XIII

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25 SETTEMBRE 2020.

L'ultimo allenamento prima della partita, che si sarebbe tenuta l'indomani. Camila era appena tornata al suo dormitorio dopo una giornata stracolma di impegni, che si era creata solo per non pensare a Lauren.

Sarebbe dovuta tornare quel Giovedì, ma ancora non c'era. La sua testa straboccava di paranoie che cercava in tutti i modi di nascondere e non ascoltare, ma inutilmente.

Non lo nascondeva, voleva il suo supporto. Voleva che Lauren ci fosse, che la vedesse giocare. Dinah l'aveva rassicurata: Zayn non si era mai perso una partita, quindi sarebbero sicuramente tornati in tempo.

Però la cubana aveva paura lo stesso, quella bolla di protezione che aveva sentito avvolgerla mentre si stavano baciando sembrava scomparire poco a poco, e lei ne aveva un disperato bisogno.

Aveva bisogno che Lauren le dicesse che sarebbe andato tutto bene, che stava bene e che non le era capitato niente di brutto; ma non stava succedendo nulla e ciò la mandava in tilt.

<< Ho bisogno di te... >> Mormorò, sentendo un peso sul petto che sparì quando un sibilo attraversò le sue orecchie.

"Aspettami. Ci sarò."

Pianse per un pochino, giusto il tempo di ritrovare il contegno e uscire dal bagno per mettersi a dormire. Dinah era già nel mondo dei sogni, visto che appena era entrata in camera, dopo la doccia e gli allenamenti, si era buttata sul letto sfinita e si era addormentata.

Camila si coprì fin sopra la testa, solo per sentire un calore che non provava da quando Lauren era andata via. Aveva la testa colma di domande alle quali avrebbe tanto voluto una risposta, ma a quanto pare non poteva.

26 SETTEMBRE 2020.

Nonostante il morale che aveva la sera prima, stranamente, Camila si alzò felice. Era carica come tutta la sua squadra per la partita, in mensa si respirava aria di competizione, così come durante le lezioni.

Finalmente era giunta l'ultima ora di lezione, dopo la quale ci sarebbe stata la partita. Erano tutti in fibrillazione, ma la cubana ancora non aveva visto Lauren.

Fino a quando Zayn e la corvina non fecero il loro ingresso nella sala dove si tenevano le lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure. Tutti cominciarono a bisbigliare.

Camila aveva la bocca semiaperta, fissa sul viso di Lauren. Aveva il labbro spaccato e un taglio sullo zigomo. L'unica volta in cui la cubana l'aveva vista in quelle condizioni era al terzo anno, quando dopo le vacanze natalizie era tornata tumefatta.

Si domandava cosa le fosse successo, mentre Lauren teneva la testa bassa esattamente come Zayn. Camila percepiva un forte senso di disagio, era come se una parte di lei - che non era lei - si sentisse inadatta. Possibile che sentisse le emozioni di Lauren?

<< Bentornati, gemellini. >> Li salutò in modo sarcastico Piton: << Jauregui. >> Richiamò Lauren, ma quando vide il suo volto, si limitò a lanciarle un occhiata e continuare la lezione.

Questa volta a combattere furono Shawn e Calum, e a uscirne vincitore fu l'australiano, che con il suo sorriso fu festeggiato dai Grifondoro.

<< Oggi c'è la partita Grifondoro - Serpeverde. Che ne dite di deliziarci con un bel combattimento tra due di voi anche qui? >> Sorrise l'uomo, volendo evidentemente aumentare i litigi.

Camila alzò gli occhi al cielo, odiava i modi di fare del professore in questione. Era violento e troppo cattivo, nonostante riuscisse comunque ad insegnare in modo decente.

<< Vengo io. >> Disse Lauren, zittendo tutti.

La cubana quasi non la riconosceva, i suoi occhi non erano più verdi, il verde che esprimeva gioia. Erano grigi, grigio scuro, erano spenti, vuoti.

Camila cominciò a sentire rabbia, tanta rabbia, da quella parte che sembrava appartenere a Lauren. Rabbia cieca, quella che non fa ragionare.

Doveva fare qualcosa, così si offrì, sotto domande di Harry e Dinah, che le davano dell'idiota. A Lauren passò come un raggio negli occhi, lo sguardo di Camila era dolce e preoccupato, ma allo stesso tempo determinato.

<< Iniziate! >> Ordinò Piton, divertito.

Lauren lanciò immediatamente un incantesimo: << Dismundo! >> Era l'incantesimo delle visioni spaventose, faceva vivere incubi a chi lo riceveva.

Camila si ritrovò davanti alla porta di una casa, sembrava solenne, datata. La aprì, il silenzio la circondava. Si guardò intorno, un salone gigantesco si presento di fronte a lei, delle scale a chiocciola fatte di marmo alla sua sinistra portavano di sopra, mentre lei si diresse verso delle voci, che aveva cominciato a sentire.

Arrivata in quella che sembrava essere la cucina riconobbe delle figure: Lauren e Zayn, insieme a due adulti, che sembravano essere la madre di una e il padre dell'altro. La donna era spaventata, proprio come Zayn. Mentre l'uomo e Lauren si urlavano addosso.

<< E tu ancora che difendi mio figlio! Fa schifo proprio come te! Ingrata! >> Esclamò l'uomo, tirandole uno schiaffo così forte da farla finire a terra.

Poi si piegò su di lei, prendendole il volto e tirandole un altro schiaffo. Camila era schifata dalla scena, era immobilizzata.

Zayn cercò di intervenire, ma suo padre lo spintonò così forte da farlo finire a terra. Si alzò, e tirò due calci sulle costole alla corvina, per poi andare via.

La cubana si inginocchiò cercando di soccorrere la corvina, ma notò che la sua bocca, dalla quale usciva del sangue, sussurrò: << Aspettami. Ci sarò. >>

La cubana rabbrividì, era il sibilo che aveva udito la sera prima. Era successo questo, la sera prima di tornare? Quando tornò alla realtà si trovava a terra, con le lacrime agli occhi.

Quando alzò gli occhi, e incontrò quelli di Lauren, le lacrime scesero definitivamente dai suoi occhi. Dinah e Harry si guardavano preoccupati, volevano intervenire.

"Non era al sicuro..."

Le disse il cervello, facendole pensare a quanto male le stesse recando quel mostro.

<< Expelliarmus! >> Urlò Lauren, togliendo la bacchetta a Camila, che scese lentamente dal luogo del combattimento, per recuperarla e tornare al suo posto.

Sembrava uno zombie, così tanto che Dinah la dovette scuotere. << Mila, che succede? Che hai visto? >>

<< Si è aperta di nuovo con me. >> Mormorò, continuando a fissarla.

<< Stai bene? >> Chiese Harry, quando tutti uscirono per la fine della lezione.

<< Certo. >> Rispose lei, con lo stesso tono di prima.

<< Te la senti di giocare? >> Domandò allora la polinesiana.

Camila annuì, avviandosi verso gli spogliatoi, ancora intontita da ciò che la corvina aveva condiviso con lei.

My Slytherin - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora