Cloe in preda alla confusione e all'ansia risponde: "Si arrivo subito."
Poi saluta di fretta la donna che cerca di riprendere il discorso dicendo: "Cloe chi era? Tuo fratello? Tutto bene?"
Cloe sgarbatamente la guarda e dice: "Mi scusi ma ora devo andare. Mi dica solo una cosa. Come si chiama mio fratello?"
La signora esterrefatta dalla domanda fa un sorrisino: "Cara ma hai per caso perso la memoria. Non sai che tuo fratello si chiama Jonathan?"
Cloe quando sente quel nome ha una fitta al cuore e capisce che il bambino nel sogno era proprio suo fratello e probabilmente l'uomo e la donna erano i suoi genitori. La ragazza senza dire nient'altro se ne va lasciando la vecchia da sola e più confusa che mai. Mentre Cloe corre per raggiungere i suoi amici, ha la mente piena di pensieri. Non si ricorda dei suoi genitori eppure le sembra quasi di ricordare il dolore da lei provato quando sono morti. Quel dolore che l'ha spinta a cercare di togliersi la vita. Dopo qualche minuto la povera ragazza arriva davanti a quella famosa casa. La riconosce, è proprio quella che era nel suo sogno: il numero civico è il 33, ha lo stesso tetto, stessa carta da parati, stesso giardino con l'altalena e il piccolo tavolo e ha lo stesso recinto di legno. Cloe, sopraffatta dal dolore per quello che ha scoperto, guarda poi i suoi amici con uno sguardo perso e vuoto. Hope e Tom capiscono subito a cosa sono legati i sentimenti della loro amica e la abbracciano. Infatti, i due, pensano che Cloe abbia saputo in qualche modo quello che il passante aveva detto ad Hope. Cloe scoppia in un pianto quasi liberatorio e mentre abbraccia i suoi amici dice: "I mie genitori sono morti, sono stati uccisi probabilmente da dei ladri del tempo....l'ho saputo da una signora che ho incontrato. Quindi credo di essermi buttata per questo."
Tom: "Ti giuro che chiunque sia il colpevole la pagherà cara per quello che ha fatto."
Hope: "Si ci puoi scommettere."Cloe si stacca lentamente dall'abbraccio e si asciuga le lacrime. Hope accarezzandole il braccio le chiede: "Ti va di entrare?"
Cloe annuisce e spinge il cancelletto che era già aperto e mentre Hope e Tom la seguono va verso la porta che è però chiusa. Allora la ragazza, davanti allo sguardo stupito degli amici, alza lo zerbino e prende le chiavi.
Tom: "Ti ricordi che erano lì?"
Cloe altrettanto stupita dice: "Si me lo ricordo."
Non appena i tre entrano in casa, Cloe si guarda intorno e ha varie sensazioni. Le sembra ovviamente di essere già stata in quella casa. Iniziano poi a tornarle alcuni ricordi e muovendosi e indicando vari punti dell'abitazione dice: "Lì è dove facevamo colazione, mi ricordo che la mamma cucinava i tost con le uova, io li adoravo. Qui invece c'è il bagno, mi ricordo che da piccola una volta ho dipinto questo muro con dei disegni, eccoli, mio padre cercò di toglierli ma mia mamma disse che erano carini e che potevano restare. Qui invece c'è la stanza da letto dei miei genitori e questa è la stanza mia e di mio fratello."
Prendendo in mano un videogioco continua la sua passeggiata nel viale dei ricordi dicendo: "Ah mi ricordo anche di questo, ci giocavamo sempre e lui a volte mi faceva vincere apposta, ma lo negava sempre nonostante l'evidenza."
Mentre Cloe continua a camminare per la stanza e ad avere dei ricordi, Tom ed Hope la seguono, felici che stia recuperando la sua memoria.Ad un certo punto però Cloe si blocca al centro del salotto. Tom allora le chiede: "Ei tutto bene? Ricordi qualcos'altro?"
Cloe con voce bassa e tremante risponde: "Si ... ricordo quella notte."
