5. Benvenuta libertà

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Alabama

Sento la voce di Meghan ovattata, come fosse sempre più lontana.
Mi alzo dal divano, correndo disperatamente verso il balcone e affacciandomi in cerca d'aria fresca.
Eppure l'unica cosa che mi sembra di respirare è l'afa Californiana.
Alzo lo sguardo per vedere la città davanti a me, infinita. Mi sento così piccola ed insignificante.
Dopo tutto, perchè Meghan non dovrebbe avere ragione?

Il cuore mi batte sempre più forte, mentre la gola mi si secca.
Chiudo gli occhi, cercando di concentrarmi sui ricordi felici.
Sulla mia famiglia, su casa a Scranton, sulla mia cameretta.
Ma proprio quando sto per trovare un punto d'equilibrio, una voce più forte e definita mi risveglia.
Sussulto quando una mano mi tocca la spalla, voltandomi spaventata.
Daniel è davanti a me, evidentemente preoccupato. Certo, assistere per la prima volta ad un attacco di panico non dev'essere propriamente piacevole.
Sono sicura in questo momento si stia chiedendo cosa ci fa qua, per quale assurdo motivo abbia deciso di accettare questo accordo ridicolo.

Mi ripete belle parole, dicendomi che và tutto bene ed io rimango qualche istante a guardarlo.
Non ho mai notato quanto belli fossero i suoi occhi.
È proprio in questi che trovo la pace, il punto d'equilibrio e decido, sorprendendo anche me stessa, di fidarmi.
Le mie difese si abbassano di colpo, esauste di dover rimanere all'erta, e scoppio in un pianto liberatorio, gettandomi fra le braccia di questo completo sconosciuto.

Non so quanto tempo passi così, con me che piango sulla sua maglietta e lui che stringe le sue braccia alla mia schiena.
So solo che, quando mi riprendo, la situazione all'interno sembra sempre la stessa.
Ora Meghan non urla più, ma la vedo gesticolare furiosamente con James, che rimane invece impassibile e composto.

"Non possiamo scappare vero?" Chiedo a Daniel, che ride divertito.
Noto solo ora come la sua maglia sia malamente imbrattata dal mio mascara colato.
"Oddio Daniel scusami" Balbetto cercando di ripulirlo, ma peggiorando la situazione.
Lui ride, ancora, forse più di prima.
Scuote la testa e mi posa lievemente il pollice sulle guance, andando a ripulire quello che di trucco mi è rimasto addosso.
"Mi dispiace signorina Teller, temo proprio dovremo entrare" Deglutisco, respirando profondamente e fissando ancora la mia agente.
"Ma possiamo farlo insieme" Dice lui, sorridendomi e afferrandomi la mano.
Me la stringe come per darmi forza, cosa che sorprendetemente funziona.
Ed è così che entriamo nuovamente in casa.

I due si zittiscono, osservandoci seriamente.
"Daniel, l'accordo è saltato. Non c'è niente che ci trattenga ulteriormente qui, possiamo pure andare" Esordisce James.
Mi volto spaventata verso l'australiano, come fossi terrorizzata alla sola idea di rimanere da sola con Meghan.
Lui deve averlo capito, tanto da stringermi con ancora più forza la mano, per poi rispondere "C'è Alabama. E finchè non si sarà risolto tutto questo casino, io non me ne vado".

Cerco di trattenere un sorriso che trova comunque il modo di spuntarmi sul viso.
Meghan sembra infastidita da tutto ciò, non saprei dire se dalla presenza di Daniel che non vuole andarsene, o se dalla mia apparente felicità.

James scuote la testa, dicendo che lui non resterà un minuto di più "in questa casa di matti. Torno a Montecarlo, ci vediamo quando ragionerai nuovamente e ci tornerai anche tu".

Noi tre rimasti ci sediamo sui divani, io e il pilota vicini, Meghan davanti a noi.
È proprio lei che inizia a parlare, ma non la ascolto nemmeno.
L'unica cosa che non riesco proprio a levarmi dalla testa è come sia possibile che siano state scattate quelle foto di me e Fabio.
Nessuno sapeva dove ci trovassimo, nessuno fuorchè noi due.
"Scusate devo fare una telefonata" Dico alzandomi di scatto e recandomi nuovamente sul terrazzo, questa volta con il cellulare.

- Pronto Alabama? Sai che ora è qua in Francia?

- Sì, o meglio no, non lo so. Ma ho una domanda troppo urgente da farti

Spotlight - Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora