La giornata per Taehyung era iniziata male.
Minho si era presentato sotto casa sua e gli aveva portato la colazione, un cornetto ai frutti di bosco e un caffè americano, poi aveva preteso di andare al lavoro assieme mettondogli i bastoni tra le ruote, e lui aveva annuito in silenzio.
Erano arrivati nell'edificio, e sotto gli occhi di tutti i dipendenti Taehyung aveva mantenuto la calma e il suo solito genuino sorriso, anche dopo qualche bacio rubato e qualche palpata troppo accentuata sul sedere.Rimasto finalmente solo nel suo ufficio, poté tornare a respirare, ma la sua mente non era concentrata come doveva. Non era riuscito a vedere o a sentire Jungkook, e questo lo turbava molto. Jungkook non era mai stata la persona che spariva senza avvisare, mettendo da parte quegli otto anni che li avevano divisi.
Il giorno precedente gli aveva risposto in modo freddo e Taehyung non riusciva a darsi una spiegazione logica. Ci aveva pensato davvero, per tutta la notte, ma ogni pensiero che aveva avuto cozzava con il comportamento del più piccolo di qualche giorno prima.
Sbuffò e si tolse gli occhiali che usava al computer, si massaggiò le palpebre e spostò la sedia per alzarsi. Uscì dall'ufficio a passo svelto e prese l'ascensore. Scese di pochi piani e subito bussò alla porta di Jungkook. Nessuno gli rispose, così la aprì chiedendo il permesso. L'ufficio, come temeva, si presentò vuoto e Taehyung si rattristì ancora di più. Dove poteva essere Jungkook? Come poteva fare per contattarlo?
"Oh, Signor Kim?" Una collega di Jungkook entrò nell'ufficio e Taehyung si asciugò gli occhi umidi girandosi. "Cerca qualcuno signore?" Taehyung si morse il labbro e cercò di apparire professionale. "Il fotografo Jeon non c'è oggi?"
La ragazza, spaesata per una richiesta così strana sbattè le lunghe ciglia. In effetti era molto ambiguo che Kim Taehyung, fotografo molto importante all'interno dell'azienda che si occupava di arte e musei, andasse nel reparto di paesaggistica a chiedere dell'ultimo arrivato. "Ehm no signore, Jeon oggi non si è presentato e non ha neanche avvisato il capo".
La ragazza era molto agitata mentre parlava con lui e Taehyung annuì dispiaciuto, abbassando la testa. "Vuole che gli riferisca qualcosa?" Scosse la testa negando e la ringraziò uscendo subito dall'ufficio di Jungkook.
Era ancora più strano che Jungkook non avesse avvisato nessuno per la sua mancata presenza, e Taehyung stava come per impazzire.Tornò nel suo ufficio e si chiuse dentro a chiave, lasciando uscire le lacrime. Che Jungkook se ne fosse davvero andato? Che lo avesse abbandonato per colpa delle troppe difficoltà? "Dove sei Kookie"
A distanza di chilometri, Jungkook aprì gli occhi. Aveva malissimo alla schiena e sentiva caldo alla testa, come se avesse una benda, gli occhi erano troppo sensibili alla luce e non riusciva a vedere bene, era tutto sfocato e confuso.
Strizzò ancora di più gli occhi e cercò di mettere a fuoco. Quando ci riuscì, vide una stanza d'ospedale. Era tutto bendato: la testa aveva una grossa fascia che gli copriva quasi tutto l'occhio destro, il petto e l'addome erano anche fasciati e alle braccia aveva le flebo.
"Ma che cazzo-" Si sentiva strano e aveva tanta sete, sentiva la bocca secca senza una goccia di saliva.Spostò lo sguardo sentendo dei rumori e la porta della camera d'ospedale si aprì "Jungkook". Socchiuse le labbra volendo sorridere ma aveva troppo male al viso per farlo
"Namjoon!" Il suo amico, vestito da vero avvocato, giacca e pantaloni gessati di colore nero, camicia azzurra e cravatta ben annodata "Mi ha spaventato a morte Jungkook". Namjoon si avvicinò al suo letto e Jungkook cerco di mettersi seduto. "Che ti è saltato in mente? Sei impazzito?" Il più piccolo non capiva. Cosa aveva fatto di così tanto grave? "Se Yoongi non fosse riuscito a rintracciare il tuo telefono? Cosa sarebbe successo?" La smorfia di Jungkook si fece ancora più evidente "Yoongi? Min Yoongi?" Namjoon annuì con fare ovvio ma Jungkook non capiva ancora "Nam, di cosa stai parlando? Non capisco, io-" Namjoon si sedette vicino a lui e gli prese la mano, era sempre stato così amorevole con Jungkook. "Kook eri in uno piazzale con la faccia sporca di sangue, ti hanno picchiato?"Jungkook spalancò la bocca e chiuse gli occhi. Le immagini di Minho e di quei bastardi che lo menavano si presentarono velocemente. "Sí". Un sussurro fu quello che Namjoon sentì dal suo amico. "Chi è stato Kook?" Jungkook aprì gli occhi e bastò quello sguardo per far capire la situazione all'avvocato. "Non ci credo, quel bastardo! Lo metto in galera quello stronzo, puoi girarci Kook". Jungkook era in silenzio e pieno di dolori mentre Namjoon imprecava girando per la stanza.