Tom preoccupato lancia uno sguardo ad Hope, che corre ad abbracciare l'amica: "Sai che se ti fa stare male non devi per forza raccontarlo?"
Cloe: "Lo so ma raccontarlo mi aiuta a ricordare."
Tom interviene: "Puoi anche scegliere di non ricordarlo, di cancellare quel dolore che ti ha fatto stare male."
Cloe: "Io ora so perché ci sono stata così tanto male.... perché è colpa mia."
Hope: "Non dire sciocchezze. I tuoi genitori sono stati uccisi, probabilmente da dei ladri del tempo. Tu non c'entri proprio nulla."
Tom: "Si Hope ha ragione Cloe."
Cloe fa qualche passo in avanti: "No, voi non capite. Loro erano qui, c'erano due uomini che hanno rubato loro il tempo fino ad ucciderli... questi assassini ridevano e non davano ascolto alle loro urla di pietà. Ed io forse sono peggio di loro perché ho guardato tutta questa scena nascosta dietro la finestra. Ho visto i miei genitori morire e non ho fatto assolutamente niente."
Tom: "Ma cosa potevi fare? Se fossi intervenuta non gli avresti salvati, ma avresti fatto la loro stessa fine." Hope: "Già e se invece avessi chiamato la polizia non sarebbe mai venuta in tempo per salvarli. Quindi tu non hai colpe. Hai fatto quello che tutti avrebbero fatto al tuo posto."
Cloe, dopo qualche secondo di silenzio, con le lacrime agli occhi dice: "Allora sarei dovuta morire insieme a loro. Per questo volevo uccidermi, ma non sono riuscita nemmeno a fare quello... però sono ancora in tempo per farlo."Hope, dopo aver sentito quelle parole, va verso Cloe e le prende il viso dicendo: "No. Non devi dirlo neanche per scherzo. So esattamente quello che tu hai provato, ho visto mia madre morire e mi è stato tolto anche mio padre, conosco quel dolore, quella sensazione di impotenza che provi. Ma non puoi farci nulla, puoi solamente conviverci e trovare qualcuno che ti aiuti a superarla e quel qualcuno ce l'hai davanti ai tuoi occhi. Perché ti giuro che io non ti lascerò un attimo da sola con quel dolore, ti aiuterò a sopportarlo, a combatterlo. E se tu decidi di morire allora significa che non hai abbastanza forza per farlo, invece, devi lottare e devi vivere per te, per i tuoi genitori... e per me."
Mentre Hope pronuncia questo discorso che le viene direttamente dal cuore, Tom guarda la scena commosso, così come lo è Cloe che in quel momento capisce di aver trovato una vera amica.
Cloe con le lacrime tra gli occhi fa un piccolo sorriso e guardando Hope negli occhi, con voce bassa e spezzata le dice: "Ti voglio bene... anche se ci conosciamo da poco."
Hope: "Quel poco mi è bastato per capire che persona sei. Ti voglio bene anche io."
Detto questo le due si abbracciano e a loro si unisce anche Tom che a stento trattiene le lacrime.I tre vengono però interrotti dalla suoneria di un cellulare. Hope indicando il telefono che squilla sul tavolo chiede: "Di chi è?"
Cloe prendendolo in mano e leggendo da chi viene la chiamata dice: "È mio, mi sta chiamando mio fratello, Jonathan."
Tom: "Non rispondi?"
Prima che la ragazza potesse farlo la chiamata si ferma. In quel momento qualcuno apre la porta e dice: "Cloe, sei qui."
Cloe si volta e riconosce il ragazzo, è proprio Jonathan.
![](https://img.wattpad.com/cover/274563790-288-k222610.jpg)
STAI LEGGENDO
The Time of the Truth
FantasyIn una dimensione parallela, in cui il tempo di vita delle persone è diventato una vera e propria moneta, tre ragazzi, Cloe, Hope e Tom cercano di affrontare i loro problemi insieme. Cloe dovrà riuscire a recuperare la sua memoria, Hope dovrà affron...