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Ce l'avevano fatta. Avevano sconfitto Malekith, liberato Jane dall'Aether e scoperto che era una Gemma dell'Infinito. Erano tornati ad Asgard e seppur Odino non fosse felice che i suoi figli gli avessero disobbedito, era tuttavia fiero di ciò avevano fatto.

I Tre Guerrieri e Lady Sif vennero incaricati di portare la Gemma dal Collezionista, poiché non era una buona idea tenerla insieme all'altra che già custodivano a palazzo, mentre Thor, Jane e Loki si prepararono per fare ritorno su Midgard.

Non erano neanche a metà del ponte quando un messaggero proveniente dal Bifrǫst li raggiunse.

«Vostra altezza,» disse il messo a Loki, «per fortuna siete già sulla via. Heimdall sta cercando proprio voi, ha un messaggio urgente».

Loki si allarmò e fece di corsa il resto della tratta, raggiungendo il guardiano in scivolata. «Che succede?» domandò.

Il dio dagli occhi dorati lo guardò forse per la prima volta senza provare disprezzo. «Si tratta della midgardiana. Mi ha chiesto di avvisarti che il bambino è in pericolo.»

Thor e Jane arrivarono in quel momento. «Heimdall, cosa...?»

Loki zittì il fratello con un cenno della mano. «Lei sta bene?»

Il guardiano guardò il Dio dell'Inganno e poi quello del Tuono.

«Rispondimi!» insisté Loki.

«Lei non ce la farà.»

«Portami là! Adesso!»

Haimdall annuì, poi usò la spada come chiave per aprire il Bifrǫst.

«Vengo con te» disse Thor al fratello. «Voglio aiutarti.»

Loki non disse nulla e attraversò il passaggio magico; alle sue spalle, Thor prese Jane per mano e poi lo seguì a Midgard.

*

La porta di casa era aperta, le luci accese. Loki entrò, ma dentro non c'era nessuno. Sul tavolo della cucina c'era un disegno di Danny che attirò la sua attenzione. Lo prese in mano: era lui, Loki, con un ampio mantello verde che gli svolazzava sulle spalle. Stava combattendo contro un uomo. Non uno qualunque, era Connor, perché aveva la divisa da poliziotto. Su un angolo del foglio c'erano due personaggi con la dicitura "Amy e io" e si tenevano per mano.

Riappoggiò il foglio e notò i pennarelli sparsi sul pavimento.

Thor lo raggiunse in casa e vide a sua volta il disegno. «Sei un eroe, fratellino.»

«Quel disegno è completamente sbagliato. Perché io non ero qui a difenderli dall'agente pazzo» disse a denti stretti per la rabbia. Uscì di casa e per poco non urtò Jane.

«Stava ritirando i panni» disse la ragazza. «È stata interrotta mentre lo faceva.»

Loki guardò il catino riverso e il lenzuolo rimasto appeso sul filo da un lembo. Poco più in là i frammenti di una bottiglia di vetro brillavano tra i fili d'erba. Osservò la scena e immaginò cosa potesse essere successo, poi si voltò e scrutò il prato.

«Non è qui» disse Thor. «Se si è nascosto, ci avrebbe visto e sarebbe uscito allo scoperto.»

«Non è la bertuccia che sto cercando» riferì Loki, continuando a scannerizzare il prato con lo sguardo. «Lei è qui, ne sono sicuro.»

Si avviò verso il bosco, la sensazione sempre più forte che lei fosse lì, da qualche parte. Maledetto lui quando la fretta di tornare non gli aveva fatto chiedere a Heimdall di guardare dove fosse Amy.

Poi la vide. Lui era a metà strada tra la casa e la foresta e lì, al limitare degli alberi, c'era una persona riversa a terra. Cominciò a correre e Thor e Jane dietro di lui.

«No, no, no!» gridò avvicinandosi. La raggiunse e si inginocchiò accanto a lei. Era pallida come la luna, aveva gli occhi chiusi e i vestiti imbrattati di sangue. «No, ti prego. Non lasciarmi anche tu. Ti prego, Amy» supplicò, prendendola tra le braccia.

Jane si avvicinò e le sentì le pulsazioni sia sul collo sia sul polso. «Il battito è debole, ma è ancora viva. Dobbiamo portarla in ospedale, prima che sia troppo tardi.» Tirò fuori il cellulare che aveva con sé anche ad Asgard – dove ovviamente non aveva avuto linea – e chiamò subito i soccorsi.

Loki strinse di più Amy a sé, sorreggendole la testa con una mano e scostandole i capelli dal viso con l'altra. La sua pelle era bianca e fredda, persino le lentiggini sembravano sbiadite. La catenina della collana brillò sul suo collo e Loki prese a tirarla delicatamente per sfilare il Diamante Perduto dalla sua maglia. Finché c'era, era segno che Amy era ancora tra loro.

«Non osare morire» le disse.

Thor si inginocchiò di fronte al fratello e osservò con interesse la pietra; intanto Jane stava al telefono e intimava i soccorritori a darsi una mossa.

«Arriveranno a minuti» riferì la ragazza dopo aver chiuso la chiamata. «Nel frattempo, hanno detto ti tamponare la ferita.»

«Non c'è rimasto molto da tamponare» disse Loki con rabbia. Sollevò la maglia di Amy per scoprirle il fianco, dove il proiettile aveva scavato un profondo foro.

Thor si alzò in piedi e rapidamente andò a prendere uno dei panni accatastati nel catino. Tornato indietro, ne strappò un pezzo, passandolo a Jane. La ragazza si chinò, ripulì un po' la ferita, poi fece pressione.

«È un miracolo che sia ancora viva. Probabilmente il proiettile non è passato da parte a parte» constatò.

«Come fai a dirlo?» domandò Thor.

«Se è ancora dentro, la pallottola fa da tappo ed evita un eccessivo riversamento di sangue. Al contrario, se l'avesse trapassata, avrebbe perso sangue anche dal foro d'uscita. E dubito che sarebbe ancora viva, in questo caso.»

Loki la guardò. «Credevo fossi un'astrofisica.»

«Sì, ma guardo molti polizieschi. Mai sentito parlare di C.S.I.?»

Lui non rispose e riportò lo sguardo sul viso di Amy, nella speranza che aprisse gli occhi. «Quanto ci mettono ad arrivare?» brontolò.

Furono le sirene stesse dell'ambulanza a rispondergli. Jane disse a Loki di continuare a fare pressione col panno, poi si alzò e andò di corsa verso il furgone sbracciando per farsi notare. I paramedici parcheggiarono sul prato vicino al limitare della foresta, poi scesero dal veicolo con brandina e strumentazioni.

Loki li accolse con uno sguardo infuocato e quelli si bloccarono. «Signore, lasci fare a noi ora.» disse uno dei paramedici, avvicinandosi cauto.

Il Dio dell'Inganno lasciò Amy di malavoglia, non le staccò gli occhi di dosso mentre la imbragavano sulla portantina e la caricavano sul retro dell'ambulanza.

«Vado io con lei» disse Jane. «Voi avete un'altra missione.» Allungò a Loki il foglio col disegno di Danny, poi salì con i paramedici sulla vettura.

Il Dio dell'Inganno era riluttante ad allontanarsi da Amy, non voleva perderla di vista neanche per un secondo. Ma Thor capì le sue intenzioni di voler entrare nell'ambulanza e gli mise una mano sulla spalla.

«È in buone mani, fratello» gli disse. «Non potresti fare nulla se non aspettare. Ma puoi fare qualcosa per il bambino» gli sorrise.

Un paramedico chiuse gli sportelli della vettura, che partì di volata in direzione pronto soccorso, facendo ripiombare tutto nell'oscurità e nel silenzio della notte.

Loki osservò ancora una volta il disegno, facendo attenzione a non macchiarlo con la mano sporca del sangue di Amy. Poi ripiegò il foglio e lo mise in una tasca della casacca asgardiana.

«Dimmi che sai come contattare lo SHIELD» disse a Thor.

«Temo di no» rispose.

«Allora faremo in un altro modo.»

Thor lo guardò con preoccupazione. «Non mi piacerà quello che stiamo per fare, vero?»

Loki sfoggiò uno dei suoi ghigni furbi e malefici.

***

Ma ragazzi/e!!! La serie TV di Loki è davvero TANTA ROBA!!!!!!!!! 💚

LOKI - Non c'è ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora