42.

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«Per quale cazzo di motivo una fra le persone più importanti della mia vita sta piangendo come un disperato? Cosa gli hai fatto?» la voce di Taehyung risuonò fra le pareti bianche e, in quel momento, totalmente vuote e asettiche della stanza del corvino.

Taehyung e Jimin erano inseparabili da tutta la vita e il corvino era uno dei pochi ad essergli stato accanto durante il suo periodo buio. Aveva letteralmente preso parte del suo dolore e se ne era fatto carico assieme a Jungkook. Lo aveva abbracciato e fatto ridere nei momenti più difficili e si era ripromesso che mai nessuno lo avrebbe fatto piangere di nuovo, ma quel nessuno era appena diventato Min Yoongi.

Non ci vide più quando sentì il minore scoppiare piangere.

Si fiondò nella camera del maggiore, lo prese per il colletto della felpa e lo sbatté al muro facendolo gemere di dolore «Che cazzo fai Taehyung?»

«Rispondi.» ringhiò a denti stretti senza mollare la presa sulla sua felpa nera, ancora stretta fra i pugni.

Il corvino si liberò della sua presa non appena vide il pugno di Taehyung avvicinarsi al suo viso. Cadde a terra coprendosi il viso con le mani. Entrambi non erano mai stati tipi violenti, ma in quel momento Taehyung non ci vide più dalla rabbia e di scatto il maggiore si coprì il viso esattamente come aveva fatto durante la rapina.

Jimin sentì Yoongi urlare, udì del baccano provenire dalla sua camera e vi si fiondò dentro intimando Taehyung di non picchiarlo per nessuna ragione al mondo. Aveva vissuto assieme a lui il trauma di quella notte, aveva curato ogni suo livido e non avrebbe permesso al suo amico di causargliene altri.

Il resto successe molto velocemente. Jungkook portò Jimin in bagno dove rimasero a parlare per alcuni minuti cercando di tranquillizzarsi entrambi. Il castano si fece raccontare per filo e per segno tutto dal suo migliore amico, il quale lo pregò di tenere controllato Taehyung e di assicurarsi che non alzasse un dito verso Yoongi, la cui camera si chiuse a chiave subito dopo.

Lui e Taehyung erano ancora all'interno e si guardavano.

«Ora mi spieghi cosa è successo con Jimin e assieme troviamo una soluzione.» disse Taehyung con tono calmo e pacato, mentre si appoggiava col corpo alla sedia in legno nero posta sotto la scrivania del medesimo colore.

Yoongi alzò lo sguardo e quasi si sentì confuso dal tono che aveva usato il castano. Era entrato nella sua stanza con le orecchie che gli fumavano e gli occhi infuocati dalla rabbia. Lo aveva preso e sbattuto contro al muro con una violenza tale che lo aveva destabilizzato. Taehyung era un ragazzo dal corpo minuto, completamente opposto a quello di Jungkook, il cui fisico era definito dall'attività sportiva che amava fare, ma la rabbia gli avrebbe dato la forza per fare tutto in quel momento.

«Si è arrabbiato perché ho detto ad Hoseok di Namjoon e non a lui.»

Taehyung inspirò dal naso e sbuffò incrociando le braccia al petto e alzando gli occhi al cielo.

«Sicuro sia stato quello il senso del suo discorso? Perché io ci ho parlato oggi pomeriggio e non mi è parso così.»

«Vuole che dica a Hoseok di noi e io voglio farlo, Taehyung. Lo voglio con tutto me stesso...»

«Ma?» lo interruppe quest'ultimo avendo capito che alla fine di quel discorso ci stava un ma grosso come una casa.

«Ho paura di perdere Hobi. Dicendogli di me e Jimin lui potrebbe arrabbiarsi e non parlarmi più. Hoseok è una fra le persone più importanti per me e perderla non è contemplato nella mia vita.» ammise per la prima volta ad alta voce.

Yoongi era terrorizzato dall'idea che avrebbe potuto perdere Hoseok. Per questo, o meglio, questo faceva parte di uno dei tanti motivi per cui ancora non si era confessato al suo amico.

Stuck with you || YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora