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Loki era tenuto sott'occhio in continuazione. La prigione di vetro era attorniata da telecamere e su una parete della stanza c'era un lungo e ampio specchio che dall'altro lato nascondeva la postazione di agenti dello SHIELD che a turno lo controllavano, registrando sulle consolle ogni suo minimo movimento.

Sdraiato a terra con le mani dietro la testa, Loki stava valutando le sue opzioni. Da una parte gli faceva comodo se fossero stati quegli agenti a fare il lavoro per lui e trovare la ragazza. In cambio del Tesseract era probabile che lo avrebbero fatto. Solo che lui non aveva la minia intenzione di cederglielo. Dall'altra parte, poteva usare quel cubo per andarsene, ma gli sarebbe stato impossibile tornare a Vancouver, ora che sapevano che quella zona era di suo interesse. Quindi le visioni avrebbero continuato a tartassargli il cervello e alla fine lo avrebbero di nuovo messo nelle condizioni di essere catturato. E sarebbe tornato punto e a capo, col risultato, però, che difficilmente lo SHIELD lo avrebbe aiutato a trovare lei.

Il Tesseract per la ragazza?, si domandava. Una volta tolte di mezzo quelle dannate visioni, lui sarebbe tornato il potente Dio dell'Inganno e avrebbe trovato il modo di riprendersi l'oggetto magico.

«Ehi, folletto asgardiano.» Una voce conosciuta richiamò la sua attenzione. Loki si voltò lentamente per guardare oltre il vetro, restando tuttavia supino e rilassato. Fury lo stava fissando col suo unico occhio, la fronte aggrottata e le braccia incrociate.

«Quale onore» scherzò il dio. «Il boss in persona viene a farmi visita.»

«Poche chiacchiere e dimmi dov'è il Tesseract.»

Loki roteò gli occhi e tornò a guardare il soffitto lancia-fulmini. «Siete proprio monotoni voi dello SHIELD» borbottò.

«Lo SHIELD non esiste più. Adesso rispondi a me, piccolo dio gracilino.»

Lui si girò di nuovo verso Fury. «Cosa sarebbe cambiato, quindi, piccolo uomo insulso?» ghignò.

«È cambiato che non ci sono più regole» disse digrignando i denti. Superò la linea rossa e arrivò a pochi centimetri dal vetro.

Loki inarcò un sopracciglio. «Non fare lo smargiasso, queste quattro pareti trasparenti non bastano a trattenermi.»

«Allora perché non sei già uscito?» lo sfidò Fury.

Il dio strinse le spalle. «Al momento non mi va. Mi riposo un po' prima di tornare latitante.»

«Dov'è il Tesseract?»

«Per la barba di Odino!» sospirò Loki, sollevandosi da terra e mettendosi seduto. «Siete tanto caparbi quanto idioti!»

Fury non rispose alla provocazione. «Hai detto a Hill che stai cercando una persona. Chi?»

«Se le hai davvero parlato, sapresti che non lo so.»

«Come fai a cercare qualcuno se non sai chi è?!»

«Ed ecco perché non l'ho ancora trovata!»

«Travata? È una donna?» intuì. «Che stai combinando?»

Il dio tacque. Era il momento di decidere quale opzione scegliere.

Il Tesseract per la ragazza?

Si alzò in piedi e si pose di fronte a Fury giungendo le mani dietro la schiena. «Trovatela per me e io vi darò il Tesseract.»

L'uomo si crucciò ancora di più. «Che cos'ha di importante questa ragazza per farti rinunciare al Tesseract?»

«Questi non sono affari tuoi. Il Tesseract per la ragazza. È la mia condizione. Prendere o lasciare» decise infine, seppur di malavoglia.

Fury continuò a fissarlo col suo occhio. «Tu sei il Dio dell'Inganno...»

LOKI - Non c'è ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora