chapter 4

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Dopo qualche ora Taehyung si svegliò.
Era su un piccolo divano azzurro di tessuto non troppo morbido. Aprì gli occhi dopo esserseli stropicciati e il suo sguardo venne catturato subito dalla schiena larga di Jungkook. Era ai fornelli e aveva le airpods alle orecchie. Si alzò, avvicinandosi mentre l'altro muoveva i fianchi, sicuramente a ritmo di qualche musica kpop.

"Ciao". Gli toccò piano la spalla e Jungkook fece un piccolo salto. "Ciao, non ti ho sentito".
Si tolse le cuffie e gli sorrise. "Tutto bene? Ti sei riposato un po'?" Taehyung alzò le braccia per stirarsi e annuì. "Tu che stai facendo?" Si sporse a guardare cosa il suo amico stesse cucinando, e mise il mento sulla sua spalla.
Jungkook era alto più o meno come lui. Lo superava solo di qualche centimetro, ma aveva il corpo più muscoloso e sodo. "Ho fatto una frittata di cavolo cinese e del ramen istantaneo". Impiattò il tutto e lo sistemó ai due lati estremi del tavolo. "È praticamente ora di cena, hai dormito due ore".
Taehyung si sedette ringraziandolo con un sorriso, e prese le bacchette di acciaio iniziando a mangiare. Jungkook lo fissava. Anche il modo di mangiare di Taehyung era rimasto lo stesso. Elegante, fine, e, ad ogni boccone, si puliva la bocca con il tovagliolo.

Mangiarono tutto, parlando del più e del meno, ma non toccarono l'argomento Minho. Almeno, non ancora. Jungkook stava finendo di lavare i piatti e Taehyung lo stava aiutando ad asciugare le stoviglie con la musica di qualche gruppo idol in sottofondo. Quando finirono, Jungkook offrì un thè al più grande, e si sedettero sul divano.
"Tae?" Il moro lo richiamó con voce bassa, e Taehyung si girò a guardarlo. "Possiamo per favore parlare di quello che è successo prima?"
Il fotografo rimase in silenzio, deglutendo visibilmente. Abbassò la testa e iniziò a torturarsi le mani. "Non è successo nulla Kookie". Un sussurro, ma a Jungkook era arrivato forte e chiaro come uno schiaffo.
"Stai scherzando spero! Ti ha tirato uno schiaffo Taehyung!"
Si strinse nelle spalle e decise di non rispondere. La verità era più complicata di quello che il suo amico pensava.

Non poteva dirgli la verità, non voleva sembrare un debole, così decise di mentire. "So quello che sembra Kookie, ma non è così." Alzò la testa e i loro occhi si incatenarono.
Jungkook ai suoi occhi era sempre così bello.
"Si è arrabbiato perché non gli avevo raccontato di te, ma non è davvero un violento." Jungkook scuoteva la testa indignato, ripetendo frasi a caso come "perché lo stai proteggendo". Aveva le mani sulla testa, mentre si disordinava i capelli. Due braccia lo avvolsero facendolo calmare. "Sono felice che tu sia qui Kookie, mi sei mancato tanto".

Taehyung se n'era andato dopo quella chiacchierata. Aveva detto che doveva sbrigare delle cose per lavoro, ma Jungkook non gli credeva. Aveva visto il cambio di espressione dopo che il suo amico aveva preso il cellulare in mano, ma non fece nulla. In realtà non sapeva cosa fare per aiutarlo.
Perché lo aveva capito, Taehyung non voleva essere aiutato. Gli aveva mentito palesemente prima, ma lui era rimasto in silenzio facendo finta di avergli creduto. Jungkook era deciso a scoprire la verità, ma non voleva farlo troppo bruscamente, così inviò un messaggio al suo amico. Per fortuna si erano scambiati il numero poco prima.

A TaeTae:
Domani sera andiamo a ballare. Ci vediamo davanti alla stazione della metro in centro.

Se doveva manipolarlo così, facendolo ubriacare di proposito per salvarlo da quella relazione, allora lo avrebbe fatto, anche a costo di perderlo per sempre.

Jungkook andò al lavoro quel giorno, aveva visto Taehyung prendere un caffè nel piccolo bar allestito al nono piano, ma non si erano salutati. Vicino al suo amico c'era Minho, che lo guardava malamente. A Jungkook quella situazione piaceva sempre meno. Taehyung era sottomesso dal fidanzato a tal punto da obbedire come se fosse un cagnolino, e, forse, quel tipo lo trattava veramente come un cane.

Anche a scuola, Taehyung era sempre stato il ragazzino preso di mira, ma quando una cosa non gli andava bene, o si esagerava, tirava fuori le unghie. Ecco perché, all'età di quindici anni, Jungkook lo aveva soprannominato "tigrotto".
Quel pensiero fece venire gli occhi lucidi al più piccolo. Vedeva come Taehyung era cambiato, e stava male per lui. Si riprese, e dopo aver finito il caffè tornò in ufficio per terminare le ultime ore di lavoro.

All'uscita, Jungkook prese il telefono. Il giorno prima Taehyung aveva visualizzato il suo messaggio, senza rispondergli. Provò a chiamarlo ma, dopo vari squilli a vuoto, partì la segreteria.
Sbuffando prese la metro che conduceva davanti casa sua, e preparò qualcosa di leggero per cena. Sperava soltanto che il suo vecchio amico non gli desse buca quella sera.

Jungkook era uscito di casa ed era arrivato davanti alla stazione della metro. Stava masticando una gomma e si era vestito in modo casual. Aveva dei jeans lunghi strappati sulle ginocchia e una maglietta a maniche corte nera con degli stivaletti, anche essi neri. Vestito così si vedevano i tatuaggi disegnati su tutto il braccio destro. I capelli li aveva lasciati mossi con la riga in mezzo e aveva abbellito le orecchie con vari orecchini a cerchio sia da una parte che dall'altra, un solo pendente con una croce alla fine.
Stava masticando ansioso, sbattendo il piede sinistro ritmicamente. Guardava ogni minuto l'orologio al polso e sospirava quando vedeva che mancava sempre meno. Alle dieci e mezza in punto, l'auto che aveva utilizzato la sera prima per portare via Taehyung si fermò al parcheggio, e il suo amico scese.
"Pensavo non venissi più". Non sapeva perché, ma la voce gli era uscita più tremante del solito.
"Ciao Kookie". Taehyung era bellissimo. Aveva una camicia bordeaux larga messa nei pantaloni a vita alta neri. Erano stretti sui punti giusti e la forma prosperosa del sedere si intravedeva perfettamente. Aveva i capelli scuri mossi e un orecchino pendente gli cadeva dell'orecchio sinistro. Si era truccato leggermente gli occhi ed ai piedi portava delle Gucci nere.
"Non ti ho risposto perché ho avuto Minho sempre intorno, scusa". Jungkook gli si avvicinò e gli prese una mano delicatamente, facendolo arrossire. "Lo avevo immaginato, cosa gli hai detto per stasera?" Taehyung alzò le spalle e iniziò a camminare verso il locale. "Che rimanevo a casa". Jungkook annuì e gli lasciò andare la mano.
Arrivarono all'ingresso ed entrarono nella grossa discoteca. "Un tavolo a nome Jeon". Taehyung alzò un sopracciglio spintonandolo scherzosamente. "E se non fossi venuto?" Jungkook rise e i suoi occhi si chiusero a mezze lune. "Avrei bevuto da solo, andiamo?" Gli porse il braccio e Taehyung si aggrappò per camminare nella mischia.
Arrivarono al tavolo e ordinarono due martini senza ghiaccio. "Allora, come ti trovi allo studio?" Taehyung giocava con l'oliva verde nel suo bicchiere e ogni tanto sorseggiava il drink. "Molto bene, in realtà era sempre stato il mio sogno venire qui a Seoul". Bevve l'alcol e si mise più comodo sul divanetto.
"Il nostro sogno Kookie".
Incatenarono gli sguardi, entrambi consapevoli di quella verità, mentre i ricordi cominciarono a riaffiorare nelle loro menti.

Dopo tre giri di martini e due gin tonic, entrambi erano brilli, mentre ridevano a crepapelle per scemenze e vecchi ricordi. "Oddio ma ti ricordi quando una notte abbiamo fatto il bagno mentre nevicava e la mattina dopo tua mamma ci ha sgridati e ci ha proibito di vederci per una settimana?" Taehyung si asciugò le lacrime agli occhi e Jungkook rispose. "Poi scendevo dalla finestra a mezzanotte e venivo da te".
Si erano avvicinati sempre di più, e adesso le gambe del più grande erano appoggiate a quelle di Jungkook. "Eravamo sempre insieme, e trovavamo un modo per vederci anche quando ce lo proibivano". Taehyung continuava a ridere e a bere, mentre Jungkook continuava ad avvicinarsi, forse un po' troppo, a lui, e la mente gli andò in assoluto black out. "Che fai Kookie". Rideva, ma Taehyung iniziava ad essere in ansia. "Perché stai con lui?" Una semplice domanda, che rovinò la serata. Il maggiore si era allontanato ed aveva cambiato espressione. "Perché lo amo". Jungkook lo prese per il polso e scosse la testa. "Non dire cazzate Taehyung, non puoi amare chi ti picchia!" Il suo amico aveva gli occhi lucidi e lo spintonò, alzandosi. "Smettila, e non immischiarti nella mia vita". Anche il più piccolo si alzò. "Una volta però mi dicevi sempre tutto, e mi hai detto anche che ero io la tua vita!"
Taehyung sbuffò, sorridendo in modo ironico. "Eravamo ragazzini, Jungkook".
Si girò per andarsene ma Jungkook lo fermò, bloccandolo per le spalle. "Voglio sapere perché mi hai baciato quella volta".
Taehyung era immobile, con gli occhi sgranati, mentre cercava di cambiare discorso. Ma Jungkook era fermo e deciso a sapere almeno questa verità. "Dimmelo Taehyung". Si avvicinò, e solo pochi centimetri li separavano. "Io..." Le mani gli tremarono. "Mi-mi ero preso una cotta".
Jungkook non si mosse. "E perché sei scappato e andato via senza salutare?" Una lacrima cadde dagli occhi di Taehyung. "Mi vergognavo, e avevo paura".
Jungkook si avvicinò al più grande ancora di più. Voleva baciarlo. Voleva ricambiare questa volta, ma Taehyung se ne accorse e si staccò dalla sua presa correndo via impaurito.

Jungkook rimase nel locale altre due ore e, non si ricordò come, ma la mattina successiva una ragazza nuda era distesa nel suo letto.





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Revisione by: BlueMeri___

-alla prossima @taekookitaly ♡

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