Cap. 16

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Dayane Pov

Qualcuno un giorno disse che non c'è luogo più inabitabile di quello in cui si è stati felici... non c'è casa più invivibile di quella riempita dal suono dei vecchi ricordi... non c'è strada più impercorribile di quella che si è percorsa mano nella mano... e che ad un tratto ci ha viste avanzare da sole...

"Rosi hai voglia di parlare?"

"assolutamente no e non mi devi neanche rivolgere la parola"

La mia vita è così ora... inabitabile... invivibile... impercorribile... è fatta dell'eco della tua voce... dell'odore del tuo copro tra le mie lenzuola vuote... del sapore delle tue labbra sulle mie... delle cicatrici incise e marchiate a fuoco sul mio petto... quelle ferite che mai più nessun altra persona potrà provocarmi... che nessun altro sentimento potrà causare... quelle ferite che sulla mia pelle si rimarginano con lentezza... forse anche troppa...perché l'epidermide si rinnova di continuo... contiene milioni di cellule staminali pronte a sostituire quelle morte... come la seconda schiera di un plotone... pronte a ricominciare la battaglia.

"tu hai bisogno di me?"

"io ho bisogno di te"

Il dramma è che nel cuore... queste cellule miracolose non ci sono... hai una sola fila di soldati... quindi non mi resta che rimanere immobile su questo divano... mentre sanguino silenziosamente dal mio interno... mentre lascio sgretolare la mia nuova vita... mentre lascio fluire i miei perfetti dieci secondi... mentre inciampo sul lato sbagliato della strada... cercando di dare un nuovo senso al nostro giusto scambio... mentre cerco di dare una cura alla mia pandemia.

"però la sera dormi con me?"

"eh certo, torno sempre da te"

Si... torni sempre da me... o forse sarebbe più corretto dire tornavi... perché ora... tutto ciò che riesco a formulare nella mia mente... è che mai più avrò te... mai più avrò questo amore... e questo odio... mai più avrò questo dolore e questa gioia... perché mai più ci sarà quel noi... quel noi che mi svuota... che mi divora dall'interno... perchè niente mai più potrà essere diverso da noi.

"senti Dayane, dimmi cosa ne pensi di Rosalinda"

"che è un'attrice nata"

Non so quanto tempo sia passato da quella sera... quanto tempo mi sia servito per alzarmi da quella vecchia poltrona in salotto... non so quanto tempo mi sia servito per cancellare l'immagine di quel bacio con lui... non ho tenuto il conto... non ne sono in grado... non lo sono stata mai... lascio che i secondi scorrano... fluiscano... lasciandomi davanti il futuro... indietro il passato... e il presente... inaccessibile. Cosi quando ho deciso di andare via... quando ho deciso che forse l'unica cosa da fare fosse quella di ritornare indietro... di nominare te... di cancellare noi... non so quanto tempo sia passato. So solo che la pioggia cade molto spesso nonostante faccia più caldo... e che c'è sempre vento anche se il sole continua a levigare i nostri corpi vuoti.

"al di là di questo gioco maledetto io ci sono. E ci sarò sempre"

Si...tornare indietro... perché forse quando ci sono cosi tanti punti ciechi... un passo indietro è un passo verso la direzione giusta... punti ciechi... i miei tanti punti ciechi... cosi tanti da capire che se anche sia facile sgombrare le macerie di una battaglia... è difficile smettere di toccarsi le cicatrici... perché tutto questo è una battaglia... tra colpi scagliati e non... tra proiettili mancati ed altri presi in pieno.

"tu sei questo, triste tutto il giorno"

"io sono stata triste per te"

"non me ne frega niente, tu devi essere felice da sola, mica di me"

A un passo da te - RosmelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora