8.

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Erano passate due settimane dall'incidente alla lavanderia e due settimane da quando era iniziata la famosa chiusura totale, che costrinse i due coinquilini a vivere assieme.

La situazione fra i due andava sempre migliorando, non litigavano ogni due per tre, riuscivano a pranzare e cenare assieme e si aiutavano nelle faccende di casa, senza mai lamentarsi.
Yoongi iniziò a stare meglio, i dolori si attenuavano giorno dopo giorno e iniziò a non avere più bisogno delle medicazioni di Jimin.
Il biondo invece era sommerso da lezioni online, compiti da preparare e uno studio molto intenso per l'esame che si sarebbe tenuto nelle prossime settimane.

«Allora, ragazzi. L'esame è molto importante come sapete e fondamentale per l'ammissione al prossimo anno, quindi vedete di prepararvi al meglio o non potrò farvi passare e non credo sia il caso dato che siete al primo anno» la professoressa fece un piccolo annuncio a fine lezione, poco prima di salutare gli studenti e di chiudere la chiamata.

Nel giro di due settimane ci sarebbe stato l'esame finale del corso di Psicologia sociale, una delle materie fondamentali del corso e come tale, il superamento di questo esame, determinava l'ammissione o meno all'anno successivo.

Jimin sbuffò e chiamò subito Seokjin, suo migliore amico e compagno di classe.
«Tutto bene, Jimin?» rispose subito alla videochiamata e assieme iniziarono a commentare la lezione, come ormai facevano ogni volta.
Li faceva sentire più vicini, abituati ormai a vedersi tutti i giorni e parlare per ore intere.
Parlarono dell'imminente esame e di come il viola fosse terribilmente indietro con lo studio da non poter ripassare con Jimin e non volle neanche il suo aiuto per non rallentare il ragazzo.

«Come va a casa con Min?» domandò Jin sorseggiando del succo in brick alla pesca.

«Ma stranamente bene, oserei dire. Non ci stiamo scannando più da un po', qualche battibecco qua e là ma niente di violento, ecco»

«E Mark? Mi spiace per l'appartamento ma ha spiegato anche a me che il suo coinquilino non è riuscito a rientrare a casa in tempo»

Jimin e Mark si erano persi di vista dopo la chiusura totale, non riuscivano più a vedersi e questo a Jimin spiaceva.
Il corvino si era proposto per fare qualche chiamata o videochiamata per sentirsi meno distanti ma a Jimin, l'idea del sesso telefonico proprio non andava.
Jimin aveva bisogno del calore umano, del contatto fisico, degli ansiti che si scontravano con la sua pelle e tutto questo non poteva passare attraverso un telefono.

«Non ci siamo più sentiti, magari gli scrivo più tardi.
Mi dispiace ma era solo sessuale la nostra relazione, non c'era altro di più e non riesco a fare nulla senza il contatto fisico» Seokjin rise, passandosi una mano fra i capelli.

«Potresti anche esserci amico, lo sai vero?» domandò retoricamente.

«No, non c'è mai stata amicizia per il semplice fatto che nessuno dei due la voleva» ed era vero, a nessuno dei due interessava particolarmente un rapporto diverso da quello fisico.

Continuarono a parlare per svariato tempo, del più e del meno, parlarono delle lezioni, di cosa avrebbero fatto la sera e verso il primo pomeriggio chiusero la chiamata salutandosi.

A Jimin faceva davvero bene parlare con Jin, gli ricordava le chiamate fra lui e i suoi migliori amici, chiamate che ora difficilmente riuscivano a fare per il maledetto fuso orario.
Durante il pomeriggio di Jimin era già notte in Corea e quando là era mattina, da Jimin il sole non era ancora sorto.

Non aveva ancora visto il suo coinquilino, lo aveva sentito spostarsi in casa ma non ci aveva parlato perché le lezioni di Jimin erano iniziate la mattina presto e il corvino si era sicuramente messo a suonare qualcosa in camera sua.

Stuck with you || YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora