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Tutti avevano un buon motivo per odiare Loki. Principalmente per il suo ruolo nell'attacco a New York, ma ogni Avenger aveva poi un suo personale rigetto verso di lui, in particolare Clint, che lo detestava per come lo aveva usato, controllandogli la mente grazie allo scettro.

Col tempo l'astio nei suoi confronti diminuì: il Dio dell'Inganno stava davvero cercando di rendersi utile e anche se nessuno di loro si sarebbe mai fidato di lui, tuttavia cominciavano a dargli un minimo di credito quando si pensava a un piano d'attacco. Il suo aiuto fu spesso indispensabile in molte battaglie che si susseguirono nel tempo e i supereroi cominciarono a guardarlo con occhi diversi quando, circa un anno dopo il suo reclutamento, salvò molte vite a Sokovia: le sue abilità magiche contribuirono a distruggere molti dei burattini-robot di Ultron e all'evacuazione della zona fluttuante della città.

Per Amy era stata dura; aveva seguito i notiziari per tenersi aggiornata e per sapere se gli Avengers stessero tutti bene, ma nulla trapelava riguardo le loro condizioni e alla televisione passavano solo immagini della città rasa al suolo. Aveva trascorso tre giorni di ansia, dove aveva faticato a dormire la notte e dove aveva combinato qualche guaio a lavoro tra stoviglie rotte e ordinazioni sbagliate.

Poi finalmente, un mattino udì quel rumore ormai familiare.

Corse fuori e vide il jet atterrare sul prato. Il portello si aprì e non appena Loki scese, lei gli andò incontro e si gettò tra le sue braccia.

«Grazie al cielo!» esclamò stringendolo.

Lui sorrise. «Non sono così fragile.»

Amy si scostò per guardarlo negli occhi chiari. «Non sei neanche immortale, però.» Lo baciò mostrandogli quanto le fosse mancato e quanto avesse temuto per lui. «Non farmi mai più spaventare così, intesi?»

«Ci proverò» rispose dandole un bacio sulla fronte.

Qualcuno alle spalle di Loki si schiarì la voce e Amy si accorse che dal jet erano scesi anche Thor e Tony, quest'ultimo nelle sue vesti da miliardario filantropo.

Amy fu sollevata di vedere anche loro. «Sono felice che stiate bene» disse. «E gli altri?»

«Tutti sani e salvi» la informò Thor. Sorrise, ma il suo sguardo era angosciato.

Amy poteva capire il perché: avevano fatto del loro meglio, ma non era stato abbastanza per salvare tutti. A Sokovia c'erano state molte vittime.

Tony rimase indietro a osservare la ragazza e i due dei, studiando Amy con interesse. «Posso parlarti?» le domandò una volta finiti i convenevoli.

Lei sgranò gli occhi. «Dici a me?» chiese incredula.

Loki riservò al miliardario uno sguardo fiammeggiante. «Perché?»

«Calmati, maghetto emo» disse Tony. «Voglio solo fare due chiacchiere. In privato, se possibile.»

Amy sfiorò il braccio di Loki. «È tutto okay. Posso gestirlo, non credi?» gli sorrise.

«Dai, fratello» disse Thor, dandogli una pacca sulla spalla. «Fa' gli onori di casa e offrimi qualcosa da bere!»

«Basta che non rompi un altro bicchiere» lo ammonì Amy.

«Hai la mia parola» ridacchiò Thor. «Ci vediamo, Tony!» salutò poi, trascinando via Loki. Il Dio dell'Inganno indietreggiò lentamente, senza staccare lo sguardo diffidente dal miliardario finché non fu in casa.

Amy scrutò il volto dell'uomo che aveva di fronte, erano rimasti soli a metà strada tra l'appartamento e il jet.

Tony si sfilò gli occhiali da sole e la studiò per un altro istante. «Come fai?»

LOKI - Non c'è ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora