chapter 7

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Jungkook, il giorno dopo, rimase quasi tutta la giornata in casa a riflettere.
Non si aspettava minimamente quel bacio così profondo dal suo migliore amico, ma non gli era dispiaciuto.

Nel tardo pomeriggio decise di uscire a fare una passeggiata. Era sabato, e Jungkook stava camminando in un grande parco vicino casa sua pieno di alberi e laghetti ghiacciati. Il tempo non era dei migliori, il cielo era scuro e pieno di nuvole grigie, e il vento era freddo, ma Jungkook era troppo immerso nei suoi pensieri per preoccuparsi del meteo. Aveva il naso rosso e lucido, non si era vestito molto pesante e sperava che il giorno dopo non gli venisse un raffreddore.

Ricordava ancora quando quella volta, lui e Taehyung, si erano messi a giocare sulla neve nella loro piccola spiaggia segreta. Era un posto che frequentavano spesso quando erano bambini: una piccola parte di spiaggia e rocce poco fuori dal centro del loro paese. Era un posto piccolo ma intimo, per nulla affollato, e loro l'avevano scoperto un giorno mentre stavano scappando da un cane randagio. Passavano sempre le loro sere d'estate lì, e ricordava ancora l'odore forte e salato che la sabbia bianca e fine di quel posto, emanava.
Jungkook sorrise a quel pensiero malinconico, e si sedette su una panchina fredda.

Non c'era molta gente quel giorno, ma Jungkook aveva bisogno di stare in un posto tranquillo a riflettere sulle emozioni che aveva provato baciando il suo amico di infanzia. Non gli era dispiaciuto anzi, era stato strano, ma diverso da tutti i baci precedentemente dati.
Jungkook non aveva mai baciato un uomo. Taehyung era stato il primo e sapeva bene che sarebbe stato anche l'unico. Il loro primo bacio, otto anni fa, era stato solo uno sfiorarsi di labbra innocente ed imbarazzante, che non aveva fatto altro che allontanarli.
Ma questa volta si erano esplorati, si erano conosciuti in un modo tutto nuovo, senza nessun imbarazzo, e, soprattutto, a Jungkook era piaciuto.
Inizialmente aveva lasciato che Taehyung lo baciasse credendo di aiutarlo, perché pensava che ne avesse avuto bisogno; non si aspettava di certo di essere così preso in quel bacio da volere che ricapitasse ancora. Aveva così tanta voglia di baciarlo di nuovo che lo stomaco gli faceva quasi male. Voleva prendere il suo piccolo viso e spingerselo addosso, respirando il profumo dolce della pelle di Taehyung.
Voleva baciarlo, senza lasciarlo più andare via.

Ai tempi tutte queste emozioni le scambiava per profonda amicizia, ma forse non era mai stato così. Stava iniziando a capire che Taehyung non gli era mai stato indifferente. Aveva sentito le famose farfalle nello stomaco e dentro di lui si era sprigionato un sentimento nuovo e forte che non pensava di poter riuscire a provare mai nella vita.

Stava pensando intensamente a tutta la loro amicizia passata, mentre stava tornando a casa infreddolito e con le mani nelle tasche.

Anche se a quell'età non aveva ben compreso quello che provava per il suo amico, adesso, a ventiquattro anni, si era reso conto che lo aveva sempre trattato con un' attenzione in più, che era sempre contento di vederlo felice, e che quando Taehyung lo abbracciava e piangeva per le prese in giro che subiva a scuola, Jungkook sarebbe stato capace di picchiare a sangue chiunque lo avesse fatto soffrire.

Se chiudeva gli occhi e pensava a lui, riusciva a vederlo in un modo completamente nuovo e diverso. Vedeva un Taehyung uomo, un Taehyung affascinante e seducente mentre camminava verso di lui e gli sorrideva. Poteva vederlo seduto davanti a lui con le gambe snelle che si accavallavano e le dita lunghe e magre che spostavano ciocche mosse di capelli dietro l'orecchio. Taehyung era elegante ed erotico allo stesso tempo. Forse il più grande neanche lo sapeva, ma Jungkook vedeva come, mentre camminava, le persone lo guardassero incantate, e si rese conto che anche lui era tra quelle.

Aprì gli occhi, ora, a casa sua, sul divano, e si diede dello stupido. Il solo pensiero della camminata un po' troppo ancheggiante del più grande e dell'eleganza che emanava, lo aveva fatto eccitare. Non era solo istinto animale quello che sentiva in quel momento, era qualcosa di più profondo, sentiva di star provando, solo al pensiero di lui e Taehyung, quell'emozione che tutti chiamano amore. Si era innamorato del suo amico solo pensando a lui.
O, forse, e lo era sempre stato.

