Cap. 8

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Dayane Pov

Quando ero piccola mi piaceva sgattaiolare fuori di casa... aspettavo che mio padre e mia nonna si addormentassero... che il buio totale arrivasse offuscando tutto... e mi alzavo dal letto, vestendomi in fretta in punta di piedi... sgattaiolavo fuori... sgusciavo via... ed i miei passi erano cauti ma sicuri... erano decisi, senza timori... erano liberi. Io ero libera... perchè c'è stato un tempo in cui lo sono stata... un tempo in cui niente era in grado di vincolarmi... un tempo in cui potevo sgattaiolare fuori di casa senza sentirmi in colpa... senza avere la consapevolezza che stessi scappando, che stessi correndo via... che stessi lasciando dietro di me le mille battaglie mai affrontate. Sono stata libera... prima di perdermi nel mio labirinto... prima che il tempo... prima che le perdite subite... le parole non dette... i pensieri inconsistenti prendessero forma... mi vincolassero in sbarre invisibili... in scatole di plexiglass. Ero libera quando sgattaiolavo fuori di casa e mi stendevo sull'erba bagnata... quando la notte era calma e non si sentiva alcun rumore... silenzio immenso... quando mi sentivo leggera... quando i mille rumori che sono ora nella mia testa erano ancora silenti. Tutto quello che sentivo era l'aria umida prima dell'alba... quando le stelle erano colorate di rosso... e il sole era solo un puntino che sbucava piano piano all'orizzonte. Ero libera... ma adesso... in questo istante... sono bloccata, ferma... paralizzata... e la mia essenza... il mio cervello... continua a schiantarsi contro le pareti della mia prigione... continua a muoversi senza tregua... cercando, frugando... in cerca della strada per la mia libertà. Ma quando un lieve sonno mi avvolge e mi ritrovo ancora una volta persa tra le tue braccia... col respiro rotto contro i tuoi capelli... quando apro gli occhi e ti trovo ancora qui... accanto a me... in me... intorno a me... quando sento il tuo profumo che invade le mie narici e si impossessa del nostro letto... quando vedo le tue mani poggiate sul mio corpo... che delicatamente mi accarezzano, mi tengono stretta, al sicuro... io lo so... non sono libera. Forse non lo sono mai stata... ma adesso poco importa... perché adesso... la mia prigione sei tu. Le mie sbarre sono le tue parole... i miei secondini sono le tue mani... la mia pena è il tuo amore... ed io non sono libera. Sento il calore del tuo corpo contro al mio... la mia testa inserita nell'incavo del tuo collo... e la mia guancia che sfrega piano contro la pelle morbida del tuo petto... siamo talmente connesse in questo momento che riesco a sentire i battiti precisi e pieni del tuo cuore... il dolce suono delle tue dita che solleticano piano la mia guancia. Per tutta la vita non mi sono mai sentita al sicuro... non mi sono mai sentita protetta, capita, amata come in questo momento... non ho mai desiderato così tanto di avere la forza per non scappare... per non sgattaiolare via da ciò che sento... da tutto ciò che sento adesso che sono qui tra le tue braccia.

(Flashback)

Ho rivisto mia madre oggi... dopo talmente tanto tempo da non ricordami più esattamente quanto ne sia effettivamente passato dall'ultima volta. Ho rivisito mia madre oggi... e non sono riuscita nemmeno a riconoscere il suo volto... la sua voce... dimenticati... li avevo completamente dimenticati... cancellati... rimossi. Forse perché faceva male, troppo male per una bambina ricordare il volto di una madre assente... di una madre che mi aveva abbandonata... o forse perché funziona così... il tempo cancella, il tempo rimuove... cura... il tempo aiuta a superare tutto. Ho rivisto mia madre oggi... e tutto quello che riesco a provare adesso è vuoto... non odio... non felicità... nemmeno stupore... solo vuoto... un incessante e dolorosa sensazione di vuoto. Vorrei che tutto si fermasse... vorrei che il mio cervello smettesse di schiantarsi contro le mie sbarre invisibili... vorrei smettere di soffrire cosi... perché il pensiero che ci sia un domani, e poi un dopodomani, e poi una settimana... non mi era mai sembrato tanto insopportabile... vivere con lo stomaco attanagliato da questo vuoto... è una sensazione che mi divora dentro. Mi passo le mani tra i capelli... sbuffando rumorosamente... cercando di spingere fuori tutto quello che ho all' interno... socchiudo gli occhi per poi riaprirli piano... sperando che tutto sparisca una volta riaperti... ma tutto è ancora qui. Spingo rumorosamente la forchetta nel piatto quasi a voler coprire il rumore assordante dei miei pensieri... e inghiottisco il boccone di pasta per spingere indietro il nodo che sento in gola. Piangere... forse dovrei piangere... forse sarebbe liberatorio, forse mi libererebbe da tutto... ma sono bloccata... sono vuota...

"ci facciamo le coccole stasera?" ...

la tua voce mi riporta alla realtà... ero così persa nei miei pensieri da essermi dimenticata della tua presenza accanto a me...

"si"

ti rispondo in automatico, come se le parole uscissero da sole dalle mie labbra... senza dare un reale peso a ciò che mi hai detto... a ciò che ti ho risposto... tiro l'ennesima forchettata nel piatto... mentre quella sensazione di vuoto cerca di imprigionarmi... di spingermi ancora nei profondi meandri della mia anima...

"le vuoi?"

ancora tu... cerchi di tirarmi fuori dalle mie prigioni... sei qui a salvarmi dalle mie zone buie... e sei talmente dolce mentre me lo domandi con un tono offeso... mentre ancora una volta sei persa nei tuoi dubbi. Come fai ad avere ancora dubbi... come fai ad essere così insicura dei miei sentimenti quando tutto quello che guardo... tutto quello che sento... tutto quello che voglio in questa casa sei tu... 

"si"

"sicura?"

la tua voce è più calma adesso... sei felice... emozionata... commossa... mi stupisco ogni volta di come sia possibile che io riesca a leggere sempre tutte le sensazioni che stai provando solo ascoltando il tono della tua voce. Siamo due anime connesse così nel profondo... che fatico a ricordami cosa voleva dire vivere prima di averti trovata... mi fa sorridere questo pensiero... adesso non sono più sola... adesso ci sei tu con me...

"si"

"e mi vuoi bene?"

"certo"

"anch'io"

vorrei smettere di amare così... vorrei smettere di amare te così... perché fa male sapere che hai la mia libertà stretta tra le mani... che hai la mia pelle tatuata addosso... fa così male da farmi paura. È come accettare di farsi graffiare... scuoiare... fa paura sapere che in qualunque momento tu... la persona che ha il mio tutto tra le dita... potresti andartene via da un momento all'altro... è così che è sempre funzionata la mia vita. Per un solo attimo di felicità... ho dovuto pagare con il dolore... con le perdite... con l'abbandono. C'è poco da fare adesso... c'è poco da chiedersi... c'è poco da scappare... perché io ormai appartengo a te...perché io sono tua... perché ho i segni... le impronte delle tue mani su tutto il mio corpo... perché il buco che ho nell'anima... la voragine che ho dentro... nessuno potrebbe colmarlo... se non te.

(Fine Flashback)

Ti bacio delicatamente la mano mentre mi sposto appena nel buio che avvolge la stanza arancione...

"buonanotte"

non ho mai avuto problemi nel contatto fisico con le persone... ma qui, al buio... con i tuoi occhi a qualche centimetro dai miei... che mi fissano le labbra, come se non potessero farne a meno... è quasi un sogno da cui, se non sto attenta, potrei svegliarmi... ti guardo e ti sento sospirare piano mentre ti bacio delicatamente le labbra... mentre mi accarezzi piano la mano prima di lasciarla andare...

"buonanotte"

Mi giro dall'altra parte, rannicchiata come una bambina dal tuo lato del letto... e prendo un respiro profondo prima di avvicinarmi ancora di più a te... mentre cerco disperatamente il calore del tuo corpo accanto al mio. Ti avvicini piano... come se avessi paura di farmi male, di rompermi... sposti appena il piumone, stando attenta a coprire alla perfezione i nostri corpi in un gesto tanto dolce da farmi quasi tremare... è una strana esperienza... quella di essere collegati a qualcuno così tanto da averne paura... nessuno si era mai preso cura così di me prima di te... e per qualche secondo mi sento legata a te in tantissimi modi... in infiniti modi... che non pensavo nemmeno esistessero... sento il tuo braccio stringermi in un caldo e confortevole abbraccio... mentre il tuo corpo si appiccica al mio... mentre le mie dita ti accarezzano piano. E in un attimo il mio cuore si tranquillizza... la sensazione di vuoto che ho avvertito per tutta la sera lentamente svanisce... si riempie dell'amore che si diffonde in me attraverso te... che si diffonde in noi... che ci avvolge e ci rapisce. Ed è nella tranquillità che esplode lenta in me in questo momento... è nel tuo respiro caldo che si infrange contro le mie spalle... nel tuo corpo attaccato al mio... che io ritrovo la mia libertà... in un tuo caldo abbraccio arrivato nel momento perfetto.

A un passo da te - RosmelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora