chapter 12

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Jungkook si svegliò, sentendo un fiato caldo sul suo collo. Non aprì subito gli occhi ma il profumo che sentiva non era quello di qualche sconosciuta che finiva a letto con lui occasionalmente; no, l'odore era familiare, un odore che aveva sentito per gran parte della sua infanzia. L'odore che da sempre caratterizzava Taehyung. Dolce e delicato, ma con una punta di sudore. Il profumo più buono che avesse mai sentito e, dopo ieri notte, che avesse mai assaggiato.

Sorrise ad occhi ancora chiusi e strinse il corpo nudo e caldo del suo ormai non solo amico. "Buongiorno piccolo". Taehyung mugulò e infilò la testa ancora più contro il suo corpo, facendogli il solletico. "Taehyung, sono le sette, dobbiamo andare al lavoro". Il maggiore aprì un occhio e si ritrovò il sorriso luminoso di Jungkook. "Buongiorno". Divenne rosso e si mise a sedere sul materasso, pulendosi poi la bocca. Aveva sbavato sul corpo nudo e grosso di Jungkook? Dannazione.
"Dormito bene?" Jungkook si avvicinò e lo baciò a stampo, facendolo imbarazzare ancora di più. "Uhm io- si- certo". Il più piccolo rise alla tenerezza di un Taehyung balbettante appena sveglio. "Vado a preparare la colazione, tu usa pure il bagno. Ho nel cassetto degli spazzolini ancora nuovi". Taehyung annuì, e con un po' di coraggio gli prese il retro del collo per baciarlo. Si staccò quasi subito con un umido schiocco e scappò via dal letto, recuperando le mutande che ieri sera Jungkook gli aveva prestato dopo la doccia, correndo in bagno.
Jungkook scosse la testa divertito mentre guardava la porta dietro la quale Taehyung si era rinchiuso. "Mi farai impazzire".

Fecero una colazione salata e Taehyung ripulì il piatto facendo versi di piacere sotto gli occhi soddisfatti del più piccolo. "Ti è piaciuta?" Taehyung, con la bocca piena come un criceto, annuì, facendo sorridere Jungkook che si sporse per pulirgli le labbra con il pollice. Si portò il dito sporco di ketchup alla bocca e lo succhiò, facendo diventare ancora più rosso Taehyung che, preso dal nervosismo, si alzò dalla sedia di scatto. "Ehm... è meglio se andiamo, siamo in ritardo"
Per fortuna si erano già preparati, perché il più grande non sembrava riuscire a stare neanche un attimo di più in quella casa.

Taehyung guidò fino al parcheggio sotterraneo e poi spense l'auto girandosi verso Jungkook. "Allora... ehm, ci vediamo?" Il ragazzo si tolse la cintura e controllò che nel parcheggio non ci fosse nessuno. "Vieni qui". Taehyung si avvicinò a lui ma Jungkook picchiettò le proprie gambe . "Qui". Taehyung sorrise e, con un po' di fatica, si sedette sulle sue cosce possenti. Si abbracciarono per qualche minuto, rimanendo in silenzio, prima che Taehyung parlasse. "Grazie per la serata Kookie, mi sono sentito ehm-" Jungkook aveva il vizio di interromperlo da quando erano piccoli, ma in quella situazione, a Taehyung non dispiacque.
"Amato. Ti sei sentito amato perché ti amo Taehyung". Gli strinse la vita e lo baciò. Ogni bacio che Jungkook gli dava aveva la capacità di farlo sentire importante, di farlo sentire speciale.
"Ti amo anch'io Kookie".

Si divisero prima di salire nell'ascensore. "Vai prima tu" aveva detto Jungkook e Taehyung, dopo un ultimo leggero bacio, lo aveva salutato, salendo verso suo ufficio.

Jungkook sospirò e prese il telefono tra le mani dopo che gli era arrivato un messaggio. Lesse il numero sconosciuto e si accigliò. Il messaggio diceva di farsi trovare ad un indirizzo che non conosceva poco fuori Seoul ed era stato firmato da C.M.

Taehyung aveva scritto un messaggio a Jungkook per passare la pausa pranzo assieme e stranamente Jungkook aveva rifiutato. Gli era sembrato freddo e quando gli aveva chiesto se avesse voluto un passaggio fino a casa, Jungkook aveva declinato anche quella proposta. Per un tipo ansioso come Taehyung, quei rifiuti gli stavano facendo girare le rotelle nella testa. Che Jungkook si fosse pentito di essere stato a letto con lui? No, impossibile, Jungkook gli aveva detto di amarlo qualche ora prima. Allora dov'era? Cosa doveva fare di così importante da non dirglielo? Taehyung, un po' deluso, dopo le ore di lavoro tornò a casa solo.

Jungkook aveva appena spento il computer ed era uscito dall'ufficio. L'indirizzo che gli era stato gentilmente fornito, era poco fuori Seoul, circa ad un'ora di distanza, così decise di chiamare un taxi. Quando salì sui posti dietro prese un grosso respiro. Sapeva bene che sarebbe successo qualcosa di spiacevole andando lì, ma Jungkook non era mai stata la persona che si tirava indietro, soprattutto se si trattava di Taehyung. Gli era dispiaciuto essere stato freddo e distaccato dopo i messaggi dell'altro, e aveva fatto di tutto per non farsi trovare da Taehyung. Sapeva bene che probabilmente il suo amico era triste e confuso, ma Jungkook era sicuro che se gli avesse fatto leggere il messaggio ricevuto, Taehyung lo avrebbe fermato.
Ma il più piccolo voleva mettere la parola fine a tutta quella brutta storia, e se per farlo doveva andare nella tana del lupo, lo avrebbe fatto.

