosi. Michael ed Elisabeth rimasti ormai in povertà e costretti ad ipotecare la casa per far fronte alle innumerevoli spese, cercarono di trovare una qualsiasi soluzione. Le provarono tutte, facevano colloqui su colloqui, tutti terminati con esiti negativi e richiesero anche vari prestiti, ma questi non gli vennero mai concessi proprio a causa della loro situazione economica, che non dava alcuna garanzia alla banca. Quest'ultima a causa delle crisi negava loro anche la possibilità di accedere alle sfide decise dall'intelligenza artificiale "Eve". I due erano quindi sempre più disperati, era rimasto ad entrambi pochissimo tempo, infatti, tranne le ore, i minuti e i secondi che scorrevano velocemente, l'orologio di Michael contava solo 3 anni, mentre quello di Elisabeth ne contava solamente 2. Nonostante il loro sconforto, non toccarono mai il tempo della loro piccola Hope, che era ignara della situazione che stavano passando i suoi genitori, che non le avevano detto nulla per non farla preoccupare. Un giorno, Michael ed Elisabeth vennero contattati da una banda di ladri del tempo. Queste bande erano composte da persone che si unirono in quanto avevano tutte lo stesso obbiettivo, ovvero quello di ottenere del tempo. E per fare ciò erano disposte persino rubarlo. La banda che contattò i genitori di Hope si chiamava Freedom, ma non era l'unica in città. Infatti, c'era anche la cosiddetta Rudy Band, guidata appunto da un tale di nome Rudy, che al contrario dell'altra, rubava tutto il tempo dalle persone fino a prosciugargli l'anima e quindi ad ucciderli. Tutti i componenti della Freedom abitavano in un grande edificio abbandonato fuori città. Qui si trasferirono quindi anche Hope ed i suoi genitori e si venne a creare una grande famiglia in cui tutti erano generosi e affettuosi con i loro compagni. Michael ed Elisabeth rimasero in questa banda per circa un anno, in questo periodo, anche se in modo illecito ed ingiusto, riuscirono ad ottenere molto tempo. E probabilmente perché volevano proteggerla oppure perché si vergognavano delle loro azioni, non dissero mai la verità ad Hope, ma inventavano varie storie e rispondevano sempre in modo vago alle sue domande. Hope però essendo sempre stata una ragazza molto sveglia, aveva intuito la situazione, ma non chiedeva nulla ai suoi genitori o ai componenti della banda perché aveva paura della risposta, aveva paura che quello che lei pensava fosse vero e per questo preferì vivere nel dubbio.Ciò però fino ad una sera, la sera che per Hope è molto difficile da affrontare e da ricordare. Come ogni sera, anche quella Michael ed Elisabeth misero a letto la loro piccola per poi andare insieme agli altri a fare quello che ormai è chiaro a tutti i miei lettori. Mentre si stavano radunando, vennero circondati dall'altra banda, dalla Rudy Band. Alcuni erano sorpresi, altri spaventati e tra quest'ultimi c'erano anche i genitori di Hope. Ad un certo punto, Rudy prese la parola e con voce alta disse: "Compagni, la mia banda è qui per proporvi un patto. Si sa che siamo molto diversi, ma una cosa ci accomuna: siamo tutti ladri. La differenza sta nel fatto che voi preferite rubare senza uccidere, vi accontentate di poco tempo, mentre noi, siamo più coraggiosi, non esitiamo a togliere la vita a qualcun' altro per salvare la nostra." Incitato da quelli della sua banda continuò il suo discorso: " Il fatto è molto semplice. Voi togliete a noi del tempo, ci siete di intralcio. Per questo vi chiedo: o vi unite a noi e combattiamo insieme per raggiungere il nostro fine comune...oppure vi fate da parte. E con questo intendo dire che ci date tutto il vostro tempo."
Una voce dalla parte della banda Freedom gridò: "No. Non moriremo per voi."
Rudy allora cambiò espressione e con voce arrabbiata disse: "Bene. Allora vi prenderemo il tempo con la forza."
E detto questo tutti i suoi compagni cacciarono le chiavi del tempo ed iniziarono a rubare quest'ultimo dai loro nemici.
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The Time of the Truth
FantasyIn una dimensione parallela, in cui il tempo di vita delle persone è diventato una vera e propria moneta, tre ragazzi, Cloe, Hope e Tom cercano di affrontare i loro problemi insieme. Cloe dovrà riuscire a recuperare la sua memoria, Hope dovrà affron...