Cap. 4 "Piacere, Giuseppe!"

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"Allora, sta un po' meglio?" le chiedo

"Sì, grazie"

"Piacere, io sono Giuseppe" le dico porgendole la mano.

"Ed è un avvocato"

"Ma lei come fa a saperlo"

"Forse perchè è venuto al bar in giacca e cravatta?" mi prende in giro.

"Sono uscito appena arrivato a casa e non mi sono cambiato. E lei come si chiama?"

"Non dico il mio nome agli sconosciuti"

Inizio a toglermi la cravatta e a sbottonare i primi bottoni della camicia sotto il suo sguardo attento.

"Sembro un po' meno avvocato adesso?"

"Decisamente meglio, però i pantaloni sono molto formali"

"Tolgo anche quelli?"

"Sì e poi la denuncio" mi dice facendomi gli occhi dolci.

Ad un certo punto accavalca le gambe e il suo vestito corto si alza ancora di più. I miei occhi salgono di più e inizio a guardare il suo seno, il collo, le labbra....

"Ma che fai Giuseppe" dico a me stesso.

"Almeno mi dice che università fa?"

Mi sono laureata ieri in Giurisprudenza. Per la sua gioia".

"Ma benissimo direi"

"Già. Benissimo"

"Ha pensato al lavoro"

"Mah penso di fare l'assistente di qualche avvocato per cominciare"

"Sa, io ho bisogno di un'assistente e...."

"L'assistente di qualche avvocato che non sia lei"

"E perchè?"

"Devo andare adesso, si è fatto tardi"

"Vuole che l'accompagno? Ha bevuto troppo"

"Sì, perchè lei non ha bevuto vero?" mi dice ridendo. "Non guiderò, oggi prendo una stanza in hotel. È contento?"

"Mi sa che anche io prendo una stanza in hotel oggi"

"Non m'interessa" dice sorridendo e se ne va.

Passa davanti a me e i miei occhi vanno a guardare le sue gambe e poi la fondoschiena.

"Giuseppe ma ti sembra normale?"dico a me stesso.

La stanza di un hotelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora