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Amy sentì il colpo e d'istinto serrò gli occhi. Forse l'adrenalina non le faceva sentire il dolore, o forse Connor l'aveva mancata. Ma quando sentì la voce di Loki, capì che c'era il suo zampino. Aprì di nuovo gli occhi e vide il Dio dell'Inganno in piedi tra lei e Connor, la mano sollevata e chiusa a pugno. Guardava l'altro con occhi di brace.

Connor lo fissava stralunato. «Da dove diavolo sei saltato fuori?!»

Loki aprì la mano e lasciò cadere a terra il proiettile, che tintinnò sul pavimento.

L'agente puntò la pistola su di lui. «Che cosa sei, mostro?!»

«Tu chiami me mostro?!» Loki si adirò e in un batter d'occhio fu di fronte a Connor e lo teneva per la gola. «Io sono un dio! E tu un'insignificante, sudicio, disgustoso terrestre!» disse con rabbia. «E non avresti dovuto tentare di ucciderla!»

Connor si portò le mani al collo nel vano tentativo di allentare la presa di Loki.

Amy si coprì la bocca, incredula di quello che stava vedendo: il Dio dell'Inganno riusciva a sollevare il poliziotto da terra. Connor era paonazzo, aveva gli occhi di fuori e boccheggiava per la mancanza d'aria nei polmoni.

«No!» gridò la ragazza.

Loki le lanciò uno sguardo che conteneva migliaia di emozioni che lei non riuscì a interpretare, poi lasciò Connor, che cadde in ginocchio, tossendo per riprendere fiato.

Amy si avvicinò affiancandosi a Loki e guardò l'agente con disprezzo. «Vattene e non farti mai più rivedere se non in tribunale! Questa volta non la passerai liscia!»

Connor si sollevò a fatica e Amy non gli tolse gli occhi di dosso finché non salì sulla berlina e imboccò la strada.

Loki cominciò a dirle qualcosa, mai lei non lo ascoltò: tornò ancora una volta in camera e guardò sotto al letto.

«Danny?» chiamò. «Danny, dove sei?»

Una vocina impaurita le rispose: «Qui».

Amy capì da dove proveniva e si affacciò dalla finestra. Danny era seduto contro il muro dell'edificio, proprio sotto il davanzale.

La ragazza allora uscì e fece il giro della casa per raggiungerlo e stringerlo in un abbraccio. «Bravo, cucciolo» gli bisbigliò all'orecchio, cullandolo. «Va tutto bene.»

Lo riportò dentro, dove Loki li stava aspettando con una strana espressione sul volto.

Ad Amy prudevano le mani per la voglia di prenderlo a schiaffi. «Si può sapere che cosa ti è saltato in mente?! Per un tuo capriccio, decidi di chiamare l'unica persona che sia più psicopatica di te?!» gli urlò contro. «Ma cosa ti dice il cervello?!»

«Contieniti, midgardiana. Ti ho salvato la vita.»

«Non ce ne sarebbe stato bisogno se tu non lo avessi fatto venire qui!»

«Forse. O forse sarebbe venuto lo stesso. Se non oggi, domani.»

Amy fece un risolino esasperato. «No, no. Io non ti sarò grata per aver fermato quel proiettile! Non te la cavi così!»

Loki non sembrava arrabbiato, anzi, era piuttosto calmo. Incrociò le braccia al petto e disse: «La tua gratitudine non mi interessa. Ma vorrei farti notare una cosa: ora io sono l'unica protezione che tu e la bertuccia avete contro di lui».

La ragazza serrò i denti. «Non aspettarti un applauso per questo. Immagino che tu sia già sufficientemente orgoglioso di te stesso per questo risultato.»

Gli occhi chiari del Dio dell'Inganno scivolarono da Amy a Danny, ancora aggrappato alla mano della ragazza e confuso per tutto ciò che era appena accaduto.

LOKI - Non c'è ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora