capitolo venti

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1945

Muovevo freneticamente la gamba mentre tra l'indice e il medio tenevo la mia solita sigaretta al mentolo. Il mio vizio per il fumo era decisamente peggiorato da quando ero diventato un SS. Cercavo di sfogare tutta la mia frustrazione e la mia rabbia nelle sigarette ma faceva ben poco tranne che farmi male ai polmoni.

Liam mi guardava preoccupato e cercava di fare respiri profondi al contrario mio che ero rilassato, tranquillo, senza alcuna preoccupazione per quello che mi sarebbe aspettato il giorno dopo.

Morivo, vivevo, mi imprigionavano per il resto della mia vita? Non mi interessava.

Dalla scomparsa di Harry mi era successo di tutto: ero diventato il Vice Comandante delle SS, Kotler aveva abusato di me così tante volte da dimenticarmene perfino il numero e per finire passavo intere giornate con mio padre.

Tutto quello di cui avevo sempre avuto paura era diventato realtà ed io non potevo fare niente, dovevo starmene solo in silenzio e subire perché avevo rinunciato alla mia libertà, alla mia vita e alla mia felicità per Harry, per l'amore della mia vita e per la nostra bambina che spesso mi capitava di immaginare come una piccola donna.

La tortura per fortuna era in parte finita il giorno in cui Hitler mi aveva dato la "spiacevole" notizia della morte di Kotler e di mio padre. Non avevo capito com'era successo e non mi ero nemmeno interessato, avevo trovato solo un po' di pace con la loro scomparsa.

Mai avrei pensato di essere felice per la morte di qualcuno, soprattutto se quel qualcuno era mio padre o il Tenente Kotler, ma quello che mi avevano fatto subire ognuno a suo modo era disumano.

Ero diventato io il Comandante delle SS ed automaticamente ora ero io che pagavo le conseguenze al Processo di Norimberga per tutto quello che mio padre aveva fatto.

«Cosa ti fanno domani?» chiese Liam scoppiando quasi in lacrime.

«Ci sarà il processo che deciderà la mia sorte ma sappiamo già in partenza che mi daranno la pena di morte Liam.»

«Ma tu non hai mai fatto nulla Lou!» ribatté il mio migliore amico.

«Questo lo so amico ma dopo la morte di mio padre e quella di Kotler io sono diventato il capo delle SS ed io secondo loro sono il responsabile.» dissi tranquillamente fumando la mia sigaretta.

Liam abbassò la testa e per un attimo mi parve sentirlo singhiozzare ma decisi di fare finta di niente: ero io quello che stava per morire, non potevo pensare anche di consolare gli altri.

«Di cosa sei accusato?» mi chiese poco dopo essersi ripreso.

«Cospirazione per commettere crimini contro la pace, aver pianificato, iniziato e intrapreso delle guerre di aggressione, aver commesso crimini di guerra, aver commesso crimini contro l'umanità.»

«Ma che cazzo! Tu non hai mai fatto nulla di tutto ciò Lou! Dillo che sei buono, parla di Harry, di Darcy, di..»

«È già deciso Liam.» lo interruppi.

«No, non lo posso accettare.» disse Liam scoppiando a piangere.

Di scatto lo presi dal collo e feci appoggiare le nostre fronti per guardarlo dritto negli occhi.

𝟏𝟗𝟒𝟑 || 𝐋.𝐒.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora