chapter 6

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"È una storia molto lunga Kookie, ma cercherò di renderla breve, perché..." Guardò il suo amico per qualche secondo.
Erano seduti nella caffetteria fuori dall'ospedale. Jungkook aveva impiegato parecchio tempo per convincere i medici a farlo uscire solo per qualche ora, poi l'infermiera che lo aveva accolto all'ingresso gli diede il permesso, facendo esultare internamente Jungkook.
Così, dopo una passeggiata nel prato dell'ospedale, si erano allontanati di poco e si erano seduti dentro a questa caffetteria. Entrambi avevano preso della cioccolata al latte calda con panna e cannella. Come le merende che la mamma di Jungkook gli preparava quando erano piccoli.

"... perché è difficile parlarne Jungkook, non so neanche perché mi sia convinto a dirtelo". Il minore gli afferrò la mano che teneva sul tavolino, cercando di rassicurarlo. "Puoi dirmi qualsiasi cosa Taehyung, lo sai. Sono sempre io. Sono sempre lo stesso Jungkook".
E sembrava proprio così. Tralasciando la forma fisica che si era visibilmente evoluta, sembrava davvero il suo piccolo Kookie giocherellone.

Taehyung annuì e prese un grosso respiro. "Sono venuto qui a Seoul per frequentare la National University. Ti ricordi quando alle superiori sognavamo di andarci?" Jungkook fece un cenno positivo sentendo un groppo in gola a quei lontani ricordi. "Quando sono entrato, dopo aver superato parecchi esami, ho conosciuto dei ragazzi e siamo diventati amici. Un vero gruppo di amici". Si soffermò solo un attimo e bevve un sorso della sua cioccolata. "Ho passato il primo anno felice, era bello sentirsi parte di qualcosa. Poi però, al secondo anno, uno dei miei amici si è fatto avanti e si è dichiarato. Io sapevo di essere gay già da anni e non volevo far sentire il mio amico rifiutato, così mi ci sono messo insieme".

Jungkook era concentrato sul racconto dell'altro, anche se una domanda gli scivolò dalle labbra bloccando il discorso di Taehyung e facendolo vergognare. "Quando hai capito di essere attratto dai ragazzi?"
Taehyung, che stava continuando a parlare, si fermò. I loro occhi erano incatenati. "Non importa Kookie". Jungkook, però, non voleva assolutamente lasciar perdere, voleva sapere, così Taehyung iniziò a giocare con i propri anelli d'argento che aveva sull'indice, medio e mignolo, con il capo chinato.
"Ti ricordi quando ti ho baciato?"
Il più piccolo rimase in silenzio, quella di Taehyung non era una vera domanda. "Erano settimane che il mio corpo reagiva al tuo, qualunque cosa tu facessi. È imbarazzante da dire, ma prima non mi era mai capitato di avere una, ehm... " Si grattó la nuca a disagio, ma gli occhi del suo amico gli ispiravano fiducia e sapeva benissimo che Jungkook non lo avrebbe mai giudicato. "Una erezione, ecco. Ero già grande ma non mi era mai capitato di eccitarmi così, e in quel periodo mi succedeva spesso quando tu facevi qualunque cosa, anche solo abbracciarmi. Così ho provato a baciarti e quando sono scappato, dopo le superiori, ho capito che ero attratto davvero dal sesso maschile". Jungkook gli sfiorò una guancia con il pollice e Taehyung avampò. "È tutto okay, non devi vergognarti Taehyung, non decidiamo noi da chi essere attratti e non possiamo controllare il nostro corpo." Jungkook decise di non metterlo più a disagio di così e chiuse il discorso con un piccolo sorriso. Dopo qualche minuto di silenzio, Taehyung, riprese il punto precedente lasciato in sospeso. "Quindi dicevo, mi sono fidanzato con quel mio amico. Baciarlo non mi piaceva molto, e per fortuna non siamo mai andati oltre, anche se eravamo entrambi già grandi. Ad una festa lui si è ubriacato e ha provato a portarmi a letto. Ma io non volevo, così l'ho respinto e sono corso via per il giardino di quella casa, finché non sono caduto nella piscina".
Jungkook sbarrò gli occhi, sapendo perfettamente quanto Taehyung fosse spaventato dall'acqua.

Vedendo l'espressione del suo amico Taehyung annuì. "Già, stavo annegando e ho perso i sensi. Quando mi sono svegliato, Minho era lì tutto bagnato che cercava di farmi sputare l'acqua. Mi sono innamorato subito, e con lui ho perso la verginità pochi mesi dopo".
Jungkook strinse la mascella, infastidito da quella parte di discorso, ma non disse comunque niente.

Finirono la cioccolata e Taehyung raccontò la parte che Jungkook non avrebbe mai voluto conoscere. "Non era così un tempo. Ma poi ha iniziato a drogarsi, e una sera l'ho beccato. Mi ero così incazzato che lo avevo lasciato. A lui ovviamente non stava bene, e così iniziarono  i pedinamenti. Ovunque andassi lui c'era. Mi sono laureato dopo di lui, e quando ho provato a fare domanda alla Myeongdong mi hanno respinto. Dopo mesi e mesi ho rincontrato Minho. Eravamo ad una festa per vecchi universitari della National University, ed io ero ubriaco, e ci sono andato a letto". Si scompigliò i capelli, nervoso. "La mattina dopo mi sentivo uno schifo, ma lui pensava che lo avessi perdonato e non mi lasciava più respirare. Poi ho scoperto che i suoi genitori erano soci della Myeongdong e ho ceduto. Sono tornato con lui per essere assunto, Jungkook". Una lacrima scese dai suoi occhi. Era così mortificato e in imbarazzo, ma la verità era solo che lui era debole. Era sempre stato debole quando gli si toccavano le sue passioni. Cedeva sempre troppo in fretta, e ciò lo portava a convincersi di non valere, di non avere il carattere giusto per affrontare le difficoltà che la vita gli avrebbe messo davanti e, di conseguenza, di dover dipendere da qualcun altro di forte. Minho.

Continuò a piangere. "Sono tornato con uno che già aveva dato segni di instabilità mentale, ma poi ogni cosa che dicevo che non gli piaceva, minacciava di farmi licenziare. Quando la parte dei genitori è andata a lui, ha iniziato a comportarsi come il mio padrone, ed oltre alle minacce sono arrivate anche le botte".

Ormai Taehyung era un fiume in piena singhiozzava senza riuscire a fermarsi. Jungkook si era alzato avvicinandosi alla faccia ammaccata del suo amico, e stava cercando di calmarlo. "Mi-mi dispiace, sono un debole, ma mi serve questo lavoro Kookie. Senza questo lavoro non sono nulla, e mi sto impegnando tanto".
Jungkook gli prese il viso, asciugandogli le lacrime. "Tu vali tanto, e so che pensi che sei lì dentro solo perché sei il suo fidanzato ma, Taehyung, guardami". Gli prese il mento e si avvicinò ancora di più. Tutti nella caffetteria si erano girati a guardarli. "Tu hai la capacità di svolgere il tuo lavoro eccellentemente. Siamo in un paese corrotto, dove chi ha conoscenze entra e chi non ne ha rimane fuori, ma questo non vuol dire che chi rimane fuori è perché non sia in gamba, okay? Tu sei fantastico, e lo sei sempre stato".
Taehyung si era leggermente calmato, e adesso, nel suo stomaco, milioni di farfalle svolazzavano impazzite per le parole di Jungkook e per la sua vicinanzia. "Quel figlio di puttana la pagherà, te lo prometto, okay? Tu vali molto di più di quello che credi".

Il maggiore ormai era in tilt.

Era grato a Jungkook per quelle parole, aveva bisogno di sentirsele dire, aveva la necessità di non sentirsi una nullità, e Jungkook era sempre stato bravo a salvarlo da se stesso, dalla sua mente che gli ripeteva sempre che era sbagliato e che non poteva farcela, che non era forte, che si meritava di venir picchiato, perché stava con Minho solo per non perdere il lavoro. Jungkook riusciva a farlo sentire speciale, e Taehyung gli credeva, credeva a quelle parole quando era il suo amico a dirgliele.

Aveva una voglia così grossa di avvicinarsi a Jungkook e baciarlo. Voleva sentirsi amato e protetto, e il suo amico era sempre stato colui che riusciva a donargli sicurezza.
Si avvicinò di più, e Jungkook non si mosse. Anche lui aveva compreso quello che Taehyung voleva fare, e non si ritrasse. Sfiorò le labbra di Taehyung e, quest'ultimo, ci si fiondò, unendole in un dolce bacio.
Lo prese per il retro del collo e Jungkook gli strinse la vita. Iniziarono a baciarsi sempre più forte, restando senza fiato. Tutte le persone presenti nella caffetteria li stavano guardando. Chi dolcemente, e chi invece copriva gli occhi dei propri figli, disgustati.

A loro non importava.

Non importava di star dando spettacolo. Era una scena strana ed esilarante per certi aspetti. Jungkook, tutto vestito di nero e tatuato, e Taehyung, con la faccia piena di lividi e i capelli spettinati.
Ma a loro non importava. Esistevano solo Taehyung e Jungkook. Il Taehyung e il Jungkook di otto anni prima, con l'unica differenza che, sia chi era scappato sia chi invece era stato un codardo lasciando l'altro scappare, quel giorno riuscirono finalmente a mettere le cose al proprio posto.

Erano finalmente chi volevano essere.






Revisione by BlueMeri___

-alla prossima @taekookitaly ♡

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