Per il resto della giornata, aveva pensato a come dire queste cose al suo amico, ed a come aiutarlo ad uscire dalla brutta situazione in cui si trovava. Quel Minho non lo avrebbe più toccato così. Jungkook non lo avrebbe più permesso. Improvvisamente, la lampadina nel suo cervello si accese. Con la foga di fare tutto velocemente, Jungkook prese il telefono e fece partire la chiamata.
"Ho bisogno del tuo aiuto, devi aiutarmi". Stava parlando con un uomo. Aveva la voce roca e più o meno bassa, ma a Jungkook questo non lo spaventò minimamente. Conosceva quel ragazzo da anni.
"Devi aiutarmi a mandare in carcere una persona".

Erano passati tre giorni da quel bacio e Taehyung e Jungkook non si erano più rivisti. Quel giorno, dopo quell'episodio, il più grande era uscito dall'ospedale. Era stata la permanenza quasi più lunga nell'ultimo anno. Non era ancora tornato al lavoro ma sperava di farlo la settimana successiva.
Era ancora un po' ammaccato sul viso, e l'idea di rivedere Jungkook dopo quel bacio lo agitava. Si erano baciati con passione e con voglia di riavvicinarsi ma, subito dopo quel momento, Jungkook si era alzato di colpo e lo aveva scaricato con una banale scusa. Taehyung non era arrabbiato, anzi, capiva perfettamente che il suo amico fosse confuso e magari spaventato.
Jungkook era etero, aveva sempre dato l'idea che gli piacesse il sesso femminile, e Taehyung sapeva perfettamente che Jungkook se n'era andato perché si sentiva strano. Lo avrebbe aspettato, e se il più piccolo lo avesse rifiutato sarebbe andata comunque bene, lo avrebbe accettato, anche se era da sempre innamorato di lui.
Ma non si può forzare una persona ad amare, e Taehyung, per quanto avesse sofferto e soffrisse tutt'ora di un amore non corrisposto, lo avrebbe lasciato andare, non sarebbe mai stato capace di trattenere qualcuno contro la sua volontà.
Non riusciva neanche lontanamentea pensare di fare a qualcuno quello che Minho aveva fatto a lui. L'essere umano è nato per essere libero e Taehyung questo lo sapeva bene, ma forse, per lui, ciò non valeva.


Minho non si era fatto vedere né sentire, ma il fotografo sapeva bene che fra pochi giorni si sarebbe fatto vivo con un mazzo di rose. Taehyung però le odiava. Odiava tantissimo quei fiori così profumati da fargli venire la nausea. Lui era più il tipo da cose che non attirano molto l'attenzione, cose semplici ma con un vero significato nascosto; di cose care e preziose, non se ne faceva niente. Voleva solo l'amore, ma sembrava una meta irraggiungibile per lui.

Era lui ad aver deciso, tempo prima, di continuare a stare con quel pazzo per raggiungere il suo scopo. Si sentiva un uomo viscido e approfittatore per le sue scelte e sembrava che il karma lo avesse punito regalandogli un fidanzato violento. Taehyung credeva di meritarsela tanta sofferenza, ma evidentemente il destino aveva in serbo un progetto differente per lui, regalandogli il ritorno del suo primo amore, del suo Kookie. Taehyung voleva solo una persona che lo amasse e che lo salvasse da questa situazione perché lui, da solo, non ne sarebbe stato in grado.
"Sarò in grado di cambiare? Di essere piu forte? Qualcuno vorrà il mio amore?"

Tornò a lavoro il lunedì dopo. Tutti fecero finta di nulla e lo salutarono  amorevolmente come sempre, ma anche la persona più lontana a Taehyung sapevano bene cosa succedeva in qui giorni di assenza.

Tutti lì dentro sapevano delle violenze che subiva, ma mai nessuno aveva osato dir qualcosa.
Rimanevano sempre tutti in silenzio davanti ai suoi lividi, per paura di dire qualcosa di troppo e venir licenziati. Purtroppo, chi, come lui, lavorava in quel posto, sapeva bene che un licenziamento dalla Myeongdong sarebbe stato visto come un fallimento, e nussun altro studio fotografico di alto livello avrebbe assunto un fallito.
Quindi tutti rimanevano in silenzio, facendo finta di niente, mentre Taehyung subiva e subiva. Il fotografo, riflettendo, stava pensando che anche lui per non perdere il posto era rimasto in silenzio, facendosi mettere le mani addosso, ma adesso c'era Jungkook con lui e forse valeva la pena rischiare, forse da quel momento in poi avrebbe detto di "no" quando qualcosa non gli andava bene, forse qualcuno gli aveva mandato un angelo a salvarlo.
Sperava solo di non portarlo giù ad affondare con lui, perché non se lo sarebbe mai perdonato.





Revisione by BlueMeri___

-alla prossima @taekookitaly ♡

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