"Nam come mai hai chiesto a Yoongi di rintracciare il mio telefono?" Namjoon si calmò e si allentò la cravatta. "Ti stavo chiamando per aggiornarti su ciò che ero riuscito a scoprire in modo legale su Minho, ma tu non rispondevi". Sospirò e si aggiustò gli occhiali tondi e fini che aveva sul naso. "Ho provato a contattarti per ore e ore e stavo iniziando a preoccuparmi". Jungkook si tolse le lenzuola dalla gambe per mettersi più dritto. "Cosa hai scoperto su di lui?"
Namjoon si guardò intorno nervoso. "Che si fa di eroina e che ha altre relazioni in giro per la corea e Giappone, ed è violento anche con loro" Jungkook si alzò di scatto facendo saltare le flebo dalle sue braccia. "Quel figlio di puttana!" Si alzò sotto le proteste di Namjoon che gli diceva di calmarsi ma Jungkook era fuori di sé "Io lo ammazzo". L'avvocato lo prese per il braccio, strattonandolo. "Jungkook calmati, ti prego, lo metterò in galera te lo giuro ma tu devi stare calmo e non fare nulla". Jungkook aveva il respiro veloce e sentiva il nervoso scorrere in ogni vena del suo corpo. "Taehyung". Namjoon scosse la testa in segno che non stava capendo. "Taehyung è con lui Nam, devi muoverti!" Namjoon annuì e prese la testa di Jungkook per abbracciarlo. "Yoongi con Jimin stanno andando a casa sua ad avvisarlo, se lo chiamiamo e lui è con quel tipo è peggio Kook, è meglio andare lì da lui personalmente". Jungkook si passò una mano tra le ciocche ormai un po' troppo lunghe "Grazie Nam per aver seguito il tuo istinto". Namjoon aveva capito, e si sentì bene ad aver seguito le proprie preoccupazioni facendo rintracciare il telefono al loro vecchio amico. "Anche se te ne sei andato da Busan, sei sempre parte della nostra famiglia Kookie, e sono contento che hai ritrovato il nostro piccolo TaeTae". Jungkook lo abbracciò e dentro al cuore sperò che gli altri due loro amici riuscissero a trovare il suo Taehyung il prima possibile."Me lo mangerò in tribunale, ma Taehyung deve denunciarlo e tu devi convincerlo". Jungkook, adesso medicato e imbottito di antidolorifici, buttò giù il boccone di carne e guardò Namjoon. "Lui lo farà, non devo pensare io a convincerlo". Lo disse con ovvietà ma l'avvocato scosse la testa "Kook, Taehyung ha passato anni a farsi mettere i piedi in testa e ad ubbidire a quel tipo come se fosse davvero il suo padrone". Jungkook smise di mangiare capendo esattamente cosa il suo amico voleva dire. "Nam lui è forte e vuole uscire da quella storia, davvero, me l'ha detto più volte". Vide l'avvocato annuire. "Lo so, sicuramente te l'ha detto, ma Jungkook devi essere pronto a quando Taehyung si tirerà indietro, soprattutto dopo che ti vedrà messo così. Ha subito violenza psicologica da quel tipo, oltre che fisica, ed è molto più difficile da curare. Non sto dicendo che Taehyung non sia forte, ma la sua testa potrebbe giocargli dei brutti scherzi. Quando una persona si sottomette ad un'altra mentalmente, anche se sa distinguere tra giusto e sbagliato, è difficile che riesca da sola a cambiare le cose. Tutto ciò per dirti di stargli vicino, e amalo come la sua testa ne ha bisogno". Jungkook pianse in silenzio e pensò a quanto in realtà Minho avesse manipolato Taehyung. "Ha bisogno solo di una relazione sana Kook, ce la farai, ne sono sicuro"
Revisione by BlueMeri___
- alla prossima @taekookitaly ♡
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Hayran KurguCompleta~ Si erano allontanati così velocemente come una folata di aria gelida. Gli anni erano passati e loro non si erano più rivisti. Ma si sa, il fato arriva sempre nel momento del bisogno, e anche quella volta, lo aveva condotto da lui... lo a...