Arrivò alle otto di sera precise, come gli era stato scritto. Si trovava in un grosso piazzale nel bel mezzo del nulla, a pochi chilometri da Incheon. L'aria era fredda e non si sentivano neanche i rumori delle auto che passavano.
Ha scelto un posto isolato, pensò sorridendo ironicamente. Non aveva paura. Non ebbe ripensamenti, ma sapeva che lui non sarebbe venuto da solo. Doveva solo non farsi imbrogliare, ed essere più furbo.

Dopo dieci minuti di attesa, un'auto nera e lucida si fermò davanti a lui. I vetri erano oscurati, ma a Jungkook non serviva vedere per sapere chi ci fosse lì dentro.
"Salve Jeon". L'uomo scese dall'auto con un vestito elegante e costoso. "Minho". Jungkook si dipinse di quella faccia tosta e sfacciata che era capace di far saltare i nervi anche al più paziente. "Niente lavoro oggi?" Si riferì alla mancata presenza dell'uomo in studio, e Minho sbuffò sghignazzando. "Avevo da fare. Sai, i piani alti". Si pulì l'orologio da polso con la giacca e i loro occhi rimasero a scrutarsi.
"Allora signor Choi, perché mi ha dato appuntamento qui?" Ovviamente Jungkook sapeva il motivo, ma stava cercando di mantenere calma e indifferenza. "Mi è giunta voce, caro Jungkook, che tu ti stia frequentando con il mio piccolo barboncino". Erano passati solo pochi minuti, ma Jungkook già voleva strangolarlo. "Preferirei che la smettessi di vederlo e di andarci a letto, sai..." Si avvicinò con fare lento, e anche se Jungkook dovette alzare la testa per mantenere il contatto visivo, non si scompose. "... Sarebbe meglio per tutti se tu lo lasciassi stare. Non vorrai che il tuo amichetto si faccia male, non è vero?" Jungkook serrò la mascella. Aveva le mani che gli prudevano dalla voglia di prenderlo a cazzotti, ma non poteva permettersi di essere così avventato, doveva ragionare, doveva essere più intelligente. "La cosa migliore, signore, sarebbe che lei se ne andasse via dalla vita di Taehyung".
Minho rise. Rise come un pazzo per minuti e Jungkook rimase in silenzio a guardarlo. "Sei così divertente, piccolo Jungkook, ma il posto dove lavori è mio, e Taehyung lo è". Aveva capito a cosa stava alludendo Minho, e per orgoglio non riuscì a tenere un comportamento indifferente e calmo. "Ieri sera però ha urlato il mio di nome, per ben tre sessioni di sesso".
Stava perdendo la calma e non riusciva più a ragionare davanti a quella faccia da schiaffi che aveva l'altro. Non voleva sbandierare Taehyung come un cazzo di premio, voleva solo far uscire di testa quel pazzo.
"Non ti permettere". E infatti Minho sembrava al punto di scoppiare. Era una persona che aveva avuto sempre tutto dalla vita, e credeva di poter comprare pure le vite degli altri, ma quando gli veniva sbattuto in faccia che in verità le persone non erano di sua proprietà, impazziva, e Jungkook stava mirando proprio a quello.
"Lascia stare Taehyung, Minho, non lo ripeterò più". Avanzò verso lui, e Minho fece un gesto della mano. "Ti avevo avvisato Jungkook, e volevo anche essere gentile e staccare un assegno per la tua miserabile vita, ma mi hai fatto innervosire. Taehyung è mio e tu non me lo porterai mai via". Due macchine frenarono davanti a lui, dalle quali scesero cinque uomini, probabilmente, desumendo dall'aspetto, tossici e malfamati.
"Hai finito di vivere Jungkook, e per cosa? Per un banale ragazzo?" Il primo uomo, munito di mazza da baseball, lo colpì alla schiena, facendolo atterrare sulle ginocchia e facendogli mancare il respiro. "N-non di-r-lo, T-aeh-yung non è ba-na-le". Non riusciva a parlare, aveva il respiro mozzato. "Quanto sei idiota Jungkook, verrai ammazzato per un ragazzo che non vale nulla". Jungkook voleva urlare, voleva urlargli che no, cavolo, Taehyung valeva tutto per lui, che lo amava, ma non riusciva a dire nulla.
Gli uomini trasandati lo stavano picchiando con bastoni di ferro e mazze di legno. Sentiva il sangue colare giù per le tempie ad ogni colpo, Jungkook non riusciva a respirare.
"Addio Jungkook". Sentì un ultima volta la voce di quel bastardo, e poi la sua macchina partì, sfrecciando via, e lasciandolo alle prese con quei criminali che piano piano lo stavano massacrando.




Da adesso fino a quasi la fine non sarà per nulla facile la situazione...
Grazie per l'amore che state dando a questa storia

Revisione by BlueMeri___

- alla prossima @taekookitaly ♡

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