chapter 3

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Jungkook era ansioso per il suo primo giorno di lavoro. Anzi, ansioso era riduttivo per quello che sentiva in quel momento. Sapeva di avere le capacità giuste per svolgere al meglio ogni incarico che gli veniva dato, ma la paura di lasciarsi scappare il lavoro dei sogni o di non essere all'altezza lo terrorizzava non poco. Al solo pensiero che Taehyung, il suo Taehyung, fosse nello stesso edificio e a pochi piani di differenza lo faceva sudare.

Era da poco entrato nel grosso edificio ed era stato scortato fino alla sua nuova scrivania. La ragazza del giorno precedente gli aveva spiegato un paio di cose essenziali, e poi era stato lasciato da solo. Mentre aspettava il suo mentore, un ragazzo poco più grande di lui entrò nell'ufficio con un caffè in mano "Oh buongiorno". Jungkook si inchinò in segno di rispetto e l'altro lo salutò un po' più informalmente. "Scusa stavo cercando una persona e pensavo fosse qui". Si avvicinò e tese la mano a Jungkook che la strinse subito. "Piacere sono Minho, capo del reparto di fotografia pubblicitaria". Il minore si presentò un po' in imbarazzo, e il ragazzo davanti a lui sorrise intenerito. "Spero che ti troverai bene qui, e se avrai bisogno non temere e contattami se vuoi". Gli porse il suo numero d'ufficio e Jungkook si morse il labbro prima di scuotere la testa. "Grazie signore, ma conosco già una persona qui". Il maggiore alzò un sopracciglio facendosi più avanti. "Ah si? Chi? Se non sono troppo impiccione". Jungkook negò, non voleva essere scortese già il primo giorno. "No si figuri. Comunque, mmh, si chiama Kim Taehyung, siamo amici da quando sono nato praticamente". Vide Minho cambiare espressione in una più dura.
"Taehyung?" Jungkook annuì tranquillamente senza capire il motivo di quel cambio d'umore dell'altro. "C'è qualche problema?" Il ragazzo di fronte sorrise. Era un sorriso che non trasmetteva positività. "È il mio ragazzo, non sapevo ti conoscesse, non mi ha mai parlato di altre persone se non qualche collega".
Jungkook rimase scioccato. Non era il fatto che Taehyung fosse fidanzato con un uomo. Quello lo aveva capito quando, anni e anni fa, Taehyung lo aveva baciato per poi sparire. Jungkook, però, non capiva perché il suo amico stesse con un tipo del genere. Non sembrava una persona affettuosa né dolce; la prima impressione che quel Minho fece a Jungkook fu di una persona rigida e tutta di un pezzo.

Jungkook si schiarì la voce e si spostò il ciuffo mosso da davanti agli occhi. "Uhm.. penso che non te ne abbia mai parlato perché è da otto anno che non ci vediamo". Vide il maggiore annuire e prendere il telefono con fare annoiato. "Bhe capisco, andrò a chiedere al mio barboncino della vostra amicizia". Jungkook dopo quella strana frase, tralasciando il fatto che aveva chiamato Taehyung con un nomignolo fin troppo orribile, capì che quel tipo era da tenere d'occhio, e il solo pensiero che il suo vecchio amico fosse il suo fidanzato lo fece restare sull'attenti.

La giornata di Jungkook passò abbastanza veloce. Il suo mentore gli fece fare il giro dell'edificio più volte e gli spiegò le sue mansioni, tranquillazzandolo quando Jungkook sembrava ansioso. A parte questo, si sentiva abbastanza sicuro e stava iniziando a capire come si lavorara in quel posto. Lui si sarebbe occupato di fotografia paesaggistica, quindi gli avevano già accennato che avrebbe dovuto girare per parecchi paesini sperduti vicino a Seoul.

Jungkook, però, era dalla mattina che cercava in tutti i modi di incontrare Taehyung, ma del suo amico nessuna traccia. Voleva parlargli, stare un po' di tempo con lui, e magari invitarlo a cena.
"Jungkook puoi andare per oggi". Jungkook prese la sua ventiquattro ore e salutò i suoi colleghi dopo aver fatto un inchino di cortesia. Prese l'ascensore ed arrivò all'uscita.

Visto che era a Seoul solo da due giorni, non aveva fatto ancora in tempo a comprare un auto. La sua l'aveva lasciata a Busan dai genitori e, per il momento, prendeva la metro per spostarsi.
Arrivò fuori dal grattacielo e si fermò di scatto, nascondendosi dietro ad una colonna. Vicino al marciapiede c'erano Taehyung e quel Minho che stavano parlando. Più che parlando, a Jungkook sembrava che stessero discutendo.
Si avvicinò senza farsi vedere, e iniziò ad ascoltare.
"Perché non me l'hai detto? Ti sembra un comportamento adeguato?" Minho prese Taehyung per il polso e dalla smorfia dell'altro doveva essere una presa forte e stretta. "Io-io... mi sono dimenticato era da tanto che non ci pensavo". Quella di Taehyung era una bugia bella e buona, ma non lo avrebbe mai detto ad alta voce. Jungkook capì che il protagonista della discussione era lui, così rimase lì ad origliare.
"Non devi dirmi cazzate Taehyung, perché ti giuro che se lo fai te ne farò pentire". Il maggiore strattonò più forte il suo amico e Jungkook strinse i pugni. La frase che arrivò alle sue orecchie lo bloccò dal fare qualsiasi cosa.
"Cosa c'è stato tra voi? E non provare a dire niente, perché non ti crederò mai". Minho era manesco e stava urlando, mentre Taehyung tremava come una foglia. " Io-" Minho lo prese per il mento, stringendolo e facendo alzare lo sguardo pieno di lacrime di Taehyung. "Io-, cioè... non è davvero successo nulla... lo conosco da sempre, e quando ero più piccolo mi ero preso una cotta ma-" Jungkook scattò in avanti dopo che la mano del fotografo e socio del Myeongdong, colpì la guancia del suo amico. "Ma che cazzo fai!" Tirò via Taehyung da quel tipo, portandoselo dietro la schiena. "Sei per caso matto?" Aveva la voce dura, che stonava con la sua sempre dolce e leggermente acuta. Taehyung iniziò a piangere alle sue spalle e lui stava uscendo di testa nel sentire i singhiozzi del suo migliore amico. "Non sono cose che ti riguardano" Jungkook spinse Minho facendolo indietreggiare. "Non ti devi permettere mai più di alzare le mani, hai capito?" Prese delicatamente una mano di Taehyung e lo trascinò via dal suo fidanzato.

Non disse una parola, Taehyung ancora piangeva silenziosamente e lui non voleva peggiorare la situazione. Dopo qualche metro arrivarono al parcheggio dell'edificio. "TaeTae?" Lo richiamó, alzandogli il mento con un dito. "Mi dici qual'è la tua macchina? Ti porto via". Taehyung indicò una Hyundai nera e Jungkook prese le chiavi dalle sue mani. Si sedettero, e in assoluto silenzio partirono verso il bilocale del moro.

Arrivarono dopo una ventina di minuti. Taehyung si era addormentato con le lacrime secche ancora sulle guance e Jungkook, dopo aver parcheggiato, rimase a fissarlo. Aveva la guancia rossa, e vedere Taehyung così gli fece male. Tutto si poteva aspettare tranne che il suo amico venisse picchiato per cazzate del genere dalla persona che invece doveva prendersi cura di lui.
Sospirò, e scese dall'auto andando ad aprire piano la portiera del passeggero. Staccò la cintura di Taehyung e lo prese in braccio. Il maggiore mugulò un po' e poi si appoggiò al suo petto, facendo accelerare i battiti del povero Jungkook. Entrarono in casa e lo stese sul piccolo divano. Si sedette vicino a lui e iniziò ad accarezzargli i capelli mossi.
Taehyung era diventato davvero bello. Non aveva più il viso tondo e leggermente paffuto, ma aveva un perfetto angolo della mandibola. I suoi occhi, però, erano sempre gli stessi, e Jungkook vide ancora quell'innocenza che aveva un tempo.
Ma, dopo la scena a cui aveva assistito nel pomeriggio, pensò che Taehyung, purtroppo, la sua pura innocenza l'avesse macchiata, per colpa di quel tipo.

"Ci sono qui io adesso".




Alla prossima e lasciate dei commenti ♡~
@taekookitaly

Revisione by : BlueMeri___

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